Jazz is Dead! 2018

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Pochi giorni al via del Jazz is Dead! 2018.
Nato nel 2017 con l’intento di festeggiare i 60 anni di ARCI Torino, torna quest’anno  sotto forma di festival senza intenti celebrativi, né contenitori, per regalare alla città tre giorni di musica contraddistinta dall’innovazione e destinata a un pubblico curioso, aperto alle sperimentazioni ed esigente in fatto di qualità.

Una fresca squadra di produzione che vede nuovamente ARCI Torino con il suo comitato dall’approccio giovane, ma di pluriennale esperienza. Alessandro Gambo, direttore artistico, già noto ai torinesi per la rassegna concertistica #finoamezzanotte e per il festival di musica sperimentale Varvara, ideatore dei concetti alla base di Jazz is Dead!, ha condotto una selezione scrupolosa, dettata dal preciso intento di divulgazione di uno e più generi che hanno fatto tesoro della scuola jazz, per poi evolversi verso orizzonti più lontani e arditi. Una musica viva, suonata e ascoltata.
Nuovamente il Magazzino sul Po, terzo circolo ARCI in Italia come numero di associati, al coordinamento operativo e strutturale che consente al chiostro esterno di prendere forma idonea a un momento musicale: servizio food e beverage, banchetti dedicati al merchandise e monitor per assistere agli spettacoli anche in caso di tutto esaurito all’interno della cappella. Ancora Cikita Z realizzerà e comanderà in diretta visual appositamente ideati per i progetti del festival.

Se la squadra non si è risagomata per l’occasione, anche lo spazio ospitante resta l’ex cimitero di San Pietro in Vincoli, luogo che si confa con evidente connessione logico-verbale al nome del festival. San Pietro in Vincoli è da più di vent’anni gestito da una triade di operatori del settore teatrale (Il Mutamento Zona Castalia, Acti Teatri Indipendenti, Laboratorio Permanente sull’arte dell’attore) che lo animano settimanalmente tramite una proposta performativa d’avanguardia.
Spicca la collaborazione con la Fondazione Piemonte da Vivo, che si fa da co-promotore della manifestazione e collaboratore per i due appuntamenti fuori sede (Almese e Asti) di contorno alle tre giornate del festival.
Anche la formazione musicale rientra nelle proposte di questa edizione di Jazz is Dead! La domenica mattina vi sarà un laboratorio di improvvisazione radicale tenuto da Antonio Zitarelli (Mombu) e accompagnato da alcuni musicisti del collettivo-orchestra Pietra Tonale di Torino. Il workshop di terrà dalle 9:30 fino alle 14:30 circa, mentre alle 16 si svolgerà la performance di quanto appreso nella mattinata. Il costo del workshop sarà di 30€, per le iscrizioni pietratonale@gmail.com.

Venerdì 25, sabato 26 e domenica 27 maggio 2018 sono i tre giorni torinesi, a ingresso gratuito, da appuntare, ai quali si aggiungono giovedì 3 maggio al Diavolo Rosso di Asti, presso la chiesa sconsacrata San Michele, e sabato 23 giugno presso la splendida area archeologica della Villa Romana di Almese.
Jazz is Dead! Again! Sì, perché in tanti virtuosi artisti compare la lezione jazz: durante un’improvvisazione o una variazione su tema, per poi scomparire e mascherarsi dietro a generi dal tratto originale e infine tornare in forma evoluta. Durante le tre giornate del festival assisteremo a un’evoluzione, ciascun momento rispecchierà diverse tendenze musicali, performative e d’ascolto, passiamole in rassegna.

Venerdì – Discreto, Continuo, Digitale
L’onda sonora, un flusso continuo di frequenze e ampiezze che si propagano nel tempo. Modificare il suono: le sperimentazioni di Patrick Higgins, formidabile compositore di musica per concerti, oltre che chitarrista unico della ensemble ZS. Il suo nuovo disco solista “Dossier” sta per uscire per Other People, etichetta discografica di Nicolas Jaar. Fermare il flusso, rendere il segnale discontinuo e discreto grazie agli ingranaggi sonori di Pierre Bastien. Riprendere fiato e gettarsi nuovamente in un continuum estatico grazie a Lubomyr Melnyk, inventore della tecnica del piano continuo, che presenta dal vivo l’ultimo album “Illirion” (Sony Classical). Infine un elogio alla digitalizzazione, che ha trasformato la natura in numeri, binari, veloci, elaborati da un calcolatore, Spime IM (già conosciuti per la formazione Niagara) presenta per la prima volta a Torino il progetto Exaland. Dal digitale si torna all’analogico con il giradischi e i vinili dei due dj set del noto performer torinese TMSO e della storica crew drum’n’bass The Dreamers.

Sabato – Dal Mondo
La world music è tornata alla ribalta, apriamo i confini! Per Jazz is Dead 2018 la Rhabdomantic Orchestra presenterà una produzione originale nata dall’incontro di Manuel Volpe con la talentuosa cantante etiope Misrak Mossisa. A cavallo tra funk meticcio, rare groove, psychedelia, jazz modale e world music, il repertorio ripercorrerà alcuni “standard” della musica etiope degli anni 70, conosciuta con il nome di Ethio Groove. Un’altra produzione originale sarà il concerto della One Blood Family, progetto nato  dalla collaborazione tra la Cooperativa Sociale Atypica, Associazione Culturale Spazio Rubedo e The Sweetlife Factory. La “family”, composta da ragazzi migranti e richiedenti asilo politico di diverse nazionalità presenti nell’area torinese, presenterà alcuni dei brani da loro scritti (con la supervisione di Manuel Volpe e Gabriele Concas) tra beat elettronici, world music e dancehall. Ancora groove, soul, vicino al jazz inglese, fino e ricercato unito ai suoni percussivi dei MOP MOP accompagnati dal cantante Wayne Snow. Il giro del mondo si completa con lo show del duo femminile colombiano/marocchino Not Your Exotic Monkey, e del dj set del gambiano Dj’mbo e il torinese Primitive.

Domenica – Sei X Duo
Il duetto, vis a vis, face to face. La composizione minima per non essere soli. Due strumenti che dialogano e si intersecano. I  duetti più famosi della scena impro, noise, math italiana come gli Zeus!, i Mombu, i NoHayBanda! e ancora il duo sperimentale formato dai grandi Francesco Donadello e Andrea Belfi e la nuova oscura creatura di Massimo Pupillo e Stefano Pilia, in una scala verticale dal silenzio al rumore più estremo, che si completerà in una jam finale mai sentita e vista fin ora. Sempre duetto, ma con diversa forma, il reading “Mingus: nero, giallo, bianco, perdente!”, da un’idea di Giordano Amato, con Davide Capostagno e Michele Anelli al contrabbasso, è un omaggio al grande musicista e un invito alla lettura di un’opera importante, aspra e apparentemente sconnessa, non a caso proposta in italiano con il titolo di “Peggio di un bastardo” (“Beneath the Underdog” in lingua originale).

Jazz is Dead! è un festival che va elaborato nel suo insieme, interpretato come un unico messaggio e metabolizzato in tre (e più) giorni di ascolto, non ci sono primi artisti in cartellone, ogni nota si accosta ed elabora la precedente in un fluire di emozioni che passano dal musicista all’ascoltatore consapevole di stare vivendo un’esperienza significativa.

Location: ex cimitero di San Pietro in Vincoli a Torino – via San Pietro in Vincoli 1, Torino

Comunicato stampa

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