Frequencies Label Of The Month: Eklero

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Eklero è la creatura di Daniele Crocenzi e Calogero Aquilina, con base a Roma ma cuore rivolto al cosmo. Negli ultimi mesi sono attivi anche sul versante live con il loro nuovo progetto Khymeia, un live act che ha come core il synth modulare.
I lavori che per ora la label ha rilasciato sono molto interessanti e ambiziosi: alla terza uscita sono riusciti a portarsi nel roster artisti del calibro di Yves de Mey, Lakker, Acronym, NTOGN e Retina.it. Abbiamo fatto alcune domande ai ragazzi:

Raccontateici un po’ quando e come nasce Eklero ?

Eklero nasce da un esigenza di novità creativa, da un bisogno impellente di prendere una boccata d’aria fresca in un panorama musicale statico e piuttosto inquinato dal mercato odierno. Tutto inizia circa tre anni fa quando abbiamo deciso di dare una nuova identità alla label lasciandoci alle spalle il limite del prodotto standardizzato e concentrandoci più sul fattore artistico.

Quante uscite conta ad oggi la vostra label?

Eklero parte da “Colour War” LKTRVOO1, Ep firmato Kalos con i remix di Yves De Mey e Lakker, a seguire un V.A. che vede 5 artisti emergenti e non, dare sfogo alla propria vena artistica nel “Cellar Door 01”. L’ultima più recente uscita “Octagon” LKTRV002 è opera del duo partenopeo Retina.it con i rework di NTOGN e Acronym. Quindi per rispondere alla vostra domanda ad oggi contiamo tre uscite.

In generale, ci puoi spiegare le scelte artistiche alla base dell’etichetta, e, se ci sono, gli esempi che hanno servito da ispirazione o modello?

Sicuramente il “mood” che accompagna e avvicina tutte le scelte, che possano essere musicali o visive della label, ha un filo conduttore oscuro, cupo e astratto che accomuna tutti gli aspetti artistici. Tutto ciò che ci circonda, che ci accade, tutte le esperienze positive e negative ci stimolano e fungono da ispirazione, ma tra gli esempi concreti che hanno ricoperto un ruolo essenziale ci sono sicuramente etichette come Raster Noton, Semantica, Stroboscopic Artefact piuttosto che Opal Tapes, ma anche realtà più vicine alla nostra come Kabalion, Kvitnu e molte altre che riescono sempre a proporre novità musicali di alto livello intellettuale e di notevole interesse.

La vostra base è Roma, città che sembra diventata di nuovo epicentro delle forze “oscure” che ruotano intorno all’elettronica. D’altra parte sembra ci sia un’eccessiva concentrazione di eventi, serate, festival che portano irrimediabilmente verso un inflazionamento dell’offerta e di conseguenza un pubblico poco educato. Come vivete questa realtà ?

In questi ultimi anni si è riscontrato un vero e proprio aumento della partecipazione publica verso la musica elettronica portando con sé fattori positivi e negativi. Non credo sia solo una questione di Roma, ma che riguardi l’intero panorama italiano e non solo. In molte occasioni ormai ci capita di assistere ad eventi pieni di persone che ignorano cosa stanno per ascoltare, quando ad oggi basterebbe andare sul web per informarsi e capire se può essere o meno di proprio interesse. Fortunatamente non c’è solo disinformazione e ignoranza, ma anche curiosità e passione che creano nuove forze “oscure” .

Avete una “Demo Policy” o vi affidate solo alla ricerca dei vostri A&R?

Ascoltiamo tutto ciò che ci arriva a portata di orecchie e se lo troviamo in linea con il nostro pensiero musicale ci regoliamo di conseguenza.

CD per i VVAA della serie Cellar Door e vinile per le altre uscite. Come ha risposto fino ad ora il mercato di fronte alla vostra differenziazione dei supporti, quanto incide il medium di diffusione nel lavoro di una label e quanto contano altri dettagli (packaging, stampe, artworks…)?

Le difficoltà nel proporre novità musicali non sono mai poche, sicuramente la scelta del supporto fisico come il vinile ha avuto i suoi riscontri positivi portando l’attenzione di nuovi appassionati alla nostra label. A tutto ciò che ruota intorno al concept di Eklero cerchiamo di prestare la massima cura.

In questi tempi in cui si combatte ancora la Loudness War, che importanza date al mastering?

moltissima importanza, data la sempre più bassa qualità dei supporti d’ascolto. Ci affidiamo ad Artefacts Mastering Studio di Berlino, per la professionalità e la qualità del prodotto che preserva il carattere e l’identità del suono che li contraddistingue. Una sicurezza.

Domanda di rito: la promozione. tra mega-investimenti in comunicazione, acquisto di “likes” e nomi tirati dentro pur di vendere 2 copie in più sembra che la logica del mercato si stia impadronendo dell’underground. Come vi ponete a proposito di tutto ciò?

Puntiamo tutto sulla qualità del prodotto musicale dell’Artista senza soffermarci troppo sul problema delle vendite.

Su quali nuovi progetti o artisti state  lavorando, se ce ne puoi parlare, ovviamente?

Stiamo finendo di preparare le prossime uscite, due V.A. che crediamo di rilasciare entro la fine di quest’anno.

Torniamo alla questione “Roma”, ripaga la scelta di rimanere in Italia, quanto avrebbe giovato ad Eklero avere una base a Berlino o Londra?

Ripaga non è il termine esatto, ma sicuramente il fatto di rimanere stabilmente in una situazione come quella Romana ci aiuta molto a plasmare la nostra identità. Non abbiamo dubbi che in una realtà come quella estera avremmo avuto una diversa considerazione.

Prima di salutarci, nuovi progetti in vista?

Innanzitutto vogliamo ringraziarvi per averci dato l’opportunità di far conoscere a sempre più persone la nostra label e la linea di pensiero che c’è dietro di essa. Continuate a seguirci per nuovi interessanti sviluppi. A Presto!

Il podcast per Eklero è di Kalos.

Trystero Theorem

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