Andrea Cassino: Anima Latina

0
2207

La carriera musicale di Andrea Cassino nasce nel 2001 quando, in collaborazione con l’ex socio Alex Laben, crea il progetto Cassino & Laben.
Il duo col passare del tempo abbandona le radici techno degli esordi inseguendo il lato più melodico e sperimentale dell’elettronica.
Dal 2009 però, Andrea decide di proseguire la sua carriera in solitaria plasmando uno stile leggermente diverso rispetto a quello proposto con Laben, un mix di sonorità decisamente più techno e dark progressive.
Lo scorso anno decide che è giunto il momento di tornare a condividere la vita di studio e, insieme all’amico Danny Lloyd, segue un nuovo progetto chiamato Nocturna.
Nel suo curriculum vi sono numerose release su prestigiose label come LowBit, Proton, Sudbeat, Balkan Connection, e i suoi dischi sono suonati da djs del calibro di John Digweed, Hernan Cattaneo, Nic Fanciulli, Dave Seaman.
Andrea negli anni ha sempre fatto tourneè in Argentina, paese che ha sempre amato e dove ha ricevuto grandi soddisfazioni e cosi da metà dello scorso anno ha deciso di trasferisi a Buenos Aires. Oltre a scambiare 2 chiacchere con noi, ci regalerà un suo set in esclusiva per il nostro sito con la quale ci farà conoscere la sua musica (che potete ascoltare qui).

Ciao Andrea, benvenuto su Frequencies, che ne dici di iniziare questa chiaccherata raccontandoci qualcosa di te e di come sia nata la tua passione per la musica?
Ciao innanzitutto vi ringrazio per l’invito su Frequencies sono onorato di poter parlare di me e soprattutto al pubblico italiano. La mia passione per la musica è nata molto tempo fa, già all’età di 8 anni suonavo il piano e il flauto senza aver preso nessuna lezione. Ero affascinato dalla musica e dalla melodia, ascoltavo di tutto dal rock alla musica leggera, ma sicuramente le contaminazioni elettroniche degli anni ’80/’90 mi hanno influenzato moltissimo su quello che sto facendo ancora oggi. La mia carriera musicale è nata con il progetto Cassino & Laben nel 2001 anno in cui lavoravo con Alex Laben in un locale della nostra città. Eravamo appassionati dal suono deep londinese di quel periodo, un suono raffinato è molto mentale, i party Bedrock, Sasha, Digweed e le famose compilations della global underground, tutto questo ci ha influenzato molto nel suono che abbiamo proposto.

Quali sono gli artisti che ti hanno maggiormente influenzato?
Oltre alla musica 80/90 di cui ho parlato prima, ho passato un lungo periodo della mia adolescenza circa fine anni ’90 ascoltando trance, quella prodotta da Ferry Corsten, Paul Van Dyk, Tiesto ed altri. Il disco che mi ha definitivamente segnato è stato senza dubbio Xpander di Sasha uscito nel 2000 grazie al quale ho iniziato ad amare non solo la misica deep progressive ma anche un’altra branca della musica elettronica, la breakbeat.

Oggi sei quello che i giornali definiscono un cervello in fuga, ma a differenza di molti tuoi colleghi trasferitisi in massa a Berlino hai puntato su una città molto particolare come Buenos Aires.Come ti trovi laggiù e che tipo di situazione musicale hai trovato?
Sono oramai 7 mesi che sto vivendo a Buenos Aires dopo aver fatto diversi anni di tour per l’Argentina in precedenza con il progetto Cassino & Laben e poi continuando da solo.
E’ stata un’esperienza che mi ha coinvolto completamente non solo per la bellezza dell’Argentina, ma per la persone che ci vivono, sono straordinarie dal punto di vista passionale, in qualsiasi cosa vivono delle emozioni al di sopra della norma, come per esempio sappiamo bene come si entusiasmano davanti ad una partita di calcio, ma questo vale anche per la musica.
Il livello di emozione che si prova davanti ad un pubblico argentino è assolutamente entusiasmante e chi ha avuto il piacere di provarlo capisce di cosa sto parlando. A di là del lato emotivo, in Argentina c’è una grande cultura della musica elettronica di qualsiasi genere e soprattutto di quello deep progressive del quale senza dubbio Hernan Cattaneo ha portato una grande influenza.
Ci sono locali per tutti i gusti e generi musicali, ma la cosa interessante è che la gente segue molto la musica elettronica e conosce non solo i big ma anche gli artisti emergenti. E’ proprio per questo che i promoter danno spazio un po’ a tutti ed i locali sono sempre pieni.

