Outlook Festival ’16: Appunti dal Bass Planet

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A una settimana dal Dimensions Festival, Pola si trasforma nella capitale delle basse frequenze per l’Outlook Festival, decisamente il più grande raduno annuale in questo momento per gli appassionati del genere. Il concerto inaugurale di Damian Marley, Iration Steppas e altri apre, come di consueto, le danze il mercoledì nell’arena della città istriana, poi l’azione si sposta al Forte Punta Christo per quattro giornate e serate belle piene.

Raggiungiamo il forte il venerdì. Ci imbattiamo subito in Goldie sul maestoso Clearing Stage che, insieme a Mc Gq, propone un set solido ed all’altezza ma privo di guizzi. Simile sensazione per i Noisia, mentre è più brillante l’inizio di Andy C, altra vecchia volpe. Giriamo poi di palco in palco, riscontrando la solita classe dubwise degli OBF, sentendo fugacemente The Heatwave che riescono a fare cantare le migliaia davanti allo stage The Void (anche grazie alla netta maggioranza british del pubblico de festival) Wonderwall degli Oasis, infilata di soppiatto fra reggae e jungle. Poi tocca allo stage curato dalla Bandulu, manna per appassionati di deep dubstep.
Godiamo la tripletta con Boofy and Hi5 Ghost, Riko Dan e il duo Kahn&Neek, percependo un filo logico, con selezioni e mixaggi di qualità. Infine  parte della serata la dedichiamo allo stage Hyperdub X Teklife, ospitato dalla Mungo Hi-Fi’s Arena caratterizzata dall’imponente e potente sound system scozzese (il cui proprietario suona due volte nel corso del festival ma non lo riusciamo a vedere causa sovrapposizioni). Uno dopo l’altro un pubblico entusiasta si gusta Ikonika, Scratcha DVA, Kode 9 e DJ Spinn, un vortice di bassi che accelerano, rallentano, saltano, ora spezzati ora diritti, un’autentica bomba che incolla sul dancefloor i presenti.

Il giorno dopo parte con un salto nella affollata spiaggia del festival, arricchita da set pomeridiani intensi (Swindle live, Norman Jay, Twinkle Brothers, Marcus Intalex e tanti altri), bella per chi ha voglia di restare nel mood, ma alternabile anche ad altre più silenziose e nascoste spiagge e calette nei dintorni di Pola. Noi optiamo per salpare con un boat party, altra feature  vincente del festival.  Questo tipo di party acquatico (ce ne sono sei/sette ogni giorno, da dopopranzo alla prima serata) sono perfetti per godersi l’ambiente circostante pieni di buone vibrazioni. Non paghi della sera precedente, vediamo ancora in azione la truppa mista Hyperdub/Teklife, con i belgradesi Jackie Dagger e Feelonezy, poi un b2b Ikonika  vs Scratcha DVA cui va il titolo di best performance del festival. Infine un Kode 9 magistrale. Fortunatamente la barca non era stracolma (ne abbiamo incrociate altre durante la cruise come quella di Deep Medi, davvero pigiatissime) e  queste tre ore di danze  resteranno tra i ricordi più belli del festival. Il by night continua al cospetto di un Mad Professor in forma smagliante, dell’italica Numa Crew che spacca con un set divertente e tonico all’Arija Stage, e con una puntata allo stage The Moat, a cura della rivista i-D per la serata, dove ascoltiamo una gustosa selezione di Angel Haze. Per chiudere ci caliamo nel pit del The Void, dove la seminale Deep Medi festeggia 10 anni con una line up stellare. Arriviamo in pieno back to back tra Jack Sparrow e Kaiju, tostissimo. Poi tocca a Commodo (assente Ganz con cui doveva condividere il set) che non cede di un millimetro e quindi chiudiamo il nostro Outlook con parte del set di Mala, maestro. La mattina della domenica, ormai gonfi come i wobble bass, prendiamo la strada di casa.

Cannibal Se-lecter

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