Al cuore del ciclo INNER_SPACES, una proposta in tre date per dare rilievo a una componente importante e poco nota della scena internazionale della musica elettronica. Un Trittico Russo che, dal 14 novembre al 5 dicembre, vuole presentare alcune sfaccettature della ricerca sonora portata avanti da due artisti russi viventi, Andrew Pekler e COH-Ivan Pavlov, accostandoli a un ritorno all’origine con la proiezione acusmatica del film Stalker di Andrej Tarkovskij (28 novembre).
Il regista russo, nel suo film Stalker del 1979, raggiunge la più riuscita interrelazione tra i linguaggi artistici, in particolare nel rapporto suono-immagine, grazie alla collaborazione con il compositore Eduard Artemyev, che dà forma tangibile a un sound design che accentua i profondi risvolti filosofici della pellicola. I confini tra la musica e il suono puro divengono sfocati, si compenetrano al punto da risultare indistinguibili. Le fonti acustiche naturali vengono distorte o persino plasmate con un sintetizzatore, di modo che la corrispondenza tra l’immagine e la sua controparte sonora venga a mancare e il film, nelle parole di Tarkovskij, acquisisca una propria risonanza.
L’uso dell’acusmonium integra ulteriormente questa relazione, creando all’interno della sala uno spazio acustico sempre nuovo, orientato a un’unità delle dimensioni percettive secondo un altro principio di Tarkovskij: “l’immagine cinematografica può incarnarsi solo in forme fattuali, naturali, di vita percepita attraverso la vista e l’udito”.
Il 14 novembre, Andrew Pekler presenterà il suo recentissimo lavoro Tristes Tropiques, appena pubblicato per l’etichetta tedesca Faitiche. L’artista di origini russe, nato nel 1973 e attualmente residente a Berlino, porta avanti da diversi anni una raffinatissima ricerca sonora, sospesa tra le risonanze di un mondo sonoro estrapolato da materiale musicale preesistente (in particolare da contesti afferenti al jazz e alla musica degli anni 60-70) e figure e cellule prodotte con modulazioni analogiche, che Pekler rielabora in un ambiente sonoro trasognante; il tutto inserito in un flusso temporale continuo, in una lunga respirazione naturale, come nei raga indiani.
Nella stessa serata viene presentato l’ultimo live set dell’anglo-srilankese Paul Jebanasam, nuovo nome di riferimento della scena elettronica internazionale. Continuum, uscito quest’anno per Subtext, è un’imponente scenario futuristico in forma sinfonica: un affresco dalla potenza sonora inaudita che, partendo dalla lezione dei maestri dell’elettroacustica, giunge a una sintesi pienamente calata nel caotico immaginario postmoderno che l’ha generata. L’evento è realizzato in collaborazione con Plunge e Goethe-Institut Mailand.
Concluderà il ciclo, il 5 dicembre, il debutto milanese di un altro grande musicista russo, CoH – Ivan Pavlov. Raramente in Italia, autore di album seminali nell’ambito della musica elettronica degli ultimi 15 anni e attivo in numerosissime collaborazioni, tra cui Cosey Fanni Tutti, Richard Chartier, Coil, Paul Prudence, Annie Anxiety . Il sound artist russo presenterà il suo nuovo album realizzato per Editions Mego dal titolo Music Vol., insieme a una partitura sonora estratta da alcune sue tracce storiche, modellata in esclusiva per l’Acusmonium SATOR. La sua musica abbina delicatezza e curato equilibrio nell’ambito di un’originale ricerca sui suoni fondamentali e armonici.
Aprirà la serata un set analogico di Nicola Ratti, musicista poliedrico, instancabile ricercatore del suono nella sua dimensione spaziale, da sempre appassionato di esperienze che esplorano contesti sonori minimi ed essenziali. Ratti presenta per la prima volta a Milano Pressure Loss, il suo ultimo lavoro discografico uscito per l’etichetta londinese Where To Now?.
La serata conclusiva del Trittico Russo è realizzata in collaborazione con Marco Mancuso, critico e curatore, direttore del progetto Digicult.
Auditorium San Fedele (Via Ulrico Hoepli, 3/b) – Milano
Comunicato Stampa