Healing Force Project “Perihelion Transit” (Eclipse Music)

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Tutto ruota intorno alla visione. Il vero artista è colui che scova l’obiettivo al di là della nebbia alzata dalla realtà e lo porta alla luce per condividerlo col mondo.
Abbiamo già avuto il piacere di godere in più occasioni del talento di Antonio Marini, sia sul giradischi di casa che sudando in pista (se non l’aveste ancora ascoltato fiondatevi sul suo podcast), e ogni volta restiamo affascinati dall’universo cui riesce a dare vita.
Se Omicron Segment, il suo primo album su Eclipse Music, si rivelò un portale verso pianeti sconosciuti mentre stavamo attraversando il deserto della Death Valley californiana, Perihelion Transit è la cronaca definitiva della vita oltre la barriera.
Il disco, come tutte le opere di una certa importanza, ha avuto un lungo periodo di gestazione durante il quale la fantasia ha avuto la possibilità di spaziare senza nessun limite. Fondamentale a tal proposito è stato il lavoro del label manager Francesco Stella, che agendo come un discografico d’altri tempi (il produttore esecutivo, una figura oggi scomparsa), ha tenuto il progetto ben piantato sui binari giusti, anche se erano una rampa di lancio per l’ignoto siderale.

Un’altra firma di peso sull’LP la mette Giorgio Li Calzi, jazzista di fama internazionale tanto a proprio agio con la tromba quanto con i sintetizzatori. I tre brani realizzati insieme (Oneirism, Full Phontal, Toxic Experience In The Future City) sono un’intersezione di piani astrali su cui si erge una gigantesca piramide egizia. Un L’afro-futurismo caratteristico di Healing Force Project può materializzarsi in tutta la sua forza.
Al centro un sole/buco nero che infonde e contemporaneamente assorbe energia a/da tutti gli elementi di questa galassia alternativa mediante la luce.
Da qui si arriva a un altro tema caro all’autore: l’esoterismo tecnologico. Ogni macchina in studio si trasforma in un ingranaggio alchemico. La techno grazie alla mancanza di dogmi è un veicolo perfetto per nascondere incantesimi. Per innescarli basta poggiare la puntina sul vinile. Un rituale preciso con cui unire due artefatti mistici ed evocare un’entità superiore: la Musica.

Perihelion Transit è un disco coraggioso, amabilmente complesso ma non succube della maniera, voluto con lucida ostinazione (il seme è stato gettato nel 2012) da parte di un artista ispirato e di una casa discografica illuminata che hanno deciso di impegnarsi a fondo in un progetto ambizioso e sfiancante.
Un’opera di spessore in grado di sopravvivere nel tempo e ai viaggi interdimensionali.

Federico Spadavecchia

 

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