(A)ntiMuzak (Pablito’s Way)

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Herrera – Breaks & Beats Vol 1: Mode One Forty Four  (Medicine Records)

In tempi non sospetti Herrera era parte di una crew che si chiamava “I maniaci dei dischi” in compagnia di Painè, blasonato dj milanese, e dj Fonx, anche lui nato sotto l’ombra della torre di Pisa.
La sua passione per i breaks lo ha portato ora a mettere insieme un lp di 18 tracce decisamente old school, e almeno per due motivi: il metodo di produzione, visto che il saggio Herrera diffida dei computer e si affida invece agli inossidabili sampler Akai, e le sonorità, rapinate e incollate dalle tonnellate di vinili che probabilmente colleziona da due decenni sulle rive dell’Arno.
E ce n’è per tutti i gusti: si va dal folk italiano e spagnolo, passando per rock, jazz, funk, soul per arrivare fino all’elettronica.
È un viaggio mentale che ci immerge nella “blackness” ma anche nell’oscurità: le basi, polleggiate e nebbiose, si inanellano una nell’altra senza soluzione di continuità, creando un atmosfera a cavallo tra anni cinquanta e ottanta.
Questa sensazione di atemporalità è un po’ la cifra del disco, ed è forse anche eredità della sua esperienza di dj/scratcher ma anche di collezionista. Ben prodotto e strutturato, è un dj tool di grande pregio.
Il disco, in tiratura limitata di 300 copie, è disponibile su vinile oppure in digitale a questo indirizzo:


Anna Bolena – Stabat mater dolorosa (Idroscalo dischi)

Un nuovo vinile 12” rosso sangue per Anna Bolena, che mette insieme casse hardcore e sonorità industriali con sample tratti da composizioni del musicista rinascimentale Pierluigi da Palestrina e del suo collega barocco Giovanni Battista Pergolesi.
E lo fa con cognizione di causa, per suggellare un incontro tra presente e passato decisamente all’insegna del rave (“Mater”, a1).
Poi, per ribadire il concetto, ci delizia con un’orazione scritta da Jacopone da Todi (XIII secolo) cantata da Otto Oscar Hernandez incastrata su un beat industriale in 7/8 (“Stabat”, a2).
Lacrimosa è il pezzo più tecnoide del vinile, in cui minimalismo e ossessione vanno a braccetto, su beat zoppo, synth che creano cerchi svolazzanti, vocalizzi angelici.
Ma il mio preferito è “Amen”: brano industrial-rituale con loop di archi che sfasano, percussioni marziali, cassone dritto, riff acidi, voci sovrapposte, immancabile drone di sottofondo.
Il tocco di classe è la cover, che ritrae la dj italo-berlinese all’esterno di un capannone della Fintek, paradiso e inferno della teKno romana alla fine dello scorso millennio: immagine azzeccatissima per un disco che mette insieme misticismo cristiano e cultura industriale. Un vinile particolare, che mi rimanda mentalmente alle ossessioni orrorifico-religiose di Dario Argento.
http://www.discogs.com/Anna-Bolena-Stabat-Mater-Dolorosa/release/7888611

Marco Micheli – The Mikmak experience (Idroscalo dischi) 

Marco Micheli è uno di quei dj/producer che lavorano nell’ombra, al di fuori delle mode e dei circuiti commerciali, attraversando i generi e non rimanendone imprigionato.
Figura emblematica di quel sottobosco che ha prodotto l’esplosione del suono di Roma, dopo 25 anni è ancora in pista, su un’etichetta indipendente che vide anche essa i natali nella capitale.
In questo interessante 12”, che ha una bellissima cover di kernofixe, Marco Micheli apre le danze con “Vatican Voodoo”, dura traccia techno-punk psichedelica che trita chitarroni, voci, feedback e sa Dio cos’altro per scaraventarci in un vortice sonoro di grande impatto.
Monkey drop” è un brano breakbeat con potenti influenze dub: basso, echi e riverberi la fanno da padroni, portandoci a veleggiare in una Cyberjamaica in cui le piante di marijuana affondano robuste radici nel blues e nel rock.
Smart Cad” ci porta in un ambito più dance anni ottanta-novanta: mi vengono in mente primi brani dei KLF, sbiancati dalla loro “negritudine” soul e “infrikkettoniti” da uno spirito più da free festival.
Chiude in bellezza “Domus de petra”, brano ambient-triphop dagli echi tribali, senza dubbio miglior prova del vinile. Complessivamente un gran bel lavoro, che consiglio alle orecchie più esigenti.
http://www.discogs.com/Marco-Micheli-The-Mikmak-Experience/release/6831564

J. Sintax & Sonambient – Illusion (51 beats)

Quarantanovesima uscita per 51 beats, label milanese orientata al dancefloor.
Questa volta si tratta di uno split su cassetta firmato dai producer piemontesi J.Sintax & Sonambient, che mescolano dancefloor e delicata psichedelia elettronica.
L’alchemia sonora funziona perché fonde proto-techno intelligente e sonorità cristalline (Illusion), mette insieme beat house e sonorità decisamente aeree e dilatate (The blue on her shoulder), riesce a conciliare idm e dancefloor (Fe-Male, forse miglior traccia delle release).
Il b-side del nastro è un po’meno solido: rumore controllato e ritmo si scontrano nell’incipit (Agaves bloom, traccia che non riesce a convincermi fino in fondo), la danza si fa ipnotica e mentale in “Love code”, si chiude con cassa dritta e atmosfere liquide in Illusion pt.2.
Illusion è una release meditativa, dall’aroma retro, che mescola intimismo idm e cultura dance primitiva, architetture compositive anni novanta e suono cesellato. Si può ascoltare e scaricare in digitale o ordinare su nastro.

Dj Alik feat Kincee & B. Scotton – Zally, Sanantonio42 

Dj Alik è uno dei più seri turntablist e beatmaker italiani.
Ex dj di Gente Guasta, vanta prestigiose collaborazioni con Tormento, Bassi Maestro, Fadamat, Dre Love, Lugi, Fabri Fibra, Inoki, Appaloosa.
Negli Usa lavora con Lost Poet, quindi entra a far parte della crew Iron Blade Music Group di cui fanno parte anche Kincee & B. Scotton, con cui ha realizzato questo 7” prodotto da Sanantonio42 in tiratura limitatissima (sole 200 copie).
Un disco stiloso, considerato da RZA del WuTangClan la 14° traccia di Enter the 36 chambers.
This is fucking real shit! Vi lascio col suond di Alik feat Kincee & B. Scotton!
Il vinile si compra qui:http://www.discogs.com/fr/DJ-Alik-Zally/release/7168012

Pablito El Drito

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