Federico Spadavecchia: Abbiamo seguito il Bloc Weekend fin dall’inizio, da quella edizione 2007 scoperta una settimana troppo tardi per trovare un biglietto ancora in vendita. Un anno dopo eravamo quattro coraggiosi nell’Inghilterra nord orientale, nella spettrale Hemsby, a vivere un modo di fare clubbing come mai avevamo sperimentato. Tre giorni in cui le normali regole sociali non valevano più, in cui il senso di appartenenza era affermato dalla musica. Dubstep nel suo periodo di forma migliore (365 giorni dopo Skream sarebbe stato su tutte le copertine mentre Shackleton faceva ancora coppia fissa con Appleblim), IDM, dub e old school techno (non solo Detroit ma anche tanta Roma con Lory D, D’Arcangelo, Bochum Welt). Il 2009 segnò la prima grande svolta del festival: ci si trasferisce a Minehead (Bristol) nella sede dell’All Tomorrows Party; stessa formula ma più del doppio di avventori. Dal quel momento fino alla sciagurata edizione del 2012 voluta a Londra e finita come tutti sappiamo (chi non ricordasse può leggere qui), il Bloc si è imposto come miglior evento di musica elettronica europeo sbaragliando ogni forma di concorrenza. L’anno scorso la crew è riuscita in qualche modo a risorgere dalle ceneri e ritornare a casa su quella lunga spiaggia di fronte Cardiff. Chiaro però che le cose erano cambiate; l’hype intorno alla musica era ormai fuori controllo e il concept è stato adattato alle attuali preferenze del pubblico. Questo fine settimana il Bloc si è svolto, a quanto annunciato nei giorni scorsi, per l’ultima volta, così mentre sono ancora in viaggio vi lascio con la playlist dei miei ricordi.
The Klaxons – Not Over Yet (Skream remix)
Scorn – Glugged
Shackleton – Hamas Rule
L.A. Synthesis – Harmonic Disassembly
Ulrich Schnauss – Nobody’s Home
Ceephax Acid Crew – Sidney’s Sizzler
Altern8 – Hypnotic St8