Siamo di fronte a un album uscito poco prima della fine del 2024, The Bloody Lady su Viernulvier records, colonna sonora rivisita e immaginata da Claire Rousay del film animato dallo stesso titolo e diretto dal regista slovacco Viktor Kubal (1923-1997).
Un cartone animato romantico e horror che si riferisce alla leggenda della nobildonna e serial killer Erzsébet Báthory, ricordata come la “Contessa Sanguinaria”.
Qui l’artista ritorna a un approccio strumentale e senza voci, rispetto all’uscita del medesimo anno Sentiment; interessante opera che strizza l’occhio a un’indie astratta emotiva con un mix di canzoni sperimentali e brani cantati come Head (potenzialmente degno di finir nel tritacarne delle top charts di massa). Non un capolavoro ma sicuramente degno di ascolto e, per chi ha voglia, anche uno stimolo per approfondire Kubal.
Claire Rousay è di origini canadesi ma trapiantata poi in Texas. E’ relativamente nuova sulla scena musicale (i primi frutti son datati 2019). E’ impegnata soprattutto alla batteria che suona egregiamente grazie agli studi compiuti ad hoc, con approccio free jazz e minimal che fa ricordare Suzie Ibarra o addirittura Tony Buck dei Necks. Successivamente si confronta con Ableton Live e si cimenta coi field recordings, andando a produrre ciò che potremmo definire ambient experimental, dove l’ampio e ben fatto uso di registrazioni di vita quotidiana (comprese le sue notifiche su WhatsApp) e di texture, creano quel sound che è stato poi definito “Emo Ambient”, termine agghiacciante da un lato ma appropriato dall’altro, dal momento che sintetizza bene questo piccolo nuovo angolo fatto di emotività e racconti di gioie e dolori attuali.
Both del 2020 e An Afternoon Whine assieme a More Eaze del 2021 sono un esempio calzante di questa cifra stilistica, a cui fa seguito una produzione abbastanza costante e ricca che non ha mai deluso.
Incontrata all’Arci Bellezza a Milano il 10 febbraio scorso per la prima ed unica data mai avuta in Italia, Claire ha proposto un suo repertorio tratto appunto da Sentiment e da lavori precedenti, compreso un registrato con spoken word sussurrato, riguardante il senso dell’ amicizia, proveniente da Friends uscito su tape nel 2019. Durante la performance si è confermata così come appare: timida ma aperta se si interagisce opportunamente, curiosa, umile (in un angolino a fumare dopo lo show), non interessata al fashion/hype e con tanta carne al fuoco progettuale per il futuro. Infatti, oltre al prossimo album No Floor con More Ease (in preorder su Bandcamp), la musicista ha confessato che ritornerà al suo primo amore cioè alle percussioni, già a partire dall’annata in corso, per una serie di esibizioni dal vivo.
Benché il concerto stranamente non fosse andato sold out (e Sanremo non ha sicuramente fatto concorrenza), si sono notati tutti i presupposti per permetterle di fare il passaggio nel mainstream. La greedy music industry – se non già accaduto – potrebbe avere interesse a cavalcare questo filone emo indie ambient e spolparlo sino all’osso, tirando fuori prodotti e personaggi utili per dominare social, pubblicità e serie tv. Lo vedremo.
Nel frattempo possiamo contare sul fatto che Claire Rousay non ha alcuna intenzione di scendere a compromessi.
Edoardo Grandi
Photo cover: Zoe Donahoe