Ratlock – Tutto vero! (Audioglobe)
Rata, tromba e percussionista dai Casino Royale dal 1994, in “Tutto vero” ci prova da solista.
Lo fa con l’aiuto di un altro collaboratore della storica band milanese, il produttore Geppi Cuscito, che gli ha dato un mano a ricucire idee e testi e a metterli in musica. L’atmosfera del disco è quella del periodo post-punk dei Clash (Sandinista e album seguenti) ma con un suono in stile Adrian Sherwood. Rispetto a questi ultimi ci sono delle differenze ovvie: siamo in altri anni, e il peso dell’elettronica e del minimalismo si sente maggiormente.
I testi sono cupi e disillusi, soprattutto nelle poesie sonorizzate che intermezzano l’lp (Sharada pt.1 e 2).
Ma anche nell’ironica “Punk in Panico”, pezzo trip-hop giocoso che sembra saltato fuori dagli anni novanta.
In “Di notte non dormo” invece il pop esplode in arcobaleni colorati. Armonica a bocca e elettronica si inseguono: è un pezzo sull’utopia, un qualcosa che sembra così lontano in questi giorni di disillusione imperante!
“In strada” è un electro-dub sui generis, l’unico pezzo dance del disco. L’LP esce il 10 ottobre per Audioglobe, in pieno autunno, stagione che si accorda con la malinconia delle dieci tracce.
AA.VV. – Minimal oblivion (Type Konnection)
In questa uscita di Type Konnection Spezia sembra diventata provincia di Londra!
Crifox in “Shell of darkness” apre le danze con una traccia post-dubstep su beat zoppo. Nema sposa la stessa linea, proponendo un nebbioso dubstep cantato da Talabun. Nvrs in “Lights” ha un suono più ondulato da profondi wobble, sovrastati da pad eterei. Nconfortable in “Nairobi”, dopo un intro ad alto tasso di svarione, accelera il beat per portarci all’esplorazione di territori jungle/idm. Kappasaur lo segue, ma il suo suono è più vicino quello della cricca Metalheadz, con meno glitch e più amen break. Under the city nella sua “Primordial soup” si diverte ad incriccare i beats, in un pezzo fortemente destrutturato in cui i suoni sono cristallini.
Wild hits in “Panama” mescola idm e pop, scimmiottando certi lavori pubblicati dalla Warp. Plato in “Refugee” contamina braindance aphexiana e epica ambient-downtempo, un gioco che funziona, visto che sforna la miglior traccia del disco.
Pablito El Drito
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