Inserita nel contesto dei Meetings on Art, e dopo il grande successo ottenuto a maggio con le performance inaugurali, la settimana di chiusura della Biennale Arte 2019 darà vita a una serie di nuove performance con programma giornaliero che si svolgeranno tra il Teatro alle Tese e il Teatro Piccolo dell’Arsenale.
Il programma amplia il tema della 58. Esposizione Internazionale d’Arte, dal titolo May You Live In Interesting Times, e include artisti che stanno segnando ‘la performance’ di ultima generazione.
Tra questi segnaliamo in particolare quella gli Invernomuto, che nella loro performance affrontano i temi della bio-politica e più ampie questioni ecologiche, dalla terra fino al mare e al corpo umano.
La performance
Il Mar Mediterraneo, un tempo inteso come entità fluida che favoriva la formazione di scambi e comunicazioni, è ora teatro di una crisi umanitaria e di un’accesa disputa geopolitica. Ispirandosi al lavoro della studiosa Alessandra Di Maio, che riadatta al Mediterraneo la teorizzazione di “Atlantico Nero” di Paul Gilroy (Black Med, 2019) mira a intercettare le traiettorie definite dai suoni quando questi attraversano quest’area quanto mai versatile. Divise in diversi capitoli, le sessioni di ascolto di Black Med si basano su un DJ-set supportato dalla proiezione di una serie di diapositive che riportano testi teorici e retroscena che fanno riferimento ai brani musicali, raggruppati per temi elegiaci. Le sessioni esplorano diversi viaggi del movimento del suono, toccando vari argomenti quali gli usi alternativi della tecnologia, le migrazioni, le periferie e le interspecie. In occasione dei Meetings on Art alla Biennale Arte 2019, Invernomuto presenta in anteprima il quarto capitolo di Black Med, che approfondisce la loro ricerca sul suono attraverso il Mediterraneo verso le rotte orientali e l’area del Golfo. In questa sessione esploreranno diverse idee di futurismo e intraprenderanno traiettorie inaspettate tra Europa e Medio Oriente, cercando di decostruire i vecchi stereotipi dello sguardo orientalista.
Invernomuto
Simone Bertuzzi e Simone Trabucchi collaborano insieme con il nome di Invernomuto dal 2003. Sebbene il loro lavoro si concentri principalmente sull’immagine e sul suono in movimento, nella loro pratica mettono insieme anche scultura, performance, editoria. Invernomuto esplora ciò che resta delle sottoculture muovendosi attraverso diversi media. Rivela così culture orali e storiografie minori ed esamina forme vernacolari, attraverso un punto di vista che non ha paura di essere scosso da quanto guarda.
Info: labiennale.org