Continuiamo i nostri focus sulla scena slovena, occupandoci questa volta di una delle band più rappresentative, i Torul, trio synth-dream pop il cui il sesto album verrà pubblicato questo mese. I ragazzi han presentato l’ultimo singolo al Kino Siska con un energico live set.
Abbiamo incontrato il fondatore del gruppo, Torulsson, che è anche producer e dj oltre che ingegnere del suono molto ricercato.
Tracciamo una breve storia della band, fino al nuovo disco in arrivo a brevissimo.
Inizialmente Torul era un progetto individuale di Torulsson, e in quella veste ha pubblicato diverse track techno, acid e deep minimal, fin dal 1999.
Dal 2010 la creatura si è trasformata in un trio synth/indie/dream, che ha sviluppato una forma di alternative vocal pop striato di malinconia.
Dopo il primo LP autoprodotto Dark Matter, la band ha suscitato interesse in varie label e ha firmato per la tedesca Infacted Recordings. Da quegli esordi a oggi ha girato situazioni in tutta Europa, raggiungendo anche palchi di festival come Mera Luna, Wave Gothic Treffen e Amphi e showcase come Ment, ESNS and BuSH. Abbiamo realizzato una decina di video negli anni e cinque album, ora siamo pronti all’uscita del nostro sesto lavoro, Hikikomori. Il singolo presentato nel live a Kino Siska è il quarto prima della pubblicazione del nuovo disco. Il pezzo sembra molto onirico e rilassante, ma veicola testi dark e diretti, e sia il singolo sia il video stanno ricevendo ottime recensioni. E’ sempre difficile trovare la formula per equilibrare il tono pop senza divenire banali e scontati, ci pare di esserci riusciti.
Come Torulsson sei anche un producer e ingegnere del suono. Hai a che fare con musicisti, TV, pubblicità, mixing e mastering. Quanto di queste esperienza confluisce nella band?
Imparo costantemente nell’ambito della produzione musicale, così il mio focus resta fortemente alimentato. Al tempo stesso non amo le tracce ultra prodotte, trovo che molta della musica ora prodotta sia troppo levigata, ricetta che può funzionare in ambito pop ma che diventa facilmente uno svantaggio che porta a brani noiosi e “overcooked”. Ci piace come band sorprendere e sorprenderci, raccogliere stimoli diversi dal mondo musicale e non solo, quindi teniamo sempre aperte nuove strade per Torul pur avendo di contro sviluppato chiaramente un nostro sound ben definito nel tempo.
Su Frequencies abbiamo avuto molto a che fare con la Slovenia e Lubiana in questo periodo; percepisci la città e la scena artistica come un buon ambiente per fare musica?
La Slovenia è un paese piccolo, a volte questo è un malus con cui fare i conti. Un piccolo mercato che non sempre ha spazio per tante proposte diverse. Spazio sui media, apertura ed attenzione dei club e delle stazioni radio sono ovviamente tutti fattori importanti per il lavoro di una band.
La Slovenia da questo punto di vista non è facile, è necessario stabilire relazioni all’estero per espandere le tue possibilità. Suoniamo più facilmente all’estero ad esempio, c’è poco spazio “in casa” per act che non siano genericamente pop-rock, o di contro espressione dell’ultimissimo trend di successo. Alcune crew e team di Dj sembrano autosufficienti e scarsamente motivati ad allargare il loro orizzonte. E’ normale in questa dimensione, ma fatti salvi alcuni party davvero interessanti, trovo ci sia ad esempio una carenza nel numero di produzioni, vorrei sentirne di più.
Credi che la comunità musicale elettronica non mainstream rinforzi il lavoro dei singoli artisti?
Di recente ho avuto l’occasione di scoprire alcuni nomi “nuovi” come Bombyx Lori, Murphy, Jardier, Futurski, e anche i trap-boys Matter hanno iniziato bene il loro percorso. Di certo mi sfugge qualcuno ora, mi piace avere contatti con altri artisti, ma non succede così spesso. Non ne faccio una colpa a nessuno, l’importante è rimanere aperti al confronto e incontrare più persone stimolanti possibile nell’ambiente creativo, lo scambio giova a tutti.
Cannibal Se-lecter
Photo Cover: Alexander Jung