Sindaco & Abyssy – The Depot (OTO Casa Discografica)
Nella geografia della musica elettronica c’è stato un periodo in cui un’autostrada sonica super veloce connetteva Bologna con Detroit. Il Link è stato una seconda casa per molti degli artisti più importanti della scena, e le prove sono facilmente riscontrabili nella massiccia mole di influenze che ritroviamo ancora oggi nei set e produzioni dei talenti locali anche più giovani, che di quell’epoca hanno solo sentito leggende senza nemmeno l’aiuto di un video su Youtube.
Angelo Sindaco e Mayo “Abyssy” Soulomon sono stati testimoni oculari fin dai primi ’90, muovendosi da pionieri avventurosi in un mondo semi-sconosciuto. Si avvertiva che si aveva a che fare con qualcosa di grosso, ma era impossibile immaginare la portata globale che avrebbe avuto il movimento. Ed è alquanto significativo che si siano ritrovati oggi, tempo dell’eterno nostalgico fasullo presente, in studio assieme per ragionare su un album che riflettesse le esperienze maturate, ma con la consapevolezza che, nonostante il genere sia più che adulto, il sound della Motor City conservi nel suo codice genetico un indomito slancio per il futuro. The Depot è una creatura mutante, funk lunare per cyber ballerini, prodotto con perizia, capace di fare proprie le diverse declinazioni di stile mantenendo comunque una solida costanza narrativa. Quando le radici sono profonde l’albero non può che continuare a crescere.
Swarmm – Extract/Transform/Load (Holotone)
Liam Noonan è il nuovo talento approdato sull’etichetta di Daniele Antezza, che si diletta a destrutturare suoni, cultura rave e trame fantascientifiche. Il risultato è una soundtrack abrasiva, che racconta di hacker-spacciatori di memorie corrotte a innesto celebrale; per attivarle basta fissare le strobo per pochi secondi. Il buio ingoia e la luce rigurgita il beat con meccanica violenza, mentre echi e melodie sono affidati al flusso incostante di dati, bypassano le sinapsi e si aprono in sinfonie decadenti.
Hi-Fi Panorama – Oracolo (Cubedevision)
Massimo Araldi da Piacenza è il nome più interessante degli ultimi anni per quanto riguarda il field recordings. La sua abilità con i microfoni è di livello superiore, e questa ultima prova non è altro che un’ulteriore conferma. Il respiro di una città assediata dalla paura del contagio da Coronavirus, ferita nell’anima dalla quarantena. Eppure per le vie deserte che rimandano a La Peste di Camus, Massimo coglie la poesia oltre il lamento. Non una fredda documentazione scientifica o cronaca, ma la registrazione di un tormento ancestrale che attanaglia l’anima per una vita sospesa, che necessariamente non potrà più essere come prima, la cui naturale trasformazione in musica riesce a consolare.
Alan Backdrop – Before the light (Self release)
Alessio Meneghello, in arte Alan Backdrop, lo stiamo seguendo da diverso tempo per le grandi doti sia in consolle che in studio. Approfittando dello stop forzato di questi mesi, ha deciso di compilare un album selezionando il materiale prodotto dal 2012 a oggi. Il mood è techno dronica virata al viaggio mentale, la pillola per vedere quanto è profonda la tana del Bianconiglio. Un disco perfetto sia per l’ascolto casalingo o in cuffia, sia per ipnotizzare il dancefloor giocando tra techno e progressive house. Qualcuno ne dia una copia a Sasha e Digweed.
Dadub – A Sun Called Moon (Ohm Resistance)
Daniele Antezza e Marco Donnarumma, ovvero i Dadub, escono con un disco su una delle migliori label del sound d’assalto avanguardista, la Ohm Resistance di New York.
In appena quattro tracce imbastiscono il dramma della tragedia umana con ritmi sincopati, bassi esoterici, e atmosfere ricavate collegando al mixer una sega elettrica alimentata ad ansiolitci. L’impatto sonoro è un pugno di Mike Tyson. Il trauma provocato si estende rapido attraverso i nervi, spostando l’asse di percezione della realtà.
Federico Spadavecchia