L’etichetta di Mike μ-Ziq Paradinas è un assoluto punto di riferimento per chi segue l’elettronica obliqua ed eterodossa. Da cinque lustri riesce a essere sempre molto reattiva e contemporanea, esplorando con grande abilità nella ricerca nuove traiettorie che nascono e si sviluppano nel magmatico mondo dei beat.
Tantissimi gli artisti che sono stati pubblicati nei suoi venticinque di storia: Luke Vibert, Venetian Snares, Ikonika, Ital Tek, Meat Beat Manifesto, Milanese, Boxcutter, Chevron..in tempi più recenti Jlin, Antwood, Zìur, Kuedo, insomma la lista è lunga, variegata e stimolante.
Fondamentale la presenza sul dubstep in varie declinazioni (Pinch, Distance, Gemmy, Geiom, Swindle, Starkey…), e quella sull’area footwork/juke (Rp Boo, Traxman, il compianto Dj Rashad, Dj Nate). E poi tante chicche sparse e diverse, a formare un catalogo ricco e curioso. Di recente, ad ottobre, ha pubblicato il suo ultimo lavoro John Frusciante, ma di sound differenti dal core del catalogo ne compaiono parecchi: i sudafricani John Wizards, il polimorfo Antwood, l’ambient stratificato di Meemmo Comma, non dimenticando che in un roster cosmopolita si registra anche una presenza italiana con Herva (qui la nostra recensione nel 2015 del primo lavoro, Jila, cui ha fatto seguito Hyper Flux nel 2017, e una presenza nella compilation per il ventennale).
Uscita il 4 di dicembre la raccolta che festeggia il venticinquennale dell’etichetta contiene 15 pezzi e presenta una serie di track intriganti, radunando e miscelando spinte che puntano a diverse direzioni e (sotto)generi.
In particolare, è molto riuscito il lavoro di Ital Tek con la sua Deadhead, così come colpisce la patina di bassi grevi che avvolge Eomac nella conclusiva All the rabbits in the tiergarten, che contempla anche una sfuggente linea melodica complementare. Catturano la mente anche l’incrocio techno/free jazz di Speaker Music con Techno is a Liberation Technology (ft. AceMo) e Skee Mask alle prese nell’occasione con il profondo e ispirato remix di Rez di Konx-om-pax.
Ci si move in varie forme anche entro (e fuori) i confini del footwork, dal solido e anthemico sound di Rp Boo ft Afiya in Finally here, che flirta con suoni acidi, fino al complesso intreccio proposto in Flowers di Ripatti, un altro alter ego di Vladislav Delay, bravo come sempre a esplorare stratificazioni e a muoversi fluido tra atmosfere, soluzioni ritmiche e scelta di suoni. Tutti i pezzi contribuiscono comunque alla riuscita di una raccolta che ci spinge ad augurare una vita “long and prosper” al pianeta Mµ.
Tre domande a Mike Paradinas
A corollario della review siano riusciti a scambiare qualche domanda via mail al disponibile deus ex machina dell’etichetta. In questa breve corrispondenza abbiamo provato a ragionare sinteticamente su qualche aspetto della evoluzione di una label come questa nel tempo, e nel periodo della pandemia.
Cosa trovi di diverso nel ruolo di A&R nel 2020 paragonandolo a venticinque anni fa, alla nascita di PlanetMµ ?
Una prima pratica considerazione è che economicamente è tutto meno remunerativo, e ciò non può che impattare i ragionamenti e le decisioni. A livello basico è ancora lo stesso lavoro, selezionare musica che ti piace e in cui credi e capire se puoi pubblicarla, diffonderla e venderla. Il budget è molto più ridotto per firmare artisti, per gli artwork e tutti i passaggi necessari, così come i video sono oramai rarissimi se non con lavori a costo zero, semplicemente perché è una operazione che oramai non è sostenibile in una ottica di costi/benefici.
Come è cambiata la quotidianità del lavoro in tempi di pandemia?
Ha ha, alla fine è rimasto tutto simile per certi versi quest’anno, nello specifico. Alcuni dischi andati bene ci hanno aiutato molto in questo, dandoci la possibilità di proseguire il nostro lavoro nel 2021 e sperabilmente oltre, siamo sempre stati abituati a lavorare in remoto, quindi la strutturazione precedente è rimasta abbastanza inalterata.
Ultima curiosità: ci sono stati casi di dischi, che come tua personale opinione, hanno raccolto molta meno attenzione di quanto avresti voluto?
Recentemente del lavoro di Felix Lee per esempio si è parlato davvero poco, credo meritasse diversa ricezione ma è sempre difficile intuire come i media reagiranno a un disco, anche se credo sia in qualche chart di fine anno di Fact Magazine. Stessa cosa per l’uscita di Sami Baha, non in tutti i casi riusciamo a stabilire la giusta connessione con l’audience della PlanetMµ.
Cannibal Se-lecter