In meno di tre anni Midgar, label berlinese capitanata da Jacopo Severitano, è diventata una solida realtà della scena techno europea. Nomi altisonanti come Semantica, Northern Electronics, TGP e Spazio Disponibile sono sempre più spesso affiancati a quello di Midgar da parte sia della critica di settore che dei promoter e Dj.
Vero e proprio caso studio, più Davide contro Golia che “nano sulle spalle dei giganti”, Jacopo ci spieghi come sei riuscito in così poco tempo a portare il progetto Midgar ai livelli attuali?
Oltre al duro lavoro, la costanza e soprattutto la pignoleria nelle scelte, posso immaginare i retroscena: Midgar é apparsa dal nulla, considerato il mio iniziale coinvolgimento mediatico veramente scarso, proponendo artisti (semi)sconosciuti relativi ad un genere che, nel 2013/2014 era ancora di nicchia. La label ha scaturito interesse iniziale nei music nerd, stanchi del solito 4/4 da pista, ed in cerca di techno più mentale che fisica. Le cose si sono fatte interessanti nell’ultimo anno con l´evidente ritorno generale alla IDM e alla ”smart” techno. Mi piace pensare che Midgar sia vista come un ponte tra vari generi, ed un varco verso musica di qualità sempre più elevata.
Quante uscite conta ad oggi la tua label?
Siamo a 12, con la recente MDG006X Wata Igarashi – Ciphers Remixes uscita a marzo di quest’anno.
In generale, ci puoi spiegare le scelte artistiche alla base dell’etichetta? C’è qualche release, artista o progetto che senti particolarmente “tuo”?
Tranne rari casi, tutti gli artisti pubblicati sono persone che conosco direttamente di cui ho profonda stima, e sono abbastanza pazienti per lavorare insieme ad una release. Mi é capitato di chiedere molto, a volte troppo da alcuni (tracce, tempo, modifiche) per poter raggiungere un risultato che mi soddisfacesse al 100%. Quando il disco é fuori però siamo tutti contenti. A parte questo, mi capita di approcciare artisti che hanno già rilasciato su altre label ma non va sempre a buon fine.
Secondo molti l’egemonia nordeuropea nella techno è in forte declino. Tu che sei uno dei tanti italiani che vivono la scena berlinese ormai da un po’, dimmi, cosa vedi oggi di diverso in questa città, che mutazioni riscontri nell’ambiente elettronico berlinese?
Berlino é una città a cui sono molto affezionato e che mi ha dato la possibilità di vivere le mie scelte senza dovermi preoccupare di combattere le solite ingiustizie a cui purtroppo noi italiani siamo ormai abituati a casa nostra. Detto questo, la cosiddetta scena techno da queste parti non é più da idealizzare come pura e perfetta, e la qualità generale, non solo musica, ma del “vibe”, del divertimento in sé ha trovato distrazioni in quello che a mio avviso é una tendenza troppo grande nel perdere se stessi nei bagni piú che in pista. Non sono contrario all’uso di sostanze nei club, ma sono preoccupato del fatto che anziché amplificare percezioni e affinità vada invece ad annebbiarle, portando un senso di piattezza dove tutto é entertainment a discapito di un’effettiva crescita.
Sei originario di una terra, la Campania, che negli anni si è sempre fatta rispettare dicendo la sua anche a livello internazionale nella techno. Ricordiamo che Napoli è stata uno dei ponti con la techno anglosassone prima, e con quella teutonica dopo, sviluppando allo stesso tempo il proprio sound (che a scanso di equivoci, precisiamo, non è quello che oggi qualcuno definisce Technapoli). Oggi però, mentre Roma vive una sua nuova epoca d’oro, Napoli pare stenti a ri-decollare nonostante continui a esportare artisti molto apprezzati. Cosa ne pensi?
Sono molto fiducioso e penso sia questione di tempo. In questi casi, l’importante é dare il buon esempio e non darsi per vinti. La scena techno campana (e italiana) deve guardarsi dentro e finalmente riconoscere e apprezzare i propri “eroi”. Lancio un appello a tutti i promoter con un po’ di sale in testa: date una chance ai vostri connazionali! Quando questi cresceranno, vi sentirete parte di qualcosa di più grande che va ben al di là del vostro comune senso di abitazione.
Oltre ad essere manager di Midgar lavori anche come visual designer in particolare curi il design per alcuni gruppi di promoting europei. Che importanza hanno per te il packaging e il graphic concept in una release?
Ovviamente importantissimi, per quanto mi riguarda, ma so bene che questo é un punto di vista molto soggettivo. Quasi tutte le release di Midgar (tranne MDG003 e MDG006X con copertina esterna stampata) sono sempre state basic per mancanza di budget, “discobag” senza innersleeve ma con centrino stampato a colori. Ho appunto sfruttato questo minimo spazio per sintetizzare il concept di ogni release, lasciando talvolta solo il logo e specchiandolo sul lato B. Volevo che Midgar avesse un bell’aspetto, ma non troppo. La musica é al primo posto, e arricchire troppo il packaging, almeno all’inizio, avrebbe deviato l’attenzione dell’ascoltatore/compratore. Ed é per questo motivo che ho sempre preferito investire di piú sul mastering e cut che sulle copertine.
Come gestisci la promozione? Tra mega-investimenti in comunicazione, acquisto di “likes” e nomi tirati dentro pur di vendere due copie in più sembra che la logica del mercato si stia impadronendo dell’underground. Come ti poni in a proposito di tutto ciò?
Ho lavorato con un’agenzia in passato, ma mi sono reso conto che una label indipendente, con tiratura massima di 350/500 copie, non può permettersi di pagare un’agenzia per avere degli articoli scritti male. Sono molto grato a quelle poche testate (e ovviamente grato a voi per la feature) che hanno mostrato spontaneamente interesse nel tempo, e con cui di tanto in tanto riesco a proporre un download gratuito di bonus track o piccole review.
Ci sono nuovi progetti o artisti su cui stai lavorando, se ce ne puoi parlare, ovviamente?
La prossima uscita MDG011 “Library of Babel“, a fine maggio, con r²π, collaborazione tra gli artisti Retina.it, Ruhig e Prg/M. In seguito, primi di luglio, vedremo un ritorno dell’irlandese Ruff Cherry (giá uscito in passato con MDG004 Ritual Ep) con MDG012 Forest Of Thorns Ep.
Vi lasciamo ora all’ascolto del live di Shaded Explorer, artista del roster Midgar, registrato lo scorso febbraio al Movimento di Caserta per Under_System.
Trystero Theorem