Sbrang gabba gang è il titolo del testo di Riccardo Balli, musicista, dj, filosofo, cultore della musica underground e fondatore della nota etichetta Sonic Belligeranza.
Il volume è stato pubblicato dalla casa editrice AGENZIA X di Milano nel 2019, su progetto grafico di Antonio Boni e direzione editoriale di Marco Philopat.
Si tratta di un volumetto smilzo di 164 pagine saturo di una poliedrica ricostruzione dell’universo gabber in chiave futurista, come ne indica puntualmente il sottotitolo. Attraverso i campi semantici della velocità, del rumore, del dinamismo e dello scontro, Balli elabora un perfetto allineamento tra la gabber, intesa qua non solo come particolare genere musicale, ma come cultura specifica nata in Europa nella seconda metà degli anni Novanta, e il Futurismo, avanguardia letteraria nata in Italia agli inizi del Novecento.
Ma come si fa ad accostare un movimento letterario a un’espressione culturale che affonda le radici in una musica così estrema e carica di BPM?
E’ l’autore stesso a mostrarcelo! Lo fa attraverso un testo narrativo “sonico”, dove le onomatopee e le allitterazioni fungono da pentagramma in cui l’autore scrive il testo tra righe e spazi: cita i singhiozzi umani presenti nella traccia Axis di UVC aka Sal Mineo, kick con sinusoidi filtrate e suoni drum-machine + bitcrusher.
E’ un libro altresì carico di immagini strafighe sull’universo gabber futurista e di chicche assurde come le origini del termine yiddish Mokum (quartiere centrale di A’dam) e del logo Wizard del Thunderdome (ripreso da un graffito parigino). Descrizioni accurate sull’abbigliamento tipico del gabber fine anni Novanta e dettagliati elenchi numerati che esprimono, attraverso pungenti aggettivi, le caratteristiche del tipico gabber, il tutto attraverso un taglio di scrittura prettamente post-industriale calibrato su scenari urbani, di fabbrica e sonorità meccaniche, dove però non mancano astuti richiami a eventi storici italiani di calibro (il rogo del Savonarola nella Firenze del 1498) e alla letteratura dell’avanguardia futurista.
E’ una penna innovativa che profuma di controcultura musicale, di chi ha perennemente le mani occupate a mettere a tempo sui giradischi su casse in 4/quarti dai 180 bpm in su, di chi attraverso la musica attua una severa forma di denuncia sociale nei confronti dell’arte e dei costumi di un’Italia ormai inaridita nelle sue sorgenti vitali e di chi cerca di creare una realtà alternativa in cui rifugiarsi, un mondo parallelo fatto di buona musica, di giovani e di disprezzo per i successi scontati. Ma non solo: Sbrang Gabba Gang si configura anche come il tentativo di sfatare il falso mito dell’associazione tra hardcore e politica di destra: l’autore lo fa citando eventi (l’aggressione al ragazzo gabber a Basilea dopo il Jungle Street Groove nel 2018 che nulla aveva a che fare con i nazisti), ma anche titoli di tracce che riprendono elementi apparentemente pseudo-destreggianti e che hanno come unico obiettivo quello di richiamare la violenza sonora: ne è un esempio Rockin Holocoust dei Gabba Nation, celeberrimo team berlinese che produce gabber dal 1993.
E’ lo stesso ideatore della track, Cut-X, a rinnegare possibili interessi per la destra e ad affermare di aver suonato in luoghi in cui il nazismo è odiato, come il Bunker di Berlino.
Un testo intriso di nomi dei personaggi che hanno fatto la storia della musica hardcore, manifesti gabber-futuristi sulla moda e sull’abbigliamento, nozioni dettagliate sulla tecnica del suono a cassa dritta e interessanti approfondimenti su dischi storici, etichette e produttori.
Questo e molto altro lo troverete nel libro di Riccardo Balli, autore anche di altri volumi sulla scena musicale underground: Frankestein goes to holocaust e Apocalypso disco.
Marianna Giannone