Parliamo un po’ del passato, tu e Laben proponevate un sound che forse era troppo avanti per l’Italia dei primi del 2000 e quasi mi vien da dire che se lo aveste proposto oggi con l’ondata techno che sta spopolando, forse avreste ottenuto più successo a livello nazionale.
Cosa credi non vada in Italia? Quali sono le dinamiche che non ti convincono? Dai togliti qualche sassolino dalla scarpa.

Quando abbiamo iniziato questo progetto con Alex, non avevamo assolutamente idea di dove saremmo arrivati, lavoravamo moltissimo in studio e cercavamo di produrre un suono innovativo senza farci troppo contaminare dalla situazione locale italiana che era molto diversa da quello che in realtà producevamo, ma noi rimanevamo concentrati sul nostro suono e facevamo ciò che ci piaceva. Logicamente faticavamo a trovare spazi per esibirci visto che il genere progressive house all’epoca, ma ancora oggi, è praticamente inesistente in Italia.
Quello che non mi è mai piaciuto della scena italiana a livello musicale che è sempre stato difficile dare spazio ai giovani che come noi ci credevano molto. Avevamo tanta passione e per potersi esibire ci toccava fare i PR invece che gli artisti.
Ancora oggi questo circolo vizioso non si è interrotto e ci ritroviamo in consolle gente che sa fare come primo mestiere il PR e non il produttore o il DJ contribuendo ad abbassare il livello di qualità della musica proposta in generale.
Altra cosa che ho sempre notato è che l’Italia si pone come una brutta copia della scena musica tedesca. Tutto quello che viene prodotto dalla Germania poco dopo viene riproposto dalla scena italiana, e non parlo solo degli instancabili stessi big che si ripercorrono la penisola all’infinito, ma l’influenza tedesca arriva anche alle mani dei produttori locali che difficilmente sperimentano al di fuori della techno o della tech house. In questo modo per me arriveremo sempre secondi se non proponiamo qualcosa di diverso e innovativo direttamente dal cuore del nostro Paese perché di artisti bravi ce ne sono eccome.

Ma saresti disposto a tornare a casa se le cose fossero diverse?
Se avessi la possibilità di trovare in Italia tutto quello che non ho mai trovato in questi anni sicuramente tornerei molto volentieri, anche se l’Argentina ha tantissime influenze italiane è comunque un paese molto diverso e molto complicato, le mie origini sono italiane e amo il mio Paese.

Hai qualche nuova traccia in cantiere? Magari con una nuova collaborazione e un tour?
In questo momento sto lavorando ad un paio di remix uno che uscirà sull’etichetta polacca Soundteller e l’altro sull’etichetta argentina di Luis Bondio Classound.
Poco fa con Danny Lloyd abbiamo terminato un remix del greco Dousk che uscirà a breve su Balkan Connection sotto il nome di Nocturna. Per quanto riguarda le mie prossime serate, ne ho in previsione un paio qui in Argentina e una in Grecia a Marzo.

