Andrea Cazzani: Il 2017 segna un significativo traguardo (il venticinquennale) per una delle etichette di riferimento di quella galassia di suono che per comodità definiamo “indie” (un termine che in tempi recenti si è caricato di connotazioni negative – a ragione, se la parola indie non rappresenta più un’aspirazione alla qualità e il rifiuto del mainstream, non ha alcun senso continuare ad usarla).
Fondata nel 1992 a New York ma ben presto trasferita a Chicago, la Thrill Jockey è stata protagonista della grande stagione del post-rock che proprio nella città dell’Illinois ebbe la propria base (parliamo delle band della cosiddetta “seconda ondata”; la prima ebbe origine a Louisville, Kentucky), ma non si è mai cristallizzata in un solo genere musicale, proponendo un catalogo dall’eclettismo raro e qualitativamente pregevole. Si va dal free jazz all’elettronica di ricerca, dall’alt-country all’industrial, dalle propaggini più evolute del metal al rock psichedelico. Attraverso queste sette tracce cerchiamo quindi di ripercorrere i molti volti del catalogo Thrill Jockey (che ad oggi conta più di 400 uscite).