In una fredda domenica di gennaio grazie al meritevole lavoro di Casaupa e Must di Udine godiamo di un’interessante accoppiata sul palco del Teatro San Giorgio.
Davanti ad un buon pubblico (considerando anche la giornata festiva pre-ritorno alla settimana lavorativa) i primi a salire on stage sono gli inglesi RocketNumberNine. I due fratelli Page propongono una miscela incalzante che frulla elettronica, (free)jazz e drone music dal piglio psichedelico.
Un’ora di show, una serie di tracce complesse, stratificazioni e geometrie bizzarre risultanti dall’incrocio della batteria suonata live e dal grosso lavoro di varie macchine a costruire un suono spigoloso, più attento al viaggio dell’ascoltatore che al groove.
I ragazzi hanno trovato una quadra capace di attrarre l’attenzione di diversi artisti con cui poi hanno collaborato: Four Tet (con cui si sono esibiti al Mutek e firmando per la sua etichetta), Radiohead (che hanno accompagnato in tour) e Neneh Cherry con cui hanno condiviso il palco.
Verso le 22.45 tocca al trio austriaco Elektro Guzzi. Armati di basso, chitarra (con una serie infinita di pedali a trasformarne il sound) e batteria, sono una vera macchina da guerra da techno analogica.
A differenza dell’act britannico che li ha preceduti, qui il focus è sulla cassa in quattro, le ritmiche asciutte e più orientate al dancefloor.
Lo spettacolo è rodato e funziona, un continuum con brevissime e rare pause a confermare una modalità ibrida tra la forma concerto e la fruizione più propria di un set da club, senza stacchi.
Il pubblico apprezza, e alla fine per i 20 minuti di bis si schioda finalmente dalle sedie per chiudere con una (breve ma) liberatoria danza collettiva sotto il palco, dando alla visibilmente soddisfatta band il feedback positivo in movimento atteso per tutta la serata.
Cannibal Se-lecter