A proposito di collaborazioni, raccontaci qualcosa di “Nocturna”, il progetto con Danny Lloyd che vi ha visti esplodere sulla Sudbeat di Hernan Cattaneo.
Conosco Danny Lloyd da circa 10 anni, dopo molte collaborazioni anno scorso abbiamo deciso di consolidare il nostro progetto con il nome di Nocturna il cui lancio è avvenuto sulla Sudbeat una delle etichette più prestigiose della scena deep progressive.
Big Bang EP, così era intitolata la nostra release, è composta da due tracce originali e da due incredibili remix prodotti dalle mani di Graziano Raffa, manager della label e da Hernan Cattaneo in collaborazione con Soundexile.
Ricevere il remix direttamente da Cattaneo è stato per noi un traguardo, visto la stima che nutriamo nei suoi confronti sia come artista che come persona. Come ho già detto prima abbiamo appena finito di terminare un remix di Dousk Look Good Tonight, che è già stato supportato dallo stesso Cattaneo nel suo radio show settimanale Resident.

La Sudbeat ultimamente sta dando spazio anche ad artisti italiani, oltre a te, ricordiamo Doomwork e Graziano Raffa (e magari ce ne sfugge qualcun altro), pensi sia un segnale che qualcosa sta cambiando?
E’ interessante osservare come l’Italia si stia ritagliando uno spazio nella scena proghouse grazie anche al boom dell’elettronica melodica targato Tale of Us e Mind Against (che appartengono comunque ad un altro mercato), favorendo l’avvicinarsi dei club a questo mondo, che ne pensi?
Secondo il mio punto di vista nel settore della musica melodica non sono rimasti tantissimi big in giro, oltre a Hernan Cattaneo, Nick Warren e Guy J, tutti gli altri hanno deciso di dedicarsi anche ad altri generi come per esempio Digweed.
La spinta per espandere e non far cadere in letargo queste genere dovrebbe partire proprio da loro, dando spazio agli artisti più talentuosi. Pensiamo a Sven Vath e Cocoon che hanno il loro roster di artisti, Richie Hawtin e Minus lo stesso, e così tanti altri pezzi grossi hanno la propria agenzia di booking con la propria lista di Dj, anche se fanno parte di questo mercato.
La Sudbeat è un’etichetta ancora giovane ma secondo me con il tempo potrebbe espandere la sua influenza come hanno fatto Sven e Richie, arrivando magari a svegliare i promoter italiani che sarebbero portati ad allargare le proprie vedute verso altri generi fino anche a quello che piace più a noi. La speranza è sempre l’ultima a morire.

Omar Abdel Karim

 

Andrea Casssino: Alma Latina   (versión española)

El camino musical de Andrea Cassino empieza en 2001 cuando, junto con Alex Laben, crea el proyecto Cassino & Laben. Con el tiempo, el dúo abandona sus raíces techno para seguir el lado más melódico y experimental de la electrónica. Desde el 2009 Andrea cambia dirección y escoge una mezcla entre sonoridades techno y dark progressive, optando por un estilo diferente respecto al que Laben propone. El pasado año decide finalmente que ha llegado el momento de volver a compartir con alguien la vida de estudio y, junto con el amigo y compañero Danny Lloyd, comienza un nuevo proyecto llamado Nocturna. Su curriculum cuenta con numerosos lanzamientos para etiquetas prestigiosas como LowBit, Proton, Sudbeat y Balkan Connection y sus temas suenan en las sesiones de djs del calibro del John Didweed, Hernan Cattaneo, Nic Fanciulli y Dave Seaman. Durante estos años viaja mucho por Argentina, país que ama desde siempre y donde recibe un gran apoyo, cosa que le satisface inmensamente. El amor por este lugar le empuja a la decisión de mudarse a Buenos Aires. En esta ocasión hemos podido confrontarnos con él y deleitarnos con una de sus sesiones, que ha sido un regalo en exclusiva para nuestra web.

