La sesta edizione di Jazz is Dead! si preannuncia una interrogazione. Sin dalla immagine guida, che mostra un essere umano allo specchio che si vede corvo, quel corvo che è il simbolo e mascotte del festival, si evince uno sguardo nuovo e altresì un’attenzione profonda verso l’uomo, inteso come identità nella sua indefinibile complessità. E così il festival, come un essere in continuo mutamento, si fa sempre più libero e fluido. Non c’è un solo artista che possiamo descrivere con un solo genere. Fluidità e contaminazione garantiscono al corvo un volo libero verso qualcosa di nuovo, senza forme prestabilite e senza dogmi.
In risposta ai tempi contemporanei, ma con la spontaneità artistica che guida la direzione di Jazz is Dead, quest’anno la trasversalità è più che mai garantita. È altissima la percentuale femminile e di artist* queer, sono dieci i paesi coinvolti, dieci nazionalità diverse che si incontrano a Torino in un confronto generazionale non indifferente: tradizione e giovane avanguardia futuristica sembrano convivere in perfetta armonia, strumenti classici e sofisticati software di elaborazione del suono e dell’immagine condividono il palcoscenico senza stonature (se non volute). Anche le discipline trovano in questo festival occasione di contaminazione, c’è Pan Daijing che nelle sue creazioni mette insieme arte, musica, opera, teatro, poesia e che nel 2019 ha presentato alla Tate Modern il progetto Tissues scritto, diretto e co-interpretato dalla stessa Daijing, e c’è tanto cinema nella sesta edizione di Jazz is Dead.
Tra le colonne sonore di Eiko Ishibashi c’è il film vincitore dell’Oscar 2022 di Ryusuke Hamaguchi Drive My Car per il quale Ishibashi ha vinto il premio “Discovery of the Year” ai The World Soundtrack Awards; Jim O’Rourke ha scritto colonne sonore per Werner Herzog, Koji Wakamatsu, Olivier Assayass ed è stato consulente musicale per School of Rock; i LEYA sono apparsi in I Love You, un film d’arte queer per adulti di 40 minuti diretto dal rapper Brooke Candy e prodotto da Pornhub. Il duo ha realizzato la colonna sonora del film ed è apparso sullo sfondo delle scene di sesso posando con i loro strumenti in abiti surrealisti e minimali. Sarah Davachi è compositrice di diverse colonne sonore tra le quali quella per il recentissimo Sky Peals di Moin Hussain e per il documentario Terra Femme di Courtney Stephens. Pan Daijing, tra i tantissimi progetti artistici, firma anche la colonna sonora di Watch the fire or burn inside it di Caroline Poggi, Jonathan Vinel. Si passa dal grande al piccolo schermo con i C’mon Tigre che hanno da poco vinto il Best Music Video Awards al London International Animation Festival con il video di Twist into any shape diretto da Donato Sansone e con i video artisti del collettivo LSDR che per le tre giornate di festival hanno messo a punto un progetto di accompagnamento visual inedito e originale. Per chiudere il capitolo cinema, Jazz is Dead, come ogni anno, ha il suo appuntamento fisso nella sala cinematografica del Museo Nazionale del Cinema, la band statunitense Irreversible Entanglements si esibirà al Cinema Massimo per una produzione originale scritta a sei mani dalla direzione artistica del festival, dalle aree cinema e patrimonio del Museo e dai componenti della militante formazione free jazz.
Se il Museo Nazionale del Cinema è ormai un partner consolidato che accompagna Jazz is Dead! da ormai tre edizioni, ospitando progetti originali in bilico tra musica e cinema, anche Infini to Planetario di Torino si conferma il luogo ideale per un epilogo stellare come quello con Mabe Fratti, la violoncellista guatemalteca in tour per la presentazione dell’opera per quartetto Se Ve Desde Aqui. Quest’anno alla platea delle istituzioni e dei progetti culturali del territorio che collaborano alla realizzazione del festival si aggiungono il festival internazionale dei film musicali Seeyousound e l’associazione di cooperazione internazionale Renken, promotrice del festival CreativAfrica, con i quali è in realizzazione la seconda edizione del progetto visuale dedicato all’afrofuturismo che troverà casa durante i giorni del festival e (anticipazione) nel 2024 con nuove proposte; la compagnia di circo contemporaneo Magda Clan che presenta a JID23 Emisfero, uno spettacolo che è un omaggio all’essere umano e al suo incredibile meccanismo, all’equilibrio quotidiano, al circo della vita. Infine le associazioni di sviluppo culturale Dewrec, Bunker e Cap10100 sono i prolifici amplificatori logistici che garantiscono al festival la sua concreta realizzazione.
