Kino Šiška è da alcuni anni la sala da concerti per definizione in Slovenia. La sala ex-cinema si fa apprezzare per un’ottima acustica e dimensione, intorno ai mille spettatori, perfetta per godersi gli spettacoli in programma.
Lubiana è una capitale pulsante, che ospita diversi posti per la musica anche rispetto al numero di abitanti (le molteplici venue della cittadella Metelkova, Orto Bar, l’arena open air Krizanke, club come il k4 che compie 30 anni in questo periodo).
Il primo weekend di maggio ha ospitato il live di Apparat, presentatosi on stage insieme a una band agguerrita. Sascha Ring torna in tour dopo l’uscita di LP5 e la fine (per sempre?) del percorso dei Moderat insieme ai Modeselektor, fresco di recente tour d’addio.
Un visual di semplici luci lineari fa da cornice all’inizio del concerto, la ricchezza e complessità stratificata del sound proposto è intuibile anche dal numero di strumenti sul palco, suonati da un gruppo di musicisti capaci di passare da un all’altro con estrema disinvoltura. Il repertorio pesca molto dall’ultimo album, sesto capitolo della carriera e terzo per la Mute, forse il più lento di battuta.
Il fluire della scaletta è incisivo, un crescendo non smaccato ed evidente, ma sottile e continuo, dalla partenza di Dawan, passando per Outlier, Gravital Flow, Brandenburg e concludendo con perle come You Don’t Know me e Circles, brani importanti tratti dai lavori precedenti.
Il concerto si svolge davanti a un pubblico entusiasta, in un rapporto piuttosto confidenziale: poca interazione vocale, tra un Apparat non molto loquace e gli spettatori; ma a giudicare dagli applausi scroscianti a fine performance, al sincero boato al ritorno on stage per i bis, probabilmente emerge che lo scambio palco – sala è avvenuto a livello di suono e suggestione, di pubblico che balla e si lascia trasportate, va benissimo così.
Cannibal Se-lecter
Photo Cover: Aleš Rosa/Kino Šiška