La sesta edizione di Terraforma, il festival internazionale di musica, sperimentazione e sostenibilità ambientale prodotto da Threes in collaborazione con Fondazione Augusto Rancilio, si svolge dal 5 al 7 luglio nel bosco di Villa Arconati-FAR a Bollate (Milano) ed è incentrata sul tema del linguaggio
Il processo di terraformazione, da sempre focalizzato sulla musica elettronica come una forma d’arte in prevalenza definita dall’assenza di testo, riparte con un approccio diverso. Il linguaggio di Terraforma si manifesta quest’anno sia come mezzo sia come elemento di esplorazione. Parole, immagini, voci e codici, oltre che suoni, sono immaginati per creare una conversazione diretta e in continua evoluzione con la comunità globale che ogni estate, dal 2014, si ritrova a Villa Arconati. Per dirla con le parole di Nathalie Du Pasquier, l’iconica scultrice, designer e pittrice che ha rinnovato l’artwork del festival, “il nostro è un alfabeto i cui simboli hanno un valore variabile, la loro combinazione crea significati diversi a seconda di chi li decifra”.
Annunciati i primi artisti della VI edizione
Lo spettacolo più atteso di Terraforma 2019, in collaborazione con il Festival di Villa Arconati-FAR, è affidato al linguaggio universale di Laurie Anderson, artista visiva, compositrice, musicista d’avanguardia, regista, poetessa urbana, femminista, moglie del compianto Lou Reed e celebrità più atipica del pianeta. Anderson, espressione vivente dell’arte interdisciplinare, presenta per la prima volta in Italia The Language of the Future, una performance emozionante e imprevedibile che mescola narrazione (spoken word), musica (violino elettrico e orchestra digitale) e proiezione di video interattivi. Fresca vincitrice del suo primo Grammy Award nella categoria Musica da camera/Small Ensemble per l’album Landfall – ispirato all’uragano Sandy che nel 2012 devastò anche il suo studio di Canal Street a New York, distruggendo il suo intero archivio personale di opere d’arte, strumenti musicali, documenti ed effetti personali – e indimenticata autrice di quel brano ipnotico, virale, da classifica che fu O Superman, Laurie Anderson con il semplice atto della sua presenza può condurre il pubblico verso infinite direzioni estetiche e sfumature emotive.
Un’artista in grado di tradurre il linguaggio cinematografico contemporaneo in musica è la cantautrice e compositrice britannica Mica Levi, anche nota come Micachu. Le colonne sonore da lei scritte e musicate, tra cui Under the Skin (2013) con Scarlett Johansson, Jackie (2016) di Pablo Larraín con Natalie Portman e Monos (2019), mostrano soltanto una piccola parte dell’enorme talento di Mica Levi, che preferisce rimanere nell’ombra più che crogiolarsi sotto i riflettori di un premio Oscar. Questa producer umile, generosa e di sostanza, riesce sempre a esplorare luoghi inattesi e a manipolare ogni composizione, sia essa pop, elettronica oppure orchestrale, privandola di elitarismo.
La performance inaugurale di Terraforma, dopo il successo riscosso nella precedente edizione del festival con la sua installazione sonora in un planetario temporaneo, è l’esibizione dal vivo dell’acclamata produttrice e compositrice di musica elettroacustica Caterina Barbieri, di ritorno in Italia da Berlino. Le sue composizioni sono lunghe escursioni analogiche che sondano temi legati all’intelligenza artificiale, al tempo e allo spazio, dando nuovo significato al linguaggio minimalista.
Con il suo set granitico, che ha già scosso le pareti dell’Assab One di Milano per l’anteprima di Terraforma nel 2015, DJ Stingray è pronto a veicolare il linguaggio industriale a cielo aperto, nello stesso contesto magistralmente “terraformato” da Jeff Mills lo scorso anno. Presenza fondamentale nel panorama internazionale della techno di Detroit, Sherard Ingram è stato il dj ufficiale nei tour della Underground Resistance con i Drexciya, dove si presentava sul palco con il volto mascherato. Una consuetudine che ancora oggi mantiene, in tutta la sua brutale bellezza, ogni volta che appare in console.
Il linguaggio mistico di un outsider come Daniel Higgs, nell’esecuzione di The Fools Sermon, si manifesta invece attraverso omelie che, come portali, possono trasportare il pubblico verso nuove dimensioni. Se il suo banjo è un’astronave, la sua voce è un libro degli incantesimi. Negli oltre trent’anni di carriera come musicista rock e folk, poeta e oratore, sempre in bilico tra sacro e profano, fisico e metafisico, proterozoico e presente, Higgs ha lasciato un’impronta indelebile come frontman del gruppo post-hardcore Lungfish.
Lanciato dall’amico Valentino Mora (tra i migliori interpreti della scorsa edizione) e reso popolare dall’etichetta dei Modeselektor, il dj parigino dalle origini polacco-maliane Bambounou è diventato una figura chiave del clubbing internazionale. Il suo linguaggio trasversale nasce da produzioni che uniscono più generi musicali fra loro, come house, techno e bass music, mentre i suoi djset sperimentali fluttuano tra paesaggi astratti, visioni post-globali e frazioni di elettronica vintage.
La musica di Terraforma parla a un pubblico sempre più attento all’ambiente, al linguaggio della natura, che si concretizza in un percorso di valorizzazione, bonifica e riqualificazione del bosco di Villa Arconati. Tra i progetti di sostenibilità, il festival ha ultimato un labirinto di siepi, realizzato sul modello originale disegnato da Marc’Antonio Dal Re nel 1743. Per il suo compimento, grazie alla collaborazione pluriennale con Borotalco, sono stati piantati oltre 500 esemplari di carpino lungo cinque cerchi concentrici che conducono al centro. Come nelle tre precedenti edizioni, anche quest’anno il labirinto ospita performance artistiche che sfruttano tecniche di spazializzazione del suono.
Terraforma riceve il primo riconoscimento internazionale per la sostenibilità
A fine gennaio Terraforma è stato premiato per la sostenibilità da A Greener Festival (AGF), l’associazione inglese no profit più attiva nella ricerca, nel monitoraggio e nell’aiuto all’implementazione di soluzioni green per eventi musicali, ed è l’unico festival italiano presente su 35 manifestazioni di 14 paesi europei, nella categoria Improvers (per aver iniziato il “viaggio” verde mostrando un impegno significativo nel processo di riduzione dell’impatto ambientale). Oltre al riconoscimento, AGF ha redatto una valutazione, basandosi su dati e informazioni raccolti prima, durante e dopo il festival, per tracciare le linee di intervento di Terraforma per il 2019: salvaguardia del verde, riduzione dei rifiuti con particolare attenzione alla plastica, monitoraggio dei consumi idrici ed energetici, mobilità e sprechi.
Comunicato stampa