Niet Signala: Modulare, analogica, a modulazione di frequenza, la voce umana viene utilizzata nel canto singolo, di gruppo, dalle forme corali alla forma canzone: pura, distorta, effettata, filtrata, amplificata, tradotta in frequenze di sintesi tramite un vocoder, la voce è a tutti gli effetti uno strumento musicale tra i più complessi e virtuosi. Il suo utilizzo prevede doti timbriche più o meno naturali, non magari indotte da modifiche fisiche come accadeva nel caso delle voci bianche, quanto piuttosto alterate da assunzione di sostanze come ad esempio accadeva nel jazz. Nel caso specifico del canto bisogna dire si tratta però anche di studio, tecnica ed applicazione, così come è vero per ogni altra disciplina.
L’uso delle tecnologie analogiche e digitali ne ha permesso poi la manipolazione diretta o trasposta, campionata oppure emulata, registrata, amplificata, mandata in playback, oppure in loop, a mano o in lavatrice. Sono gli utilizzi sperimentali, per quanto concerne l’uso della ripetizione, la ricerca tonale e ritmica, o mimetica nel caso ci sia di mezzo la sintesi, che vengono qui proposti in una carrellata di esempi più o meno noti. Come non partire dunque con vigore irriverente dalla solita buona vecchia Avanguardia, che per prima introdusse tra le altre cose quella ripetizione ossessiva e quella ricerca timbrica che oggi tendiamo a dare troppo facilmente per scontate, soprattutto se ci cimentiamo senza visione alcuna nel pistolamento di tasti con led colorati per tirar fuori le solite cose che san di preset.
Giacomo Balla/Luigi Russolo – Macchina tipografica, 1914
Hugo Ball – Gadji Beri Bimba, 1916
Demetrio Stratos – O Tzitziras O Mitziras, 1976
Valentina Ponomareva – Fortune-Teller, 1985
Luc Ferrari – L’escalier des aveugles, 1991
386 DX (Alexej Shulgin) – Smells like teen spirits, 1998
Dopplereffekt – Speak and spell, 1999