Risulta sempre complesso ma nel contempo emozionante, iniziare un articolo su uno dei personaggi più enigmatici dell’intero mondo rave: Liza’N’Eliaz.
La fanzine intitolata Loopera nasce come tentativo di colmare questo gap proprio della cultura dominante contemporanea.
Il libro è stato presentato alla fiera di grafica indipendente SPRINT MILANO, svoltosi nella fantastica cornice di spazio Maiocchi nel Novembre 2021.
Dopo una gestazione semestrale, durante il mio ritorno dal teknival SPACE TRAVEL 2, svoltosi nei pressi di Viterbo, che al seguito del quale scaturì una valanga di fake news e allarmismo di massa, ho avvertito quanto fosse urgente e necessario fornire al numero maggiore possibile di persone (sia addentrate nella scena sia esterne), un prodotto nuovo.
Prioritario era l’approccio divergente dal classico tentativo di storicizzazione delle pratiche legate al ballo come ritualità che, se pur legittimo, non avrebbe fatto altro che ottenere l’effetto opposto a quello desiderato.
Il volume non nasce come un’operazione nostalgia; all’interno di esso si cerca infatti di delineare un percorso multidisciplinare, volto alla tutela dell’hardcore techno, raccontandone parti della sua storia attraverso l’analisi del soggetto principale.
Loopera è un book di tributo alla figura di Liza’N’Eliaz come “originator” di un certo tipo di sensibilità e prassi che oggi chiameremmo in sostanza post-techno.
All’interno dei testi si alternano contenuti e punti di vista differenti, ma rivolti ad elevare la sua esistenza, a metafora vivente della cultura rave nel suo senso più puro. Il libro non si prefigge in alcun modo il pretenzioso obbiettivo di consegnare ai posteri la verità su un’attrice tra le più influenti della cultura clubbing coeva.
Il design della copia fisica, con la sua continua alternanza di autori ed artisti visuali diversi, le grafiche, i frame e le interviste, è costruito attorno ad una singola parola chiave, cioè IBRIDAZIONE, una costante fondamentale sia nella vita che nel percorso artistico di Liza.
In quest’epoca dove tutto è perfettamente diviso e catalogato (musica in primis), è quanto mai urgente un cambio di prospettiva radicale che ci permetta di evadere dalle spire della società del controllo e della retromania.
I testi raccolti quindi esprimono la più sincera necessità umana: quella di tornare ad immaginare un futuro di coesione attraverso la musica, l’arte e la ricerca culturale quali mezzi di elevazione. Non esiste un capo ed una coda, tutto si organizza per volontà del lettore che in ogni momento può decidere da quale scritto iniziare, a seconda del proprio gusto personale.
Attraverso la collaborazione con autori ed artisti già affermati sia nel panorama nazionale che internazionale, si è deciso di dividere l’opera in tre sezioni indipendenti, scisse a seconda del ramo di competenza, in maniera tale da consentire ad ogni penna di esprimersi al meglio.
La scrittura creativa e provocatoria di Riccardo Balli, unita all’appassionata ricerca della prof Claudia Attimonelli, sono tutt’ora fonte di ispirazione continua sia per le mie future ricerche sia per il mio progetto Shrui-Khan, dove ho cercato e cerco ancora di portare avanti gli intenti esposti all’interno di Loopera.
Mixando assieme l’idea di artbook e quella della fanza underground, abbiamo cercato di creare un prodotto a nostro modo innovativo, irripetibile e che, a due anni circa dalla sua uscita, è sempre per me motivo di orgoglio.
Partendo dall’analisi del vissuto della producer, abbiamo tracciato un filo rosso che arriva sino al contemporaneo, cercando di dare una chiave di lettura originale alle dinamiche sociali riguardanti il corpo ed il suo rapporto con la tecnologia nelle sue varie applicazioni.
Uscita in lingua inglese, la ‘zine ha contribuito anche se in piccola parte, a tenere vivo l’interesse della scena a proposito di una figura chiave del panorama hardcore europeo.
Il formato digitale ha raggiunto persino Angel Flo della leggendaria S.O.D.O.M records e La Peste, fondatore di Hangar Liquides.
Vorrei sottolineare infine quanto tutto questo non sarebbe stato affatto possibile senza ore di telefonate, incontri e viaggi che rimarranno indelebili nella mente e di chi assieme a me, si è dato da fare per realizzare il risultato: Teresa Prati, TERADROP, Traumahead,i già citati Riccardo Balli e Claudia Attimonelli; in ultimo, ma non per importanza, HZD sound system per avermi introdotto durante la mia adolescenza junkie a queste sonorità.
Shrui-khan