Hola Andrea, bienvenido en Frequencies…¿Qué te parece si empezamos nuestra charla con algo que quieras contarnos sobre ti y sobre como nace tu pasión para la música?
Hola a todos y, ante doto, gracias por haberme invitado…me alaga poder compartir mi historia con el público italiano. Mi pasión para la música nace hace mucho tiempo: tenía 8 años y tocaba el piano y la flauta como autodidacta. Me fascinaba la música de alto contenido melódico y escuchaba de  todo,  desde  el  rock  a  la  música  ligera,  aunque  ya  estaba  influenciado  por  sonoridades electrónicas de los años 80′ y 90′ que siguen siendo una importante fuente de inspiración al día de hoy. Empecé con Cassino & Laben en el 2001, año en el que trabajaba con Alex en un club de nuestra ciudad. Eramos apasionados del sonido deep londinense de ese periodo, refinado y muy “mental”: las fiestas Bedrock con artistas como Sasha y Digweed junto con las famosas recopilaciones de la Global Underground marcaron nuestro sonido de esos año.

Cuáles son los artistas que te han mayoritariamente influenciado?
A parte los que ya nombré, durante mi adolescencia he tenido una larga época en la que escuché música trance, sobretodo por Ferry Corsten, Paul Van Dyk y Tiesto. Aun así, el disco que mas me marcó, entregándome definitivamente al mundo de la música electrónica fue, sin duda, Xpander de Sasha que salió en el año 2000 y, gracias al que empecé a amar no solamente sonoridades progressive y deep, si no también el género breakbeat.

Hoy se puede decir que perteneces a la categoría que los medias definen como “fuga de lo cerebros” pero, a diferencia de muchos compañeros que, durante los años, fueron mudándose en ciudades como Berlín, elegiste un lugar tan peculiar como Buenos Aires. ¿Cómo estás ahí y qué tipo de escena musical encontraste?
Estoy viviendo en Buenos Aires desde hace casi siete meses, después de varios años de giras por el país junto con Laben y después en solitario. Ha sido una gran experiencia que me ha absorbido plenamente no solamente por la belleza de los lugares que visité, también por el pueblo argentino, gente extraordinaria, pasional, sentimental y siempre entusiasta tanto delante de un partido de futball como en la pista de baile. Estar actuando delante del público argentino es absolutamente excitante y quien tuvo el placer de hacer una experiencia así sabe de lo que estoy hablando. Más allá de esto, en Argentina existe una gran cultura para sobre la música electrónica, en particular para el género progressive deep, siendo sin duda, Hernan Cattaneo la mayor influencia. Existen clubs para todos los gustos pero lo que más destaca es la manera con la que el público sigue la música y conoce tanto los artistas más famosos como los emergentes. Gracias a esto los promotores proponen más variedad, dando espacio a muchos artistas y consiguen mantener los locales siempre llenos.

Hablemos un poco de tu pasado, de cuando, junto con Laben, proponías un tipo de música que quizás fuera demasiado vanguardista para una Italia de los primeros años de 2000. Meatrevería a decir que hoy en día, sobretodo con la ola de techno que está triunfando, esa misma música hubiera tenido más éxito a nivel nacional. ¿Qué es lo que crees que falte en Italia y qué es lo que no te convence de la situación actual? Venga…quítate alguna espina.
Cuando empezamos el proyecto con Alex, no teníamos ninguna idea de donde llegaríamos. Trabajamos muchísimo en el estudio e intentábamos producir algo novedoso sin que la situación local italiana nos afectara demasiado, ya que se trataba de algo muy diferente de lo que hacíamos. Nos centrábamos en nuestras creaciones y seguíamos haciendo lo que nos gustaba. Claramente nos costaba encontrar espacios para actuar ya que el género del progressive house en Italia era y es, al día de hoy, prácticamente inexistente. Lo que nunca me ha gustado de la escena italiana es que ahí no se deja espacios para nuevos artistas que, como nosotros hacíamos, se esfuerzan al máximo y se comprometen. Nosotros teníamos mucha pasión pero para poder actuar teníamos que disfrazarnos de relaciones públicas en lugar de hacer música. Hoy este mecanismo sigue en pié y es por esto que en cabina vemos a gente que es bueno con las relaciones y los contactos y no tiene nada que ver con un dj producer, hecho que contribuye a bajar en nivel artístico que se propone. Otra cosa que he notado es que Italia sigue todo lo que pasa en escena alemana, se intenta llevar todo lo que se hace allí para volver a programarse en los clubs italianos. No solamente hablo de los grandes artistas que viajan infinitamente por por todo el país, también veo que la influencia alemana ha llegado a marcar todos la mayoría de productores locales que no salen del techno y tech house. Actuando de esta forma estaremos siempre en segunda posición si no damos a nuestro público algo diferente y novedoso directamente que sea una marca de nuestra manera de hacer música, porque no nos faltan talentos.

