La musica che mette ordine nell’Universo: “Persepolis” di Iannis Xenakis

Il compositore francese applica al pentagramma le regole matematiche e del calcolo delle probabilità. La città di Persepoli, con le sue rovine grandiose e imponenti, assurge a simbolo armonico supremo nato dal Grande Architetto dell'Universo.

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Iannis Xenakis appartiene alla cultura sinfonica. Questo è la chiave per comprendere la Weltanschauung del compositore greco.
Nato in Romania ma naturalizzato francese, è un diretto discendente della tradizione che, partendo da Beethoven, giunge al novecento passando per Brahms, Ciajkovsky e Mahler. La sinfonia è architettura musicale e Xenakis da essa sviluppa la sua visione, ritrovando i passati studi matematici e ingegneristici.

Persepolis è stata composta per lo Scià di Persia, e verrà eseguita per la prima volta nel 1971 al festival di Shiraz. Il titolo è una dedica alle rovine dell’antica capitale dell’Impero. Qui la poiesis di Xenakis raggiunge il nadir, il concetto di “musica stocastica“, creazione tipicamente xenakiana, arriva alla sua più felice realizzazione.
Musica stocastica, ovvero approcciare il pentagramma applicando le regole matematiche e del calcolo delle probabilità.
Vi è una sintesi di casualità e progettualità; nel senso che pur essendo dominata dal principio della probabilità e dell’indeterminatezza tende verso una meta già prefissata, un progetto predefinito. È il significato del termine “stocastico”, dal Greco: “tendere verso qualcosa”.

Ma che cosa lo ha condotto qui? Soltanto il suo bagaglio conoscitivo di natura scientifica? Senza dubbio. Ma la scintilla scocca dall’infatuazione per la filosofia e la concezione pitagorica del numero. Per Pitagora questo è l’elemento generatore ed ordinatore del cosmo, ciò che, nel caos dell’universo, introduce un principio di quello che gli antichi Greci chiamavano logos, la Ragione, intesa nel senso kantiano di Ragion Pura.

La musica di Xenakis compie un processo di avanguardia avanzando da un assunto che risale alla notte dei tempi: il numero mette ordine nella materia caotica e, da quest’ultima, origina la nascita delle forme geometriche, la concordanza fra i corpi e l’equilibrio, fra le consonanze musicali. L’indeterminazione come strada per arrivate alla determinazione.
In Persepolis, costrutto totalmente elettronico, la stocastica raggiunge il suo zenit. Nel perpetuo gioco di espansioni e contrazione nel mare magnum di un suono indeterminato e nebuloso, si esplica l’ordine matematico ed architettonico che crea l’armonia planetaria.
La città di Persepoli, con le sue rovine grandiose e imponenti, assurge a simbolo armonico supremo nato dal Grande Architetto dell’Universo.

Chiudiamo il circolo ermeneutico riprendendo la nozione di sinfonia, che va tradotta unicamente come armonia di suoni che vanno insieme, dal Greco sun e phone appunto. Sarà un’opera destinata a influenzare parecchi pilastri della ricerca elettronica contemporanea, tra cui citiamo Brian Eno con l’idea di musica per ambienti, il rumore estremo di Merzbow, e Ryoji Ikeda, il più vicino alla fusione suono/numero.

Marco Fanciulli