I Retina.it raccontano l’UpToDate Fest 2020

Lino Monaco e Nicola Buono sono i nostri inviati speciali a Bialystok per documentare uno dei pochi festival che ha resistito al Coronavirus.

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Essere ad un festival nel tempo in cui la pandemia ha stroncato quasi tutte le iniziative musicali a livello mondiale è un po’ come ritrovarsi su un’isola abbandonata che ancora mantiene il ricordo di un’umanità con la voglia di ritornare quella di prima.

In realtà per noi è stata la seconda kermesse a cui abbiamo preso parte durante quest’estate. La prima è stata Aqusmatiq ad Ancona, ospiti insieme ai D’Arcangelo e Paolo Bragaglia (direttore e ideatore dell’evento) in trio con Paci Dalò e Lippok in collegamento da Berlino. Una forma ridotta che ogni anno (oggi siamo alla XV edizione) si svolge nel Lazzaretto o Mole Vanvitelliana del capoluogo marchigiano. Ottimo esempio di quello che andava fatto per salvare in modo intelligente la stagione italiana dei festival, cercando forme e soluzioni rispettose delle restrizioni dovute alla pandemia in corso. Tornando ab ovo, ciò che ha invece sorpreso da subito, è la macchina organizzativa di Up To Date a Bialystok in Polonia, a cui abbiamo partecipato e già oggetto di recensione nel 2018 dalla crew di Frequencies.eu (leggi l’articolo) ed incensato da loro l’annata seguente (leggi l’articolo).

Puntualizziamo in primis che si sono mantenute le stesse dinamiche delle scorse edizioni, con decine di ospiti che si sono alternati però nel corso di una intera settimana, ovviamente per rispettare le restrizioni dovute alle problematiche innescate dal coronavirus.

Una prima volta qui per noi, sotto l’astro negativo del flagello che ha colpito l’intero globo, in una realtà che ha tanto sofferto nel passato recente, ma che è riuscita attraverso varie vicissitudini a mantenere una propria identità. Abbiamo apprezzato già dai primi contatti la serenità presente tra le strade urbane malgrado tutto e la cordialità dei vari organizzatori che in fin dei conti rispecchiano il carattere di una popolazione gentile.

Dopo una ricca cena in un pub locale a base di Pierogi ed altre specialità, ci siamo recati al “Teatro dei Pupi”, dove abbiamo assistito alla performance di apertura, un live A/V dei Pin Park, fautori di un’ elettronica dalle tinte kraut e psichedeliche, accompagnati da visuals astratti che talvolta ricordavano le opere di Kandinsky.

Il mattino successivo abbiamo avuto modo di farci un giro in città, per poter renderci conto di come era strutturata.
Al centro la grande piazza dove svettano i campanili della Basilica dell’Assunta, sotto cui, in occasione del quarantennale della fondazione di Solidarnosc, erano esposte su dei grandi tazebao le foto della rivoluzione negli anni ’80 capitanata dal futuro presidente Lech Walesa.
Coloro che hanno vissuto in prima persona quegli anni, ricorderanno l’eco mediatico che la rivoluzione suscitò, innescando una serie di reazioni a catena che portarono alla successiva caduta del muro di Berlino, con la conseguente apertura del blocco dell’est, nonché un acquietamento della guerra fredda.
Ci siamo anche addentrati in un grosso quartiere dalla classica architettura socialista, come se ne vedono in special modo a Berlino est che ne è praticamente piena, ma in questo ambito si nota il fascino legato alla memoria dei grandi racconti di Sc-fi del secolo scorso. Ovviamente ci siamo persi nel labirinto di questi blocchi abitativi di cemento per sentirci al centro di una distopia. A mezzogiorno ci siamo recati all’appuntamento per spostarci verso la location dove avrebbero avuto luogo le perfomance serali.

Il luogo dell’evento era situato a 40 km dal centro di Bialystok, a Goniądz, nei pressi del parco nazionale di Biebrzański.

Il nostro accompagnatore Bartek sin dal primo momento ci ha spiegato che il posto è stato tenuto segreto fino al pomeriggio, poiché fruibile in esclusiva per un pubblico di 200 persone che aveva acquistato il biglietto in prevendita. Operazione che ha di fatto evitato un flusso non gestito e non gestibile. Peccato perché l’amplissimo spazio, pari a 4 campi di calcio contigui, in tempi migliori avrebbe consentito l’afflusso di migliaia di clubbers e supporters.

Terminato il soundcheck si è atteso il far della sera, per l’inizio dei live. Rigorosamente tutto si è concluso prima della mezzanotte dopo l’alternanza di 4 show: Vi, Raroh, Birds ov Paradise e Retina.it.
I primi 2 artisti ci hanno deliziato con dj set a base di scelte musicali affini ai nostri gusti. Poi Birds ov paradise, artista di punta della svedese Hypnus records con un live fluido e ricco di sfumature che ben risuonava nel contesto naturale in cui ci trovavamo ed infine noi cioè i retina.it protagonisti anche di piccoli problemi di natura tecnica, poi risolti. E’ stato pensato e realizzato anche un servizio in streaming che, al momento della stesura del report, è tuttora utilizzabile sui canali Youtube del festival per poter vedere in pratica come si è potuto suonare ed in quali condizioni e circostanze rispetto agli anni passati. Nel contesto delle restrizioni, in tutto ciò a cui abbiamo preso parte sia come spettatori il giorno prima nel teatro, sia nella giornata della nostra esibizione, ci ha stupefatto il comportamento delle persone che mantenevano con rigoroso rispetto le regole dettate dalla situazione. Una valida dimostrazione di come sia possibile organizzare eventi nonostante i pericoli della diffusione virale. Venivano infatti indossate le protezioni e l’allestimento anche all’aperto era provvisto delle strutture adeguate alla disinfezione delle mani. L’impatto shoccante invece era determinato da questo ampissimo parco dove era possibile mantenere una distanza sociale con un raggio di centinaia di metri.   

La nostra presenza artistica si è conclusa il giorno seguente anche se una piccola disavventura ci ha poi trattenuto nei pressi dell’aeroporto di Varsavia per altre 24 ore.

Lino Monaco e Nicola Buono – Retina.it