¿Estarías dispuesto a volver a casa si las cosas fueran diferentes?
Si  tuviera  la  posibilidad  de  encontrar  todo  lo  que  durante  mis  años  en  Italia  no  encontré, seguramente volvería con inmenso placer. Aunque en Argentina existen muchos puntos de contacto con la cultura italiana, sigue siendo un país muy diferente y complicado, mis orígenes son italianas y amo mi país.

¿Tienes algún tema nuevo en camino? ¿Alguna nueva colaboración, una gira quizás?
De momento estoy trabajando a dos remezclas, una para la etiqueta polaca Soundteller y otra para Classound de Luis Bondio. Hace poco, con mi compañero Danny Lloyd con el que tengo un nuevo proyecto llamado Nocturna, hemos terminando una remezcla para un tema de Dousk que saldrá a la luz en breve con Balkan Connection. En cuanto a nueva actuaciones, se están planeando algunas en Argentina y otra en Grecia en marzo.

Hablando  de  colaboraciones,  cuéntanos  algo  sobre  Nocturna,  el  proyecto  que,  junto  con Danny Lloyd, ha debutado en SudBeat de Hernan Cattaneo.
Conozco Danny hace más de diez años y la idea de Nocturna nació como consolidación de muchas colaboraciones juntos culminadas en este primer trabajo como dúo que salió con Sudbeat, una de las etiquetas más prestigiosas en la escena deep progressive. Big Bang Ep, nombre de nuestro primer lanzamiento como Nocturna, contiene dos originales más dos increíbles remezclas: una de la mano del mismo Hernan Cattaneo en colaboración con Soundexile, otra de Graziano Raffa, manager de la etiqueta. Debido a la gran respecto que sentimos para Hernan como artista y persona, su aportación a nuestro trabajo significa haber alcanzado una meta importarte. Como mencionaba antes, acabamos de terminar nuestra remezcla de Look Good Tonight de Dousk que ya ha recibido el apoyo del mismo Cattaneo en su radio show semanal Resident.

Sudbeat está dando más espacio también a artistas italianos, a parte tu, recordamos, Doomwork y Graziano Raffa (a lo mejor se nos escapa algún nombre más). ¿Crees que sea una señal de que algo está cambiando? También, es interesante ver que en Italia exista más espacio para el proghouse gracias al éxito de una electrónica más melódica de la mano de Taleo Us y Mind Against (que, de toda manera pertenecen a otro mercado) que favorece una mayor abertura de parte de los clubs, ¿qué opinas?
Según mi punto de vista, no considero que hayan quedado muchos artistas “melódicos” entre los más famosos. Creo que, a parte Hernan Cattaneo, Nick Warren y Guy J, todos los demás hayan optado por otros géneros, como, por ejemplo, John Digweed. Para que este género no desapareciera del todo, el empujón tendría que llegar de ellos y de los nuevos talentos que tendrían que proponer y apoyar. Pensemos en Sven Vath y Cocoon o Richie Hawtin y Minus, que tienen su propia roster de artistas y así, muchos más que abren agencias de booking. Sudbeat es una etiqueta más joven pero considero que podría llegar a expandirse como hicieron las de los artistas que antes mencioné. Podrían despertar los promotores italiano que, quizás, conseguirían ampliar la escena musical, hasta llegar a una variedad en la que también lo que nos gusta pueda caber. La esperanza es la última a morir.

Traduzione: Emilia Celona

.