Seven Trax One Week: Phonica Records

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Luca Schiavoni: Phonica Records nasce nel 2003 dalle ceneri di Koobla, un altro dei tanti negozi di dischi di Soho, il cuore pulsante di Londra durante quegli anni; ma ci vorranno sei anni prima che Simon Rigg e i suoi compagni d’avventura decidano di allargare l’orizzonte e diventare, oltre ad un importantissimo negozio di dischi, anche un’etichetta.
Gli inizi sono legati a nomi che gravitano intorno al negozio, e che era facile incontrare al bancone intenti a servire dischi ai clienti. Nelle prime due release troviamo infatti i nomi del messicano Hector e di Anthea, i cui nomi sarebbero finiti anni dopo sui flyer di grandi parties di Ibiza e Berlino, accanto a personaggi come Hawtin e Loco Dice. A questi nomi locali Phonica affianca però dei remixer più affermati, come Appleblim che si occupa del lato B della prima release.
Seguono, tra il 2009 e il 2010, altre quattro releases fra cui spicca “Play The Game” di Midland, una delle prime testimonianze del talento dell’artista inglese, che continuerà negli anni successivi a ottenere successi con uscite su varie etichette. È però la release numero 6 che fa veramente spiccare il volo all’etichetta, con African Drug di Bob Holroyd remixata da Four Tet. Pare che tutto sia iniziato con una visita al negozio da parte di Holroyd, di cui Rigg già seguiva il lavoro; quando si presentò da Phonica con questa traccia del 1994, Rigg sapeva già chi potesse essere il miglior remixer ed il resto è storia.

Presto l’etichetta si ramifica in altre sub-labels, denotando un’attitudine alla varietà e alla scoperta di nuovi talenti. In particolare, Phonica White diventa lo spazio per sonorità scure ed insolite. Su tutti svetta Iori, produttore giapponese il cui suono dub-techno viene svelato da Phonica White in più di una release; e, significativamente, dalla prima uscita della sub-label. Più recentemente (dal 2012 in poi) un’altra sub-label apre territori ancor più inesplorati e coraggiosi, scoprendo suoni ambient e a volte balearici nel senso autentico del termine. Finora, Phonica Special ha pubblicato quattro releases; tra tutte, “You Will Soon Find That Life Is Wonderful” di Sad City può a tutti gli effetti essere definita un classico, e sicuramente un capolavoro.
Nel 2014 si aggiunge un’altra sub-label, Karakul, che riesce a mostrare un lato dell’house music eclettico ed originale – compito decisamente non facile in un’era in cui si è già sentito praticamente tutto. Ancora una volta, sono nomi poco noti a trovare spazio, quali ad esempio Omar Santis, autore della prima e della quarta release.

Degna di nota è anche la compilation con cui Phonica ha celebrato, nel 2013, il decimo compleanno del negozio. Una serie senza paragoni di tracce di notevole spessore, provenienti da nomi affermatissimi del panorama della musica elettronica. Da Legowelt a Psychemagik, da STL a Trevor Jackson, passando per Joe Claussell ed Henrik Schwarz. Raramente si è vista una simile combinazione di qualità e quantità, testimonianza di cosa è diventato Phonica Records in dieci anni. In tempi recenti, Phonica ha continuato lungo la strada così ben tracciata negli anni precedenti, e non ci sono segni che stia per smettere. L’ultima release in ordine di tempo per Phonica White ce lo dice nel modo più chiaro possibile.

Cover pic by Fran Hales Photography

Phonica001: Hector & Bryant – Tension (Appleblim & Al Tourettes Remix)

Phonica006: Bob Holroyd – African Drug

PHONICAWHITE001: Iori – Galaxy EP

PHONICASPECED003: Sad City – You Will Soon Find That Life Is Wonderful

KARAKUL004: Omar Santis – Needs EP

Trevor Jackson – RGBPM 3 (tratto da Various – Ten Years Of Phonica)

PHONICAWHITE014: STL – Amplified Bleep Package EP

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