Jazz is Dead! Festival 2023 si conforma con il seguente schema: venerdì 21 aprile anteprima con il duo Eiko Ishibashi & Jim O’Rourke presso il CAP10100 (corso Moncalieri 18 Torino, ticket euro 18 disponibile da martedì 21 febbraio su Dice); venerdì 26, sabato 27 e domenica 28 maggio sono i tre giorni del festival presso i quattro palchi del Bunker (via Paganini 0/200 Torino, ingresso libero riservato ai soci Arci, prenotazione ingresso prioritario tramite iniziativa sostieni il festival); appuntamento extra sabato 3 giugno con gli Irreversible Entanglements al Museo Nazionale del Cinema di Torino (Cinema Massimo, via Giuseppe Verdi 18 Torino, ticket euro 10 disponibili da martedì 21 febbraio su museocinema.it); epilogo di venerdì 9 giugno al Planetario di Torino (via Osservatorio 30 Pino Torinese TO, ticket euro 12 disponibile a breve su planetarioditorino.it) con Mabe Fratti.
Le tre giornate di Jazz is Dead! festival si sviluppano con il consueto avvicendamento dal vivo – dj set e lo schema sonoro che prevede un venerdì dedicato ai suoni della nuova onda del neoclassico e neomelodico contemporaneo con Pan Daijing, Sarah Davachi, Leya, Nzria, Upsammy; la giornata di sabato aperta alle contaminazioni del mondo, molto suonato e corale con C’mon Tigre, Shakleton, Lalalar, Daykoda, Marlene Ribeiro; una domenica del tutto libera che dal free jazz letteralmente esplode nel noise rock con Boris, Moin (Raime + Valentina Magaletti), Brandon Seabrook + Cooper-Moore + Gerald Cleaver, Gabriele Mitelli + John Edwards + Mark Sanders, Orchestra Pietra Tonale. Fondamentale per lo sviluppo delle tre giornate è la nuova conformazione dell’area festival che prevede quattro palchi: club, circus, area merenda e talk, quest’ultimo dedicato al fitto programma di incontri che verrà annunciato prossimamente. Anche il punto merchandise godrà di un importante ampliamento consentendo a un grande numero di realtà musicali e artigiane del territorio di esporre e presenziare durante il festival. Si conferma la partecipazione del format Sinoria Modificata curata da Dualismo Sound e Pho-Bho Records che porterà i rappresentati di alcune delle label più interessanti del panorama left-field underground italiano ad presentare le proprie uscite e a esibirsi durante gli showcase pomeridiani.
Il programma
anteprima venerdì 21 aprile 2023
CAP10100 (corso Moncalieri 18 Torino, ticket euro 18 disponibile da martedì 21 febbraio su Dice)
Eiko Ishibashi & Jim O’Rourke
festival venerdì 26, sabato 27, domenica 28 maggio 2023
BUNKER (via Paganini 0/200 Torino, ingresso libero riservato ai soci Arci, prenotazione ingresso prioritario tramite iniziativa sostieni il festival)
venerdì 26 maggio
Pan Daijing
Sarah Davachi
Nziria
Leya
Upsammy
Stefania Vos
live visual by LSDR
Emisfero by MagdaClan
sabato 27 maggio
C’mon Tigre
Shackleton
Lalalar
DayKoda 4tet
Marlene Ribeiro
Sunny Levi
Pho-Bho Records
live visual by LSDR
Emisfero by MagdaClan
domenica 28 maggio
Boris
Moin (Raime + Valentina Magaletti)
Brandon Seabrook + Cooper-Moore + Gerald Cleaver
Gabriele Mitelli + John Edwards + Mark Sanders
Orchestra Pietra Tonale
Emisfero by MagdaClan
extra sabato 3 giugno
Museo Nazionale del Cinema di Torino (Cinema Massimo, via Giuseppe Verdi 18 Torino
Irreversible Entanglements
epilogo venerdì 9 giugno
Planetario di Torino (via Osservatorio 30 Pino Torinese TO
Mabe Fratti
C. stampa