Il Kino Šiška, di cui abbiamo già parlato in altre occasioni, è la sala principale per la musica a Lubiana. Venue che può contenere un migliaio di spettatori, attiva da una decina d’anni nei locali di quello che era uno dei cinema più grandi dell’ex Jugoslavia in un quartiere non lontano dal centro della capitale slovena. Una sala di proprietà ministeriale, ricostruita secondo un progetto che ha messo al centro la musica e la sua fruizione; audio, luci, spazi, tutto concorre a creare una location davvero godibile.
Premessa importante per raccontare il weekend partito l’11 marzo proprio a KS con una doppietta di concerti molto riusciti e partecipati, un ambiente simile riconcilia subito con il senso dei concerti vissuti di persona. In un match perfetto, con due set vivaci e trascinanti e una risposta molto entusiasta del pubblico, nei numeri (Metronomy sold out, Caribou quasi) e nella partecipazione a entrambi gli show. Anche la dimensione stessa numerica del sold out, non stracarico ma proporzionato alle misure della sala Katedrala, è elemento di forza empatica e non di affollamento proibitivo, ed è un altro aspetto non secondario da sottolineare.
Venerdì Dan Snaith nella sua incarnazione più nota, Caribou, ha aperto le danze di questo fine settimana. Accompagnato dalla sua ottima band con grande precisione ritmica, il sound è riuscito a conciliare un mood a suo modo rilassato a una sottesa spinta incalzante, a tratti irrobustita da una seconda batteria cui lo stesso Snaith si cimenta.
La scaletta visita molti degli episodi della discografia del canadese, esordendo con Our Love dall’omonimo lavoro del 2004, ma con tracce prese anche da The Milk Of Human Kindness (2005), Swim (2010) e dal più recente Suddenly del 2020, che gira in tour per la prima volta compiuta e non episodica, visti i recenti tempi pandemici. Suddenly è stato tra l’altro anche oggetto di un buon album di remix, con interventi tra gli altri di Four Tet, Jessy Lanza, Tor Y moi, Koreless e altri, che vi consigliamo molto.
Tornando alla performance passano ovviamente i maggiori successi come Odessa, Bees, Sun (che infiamma definitivamente la hall di Kino Siska), per finire con un rientro palco celebrato trionfalmente da Can’t Do Without you, a suggellare una serata di grande e gioiosa rinascita, cui da il suo sostanziale contributo anche la parte visuale, semplice ma molto efficace tra silhouette, giochi geometrici e cromatici.
Dopo soli due giorni la stessa sala ospita i britannici Metronomy. Le vibrazioni non di discostano troppo da quelle di due sere prime, ma il gruppo di Joseph Mount e soci propone un pop più analogico e suonato, leggero, arricchito comunque dagli elementi elettronici, dosati con equilibrio e dalle molte voci che i componenti della band alternano o sommano nei vari pezzi. Due tastiere (Oscar Cash e Micheal Lovitt) il preciso lavoro della batteria di Ann Prior e del basso di Olugbenga Adelkan, e la vivace presenza scenica di Mount, conducono per mano un audience nuovamente molto ricettiva e danzereccia a un live set indovinato. L’ultimo Lp Small World, fuori da nemmeno un mese, è ben presente in scaletta ma si va, come per Caribou, anche indietro nei dischi passati, la cui origine (inizialmente un progetto del solo Mount) risale al 1999. Così arrivano Love letters, The Bay, Right on time, The Look ma anche brani più recenti come Salted Caramel Ice Cream, che stuzzica un gioco con il pubblico con la traduzione di gelato – Sladoled – in sloveno; diversi gli estratti dall’ultimo lavoro, come It’s Good to Be Back, titolo perfetto per questa due giorni lubianesi in cui mettersi alle spalle ballando un altro inverno, si spera l’ultimo, con poca musica live da godere in presenza.
Un veloce accenno anche a Sofia Kourtesis, che ha aperto il live di Caribou con un buon set di elettronica a tratti più densa a tratti più easy, catturando l’attenzione dei presenti con una performance relativamente basica ma grintosa e scanzonata.
Cannibal Se-lecter