PJ Harvey: Live le sessions del nuovo album

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Dal 16 Gennaio in poi, per una settimana circa, la stratosferica PJ Harvey registrerà live il suo nuovo album presso la Somerset House di Londra (per intenderci, uno dei più importanti centri culturali ed artistici della città) offrendo ai propri avventori tre sessions consecutive di 45 minuti dalle 15 alle 18 di ogni giorno.
Il pubblico potrà assistere ai concerti attraverso un avveniristico vetro uni-direzionale che permetterà ai musicisti di mantenersi concentrati sul proprio lavoro.
Al di là della furbissima trovata per finanziare agevolmente il disco, l’evento è, di per sé, una assoluta novità nel music business contemporaneo e non poteva che essere ideato da una delle più illuminate e raffinate musiciste rock del nuovo millennio.
Dai suoi dischi post-punk delle origini al rock sperimentale degli ultimi anni, PJ Harvey ha sempre rappresentato un punto di riferimento per molti di noi.
Unica musicista della storia ad aver vinto due Mercury Prize, per altro, a distanza di dieci anni l’uno dall’altro (2001 e 2011) ed incredibile animale da palco, PJ Harvey è una sorta di meravigliosa, elegante, sensuale ed inarrivabile icona della musica rock contemporanea.
Vi confesso di averla sognata più volte e, pur non conoscendola personalmente, sento di esserle riconoscente per la musica che ci ha regalato e per aver rappresentato un modello femminile sempre e comunque fuori dagli schemi precostituiti della società dei consumi.
Potrei elencarvi una serie infinita di canzoni che, in un modo o nell’altro, mi hanno toccato ed emozionato, ma vorrei concentrami su uno dei dischi più belli ed “elettronici” della sua carriera, quel “To Bring You My Love” che le ha consentito, senza mediazioni di matrice commerciale, di vendere ben 8 milioni di copie in tutto il mondo.
Sebbene le chitarre abbiano sempre rappresentato un elemento caratteristico del proprio sound, in alcune canzoni dell’album (come ad esempio “Down By The Water” o “I Think I’m A Mother”) PJ dimostra una grande apertura mentale, allargando notevolmente il proprio spettro d’azione e riuscendo nel difficilissimo intento di produrre musica elettronica utilizzando strumenti per lo più tradizionali e la propria voce come un imprescindibile collante fra le parti.

Andypop

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