Altro disco della mitica +Belligeranza, sublabel dell’etichetta Sonic Belligeranza fondata nel 2000 da Riccardo Balli.
Conosciuta per il suo stile indiscutibilmente underground e per le sue originali tracks che spaziano tra breakcore, experimental, gabber e speedcore, questa volta Balli se ne esce con una produzione davvero stravagante in cui il risultato è un’intelligente fusione tra gli audio del gameboy, tipici dell’8 bit, cassa e sassofono: un ibrido estroso dove la fantasia dà vita a una musica sperimentale, innovativa e strutturata sulla base di diversi suoni mescolati tra loro.
8 BIT JAZZ è un vinile che crea uno stile e questo, a detta del suo produttore, vuol dire essere breakcore: una sorta di contaminazione e trasformazione tra i generi, un andamento ritmico che è in continuo cambiamento, muta, subisce evoluzioni acustiche e assume connotati via via diversi. Si tratta dunque di un’elettronica orientata al dancefloor con contaminazioni dell’8 bit, ovvero una tipologia musicale a bassa definizione che nasce negli anni Ottanta e consiste nel produrre onde sonore attraverso tecnologie obsolete quali il Commodore 64, la consolle della Nintendo, gli Spectrum: suoni arcade da videogame, dunque, in piena sintonia con l’ambiente sala giochi anni Ottanta.
Elemento fondamentale, nelle sei tracce del disco, è la presenza del free jazz attraverso l’improvvisazione totale del sax che irrompe senza regole e distrugge le curvature 8 bit prodotte col Game Boy: una caratteristica della musicalità “belligerante” e, quindi, perfettamente in linea con i dogmi breakcore della label di Balli.
La scelta del sassofono non è affatto casuale: nelle soundtracks originali dei videogame utilizzati per la parte 8 bit (Super Mario Bros, Arasho e Grand Theft Auto) è infatti presente l’uso di questo strumento.
I pezzi Jazz sono prodotti da Edoardo Marraffa, musicista e abile improvvisatore che usa il suo sax con ritmi duri e decisi, talvolta spezzati e grattanti, a tempo di beat e in contrapposizione agli audio videogame: è proprio questo l’estro, saper fondere e frullare suoni appartenenti a ritmiche molto diverse tra loro.
Balli ha dunque riaffermato, attraverso questa produzione discografica, il senso profondo della breakcore, ovvero l’arte di elaborare amene fusioni tra spettri musicali appartenenti a generi diversi e spesso contrastanti tra loro: questo è breakcore, un crogiolo sonoro bizzarro, folle e in continua evoluzione.
Anksunamun