Lino Capra Vaccina live @ O’, Milano

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Grazie Internet“: di solito si dice quando si vedono video di gatti vestiti da supereroi o di Iva Zanicchi che defeca in diretta tv. In questo caso invece il ringraziamento è giustificato. Lino Capra Vaccina è un percussionista, che negli anni 70 ha fatto parte degli Aktuala e dei Telaio Magnetico di Franco Battiato (durati lo spazio di un breve tour), autore nel 1978 di Antico Adagio, album degno di nota ristampato di recente da Die Schachtel .
Una copia in vinile della prima stampa privata è stata venduta su Discogs a 250 Euro, per finire sicuramente dimenticata su uno scaffale ricolmo di costosissime rarità, la versione in cd dei primi anni Novanta pubblicata da un’etichetta che con un eufemismo si potrebbe definire “minore” è valutata sui 90. Questo per dire che anche per il più minuzioso degli appassionati Lino Capra Vaccina fino a qualche mese fa era soltanto un nome curioso. È appunto grazie alla rete, e al suo ruolo nel mettere a disposizione opere introvabili nell’era della copia fisica, che Lino Capra Vaccina si trova davanti un pubblico di duecento persone.

Come accennavo in un articolo di qualche tempo fa, si sta riscrivendo la storia della musica, dell’arte e più in generale delle opere dell’ingegno, finora resa parziale da aspetti accessori quali tirature elevate, uffici stampa aggressivi, spazio limitato dedicato dalle testate anche specializzate. L’umiltà quasi imbarazzata di questo musicista racconta di decenni di oblio. Il suo vibrafono (“lo strumento più bello del mondo“), accompagnato da un’insolita formazione con violino, oboe e (misurata) tastiera, disegna paesaggi campagnoli, estatici, immoti come un gregge di pecore intento a brucare prati verdissimi, e coglie a tratti atmosfere rituali care agli estimatori della psichedelia più nascosta. Gli splendidi risultati di questi esperimenti non sono lontani da quelli di certo isolazionismo post-rock (Tortoise, soprattutto) arrivati decenni dopo. Non si può far altro che meditare sospesi nel vuoto, spinti dalle “vibrazioni” che – spiega Lino -“muovono la materia, sono la radice di ogni cosa“. Mettersi a discutere su un’affermazione che pare uscita da una comune hippy al termine di un concerto così profondo sarebbe una questione di lana caprina, o meglio di Capra Vaccina.

Andrea Cazzani
Foto: Barbara Scabini

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