Seven Trax One Week: La musica di Irvine Welsh

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Federico Spadavecchia: In occasione dell’uscita del trailer ufficiale di Trainspotting 2 (al cinema da fine gennaio) ho deciso di dedicare questa playlist andando a cercare sette pezzi proprio tra i libri di Irvine Welsh. Rispetto alla celebre soundtrack del film sono sicuro troverete qualche sorpresa!
Lo scrittore inglese è da sempre un grande appassionato di musica e in tutti i suoi romanzi i protagonisti si muovono seguendo i loro ritmi preferiti, lasciando qua e là parecchi riferimenti biografici personali.
Non è poi un segreto l’amore di Welsh per la club culture (titoli come EcstasyAcid House e lo stesso Trainspotting sono un manifesto); le sue considerazioni sull’ambiente dei Dj, dei clubber e delle droghe ricreative come l’ecstasy in contrapposizione all’arrogante cocaina e al nichilismo dell’eroina hanno sempre riflesso uno spaccato reale dei giovani inglesi accendendo un dibattito che purtroppo in Italia non è stato ancora compreso.

Così ho passato quasi tutta la giornata al negozio. E’ questo qua il discorso della musica, se veramente ci sei dentro, che puoi andare in qualsiasi posto del mondo e nel giro di due ore ha l’impressione di avere trovato degli amici che non vedevi più da tanto tempo. Parola di Carl Dj N Sign Ewart (Colla, 2001), al limone no?

Dal set di Carl alla sua prima festa in Germania ecco allora Energy Flesh di Joey Beltram, per dirla come lui: Esplosione istantanea in giardino! In un niente ho messo il popolo in action, la musica che mi scorre dentro, attraverso il vinile, dritta fuori dalle casse e in mezzo alla folla. E ancora We Call it Acieed di D-Mob anche se stavolta la citazione è di Sick Boy nel finale di Porno (2002) davanti a Begbie in coma:

Frank…tu questo non lo capirai mai, son più guerriero di quanto tu non potresti mai essere. Io credo nella lotta di classe. Credo nella guerra dei sessi. Credo nella mia tribù. Credo nella parte virtuosa e dritta e intelligente delle classi lavoratrici in opposizione alle stupide masse decerebrate, come nella borghesia che è mediocre, senz’anima. Credo nel punk, nel northern soul, nell’acid house, nel mod, nel rock and roll. Credo anche nel rap e nell’hip hop…ma quelli sinceri pre commerciali.

Quando si parla di Franco Begbie non si può dimenticare Rod Stewart, sul quale non è ammessa alcuna ironia, pena assaggiare la lama del Beggar Boy!
E visto che siamo in tema di celebrazioni della compagnia di Renton, vale la pena ricordare le prime scorribande al Tower Bar di Blackpool concorrente del Wigan Casinò per il titolo di tempio del northern soul (Skagboys, 2012), per cui ascoltiamo il classico dei Volcanos (It’s against) The Laws of Love.
Ancora, gli Stone Roses che Roy Strang scopre scappando a Manchester (Tolleranza Zero,  1995).
Immancabili infine Iggy Pop (The Undefeated da Ecstasy, 1996) e l’inno degli amatissimi Hibs, la fede calcistica di Irvine, che non poteva chiamarsi altrimenti: Sunshine on Leith.

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