Karlheinz Stockhausen: “Stimmung”: il viaggio misterioso alla ricerca del se

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Il metodo di Hegel è uno dei migliori sistemi dialettici per scopi didattici e per affrontare un’ermenuetica su una determinata opera dell’ingegno. Si basa sull’approccio metodologico alla critica suddiviso in tesi, antitesi e sintesi. La prima pone l’assunto, la seconda lo nega e l’ultima è il superamento della prima dicotomia per pervenire a quello finale ermeneutico.

Per poter comprendere un lavoro così apparentemente astruso come Stimmung di Stockhausen, occorre fare un salto indietro alla prima metà dell’ottocento e riallacciarsi ad altri due esponenti della cultura tedesca: il filosofo Fichte e il poeta Novalis.

L’idealismo di Fichte è la conseguente rielaborazione di quello kantiano ed è perfettamente in sintonia con lo spirito romantico del tempo. Si distingue un Io cioè l’emanazione o azione creatrice della coscienza dell’essere, del se ed un non Io che è tutto quello che è ad esso estraneo ma permette di poter dimostrarne l’esistenza. Però – e qui sta la grande novità – la separazione tra i due concetti è apparente infatti sancisce la teoria della divisibilità tra queste entità.

Se attribuiamo al primo la coscienza e quindi l’Uomo, con il secondo ci riferiamo alla Natura. Viene a cadere la dicotomia tra lo Spirito, interno all’uomo e la Materia di cui è composta la Natura, la quale anzi si spiritualizza, attraverso l’essere umano che è l’attore di questo processo creativo. Fichte fa così strame di ogni razionalismo cartesiano che distingueva res cogitans e res extensa ma anche supera Kant che utilizzava il concetto di noumeno, di cosa in sè diversa dal fenomeno.

Ora è la volta di Novalis, esponente di spicco della letteratura romantica europea che estende la concezione del filosofo all’ambito letterario. Egli vede nell’ambiente naturale qualcosa che non è evidente ma misterioso e “magico” e con cui gli esseri umani si identificano. È un approccio mistico che colloca il pensatore come antesignano dei movimenti new age.

Giungiamo a Stimmung, unica composizione divisa in 51 momenti per sei voci e sei microfoni.

Uno schema che prende spunto dalla ricerca elettronica del passato per poi influenzare quella del futuro. Realizzata nel 1968, significa letteralmente “umore, stato d’animo” ma la nozione è più forte, a tal punto che non esiste un vocabolo italiano che possa rendere il significato nella sua interezza.

Tuttavia Stimmung vuol dire anche Accordo, Intonazione infatti l’opera è tonale, nel senso che le voci si intersecano fra loro in un’armonia consonante dove ciascuna si muove in perfetto sincrono e si incastra alle altre, ricreando una sintesi.

L’ugola umana è l’unico strumento per poter giungervi (non per niente il componimento incantò il grande Demetrio Stratos). Siamo di fronte ad invocazioni a divinità di civiltà del passato come Viracocha degli Aztechi, Ahura Mazda del mazdeismo persiano, dei animisti degli aborigeni australiani, divinità induiste e altre. Stimmung ricrea il senso magico della natura così come definito da Novalis ed è una ricerca del Sé e della propria interiorità, passando attraverso il misticismo orientale. Per questo motivo si può affermare che Stockhausen abbia creato un’inno religioso, in quanto capace di donare al fruitore in maniera strabiliante il senso del Sacro.

Marco Fanciulli