Cosa attendersi da un “DJs’ DJ” come Prosumer nell’accingersi ad ascoltare un suo mix-CD? Lavori come questi hanno spesso un inizio graduale, per far entrare l’ascoltatore nell’atmosfera e nel ritmo giusti.
Ed invece no. Lui va subito al dunque, forte dell’identità di chi non deve aspettare nessuno – chi lo ama, lo segua.
Chi scrive lo ha sempre apprezzato molto, e non ha fatto fatica a entrare nell’onda sin dai primi secondi di un mix fatto di molta sostanza ‘retro’, perfetta simulazione di quello che succede – o almeno deve succedere – su un dancefloor.
Non che l’inizio sia così brusco (“Time” di George Acosta & Erick Paredes insieme ad una delle tante “Untitled” di Chez Damier hanno pur sempre la loro delicatezza melodica) ma il passo é sin dall’inizio sostenuto, fatto di un’house music classica e marciante.
Non ci si é ancora scaldati, che l’atmosfera si fa già più intensa e coinvolgente.
Quando arriviamo a “Fabio” di Wilma, quinta di 24 tracce, vorremmo già essere almeno un po’ sudati per godercela appieno nella sua sospensione.
Non mancano clamorosi cambi di stile (Earth People “Dance” sbuca quasi dal nulla riportando calore ed allegria, e non é neppure facile dire se la scelta sia stata azzeccata o meno); ma ci pensi un attimo e ti rendi conto che Prosumer puó permettersi questo ed altro, specialmente se subito dopo ti risolleva da terra con “Expressions” di Linkwood per poi mandarti in una centrifuga ritmica come il Tarantism Remix di “Ready to Lose” dei The Knife.
É a questo punto che pensi venga davvero il bello. “The Search“ di I-F ci immerge in grigie atmosfere electro e dà il “la” a una sequenza scura ed avvolgente. Ma dura poco, perché ancora una volta ci si ritrova lanciati in un mondo di pura house music nel giro di pochi minuti, con “Something Borrowed” di Domu. E allora ti rendi conto che il bello di questo mix-CD é proprio nel variare continuo, nell’esplorazione di diversi territori nonostante il ritmo costante. Il che é forse il tratto distintivo di Prosumer, uno dei Più brillanti tracciatori della linea che puó unire Berlino a Chicago, non necessariamente passando per altre destinazioni.
L’approccio al finale sembra molto dolce e graduale; già dalla quartultima traccia (“Nature Of The Soul” di The Steoples) si intravede il finale, anche se “Carden Eden” dei Tuff City Kids ci riserva un ultimo sussulto.
In teoria sarebbe “Fantastic Piano” di Axel Boman a chiudere la sequenza, ma Prosumer ha voluto riprodurre un djset nel modo più fedele possibile e ci ha anche messo l’ultimo pezzo: “She’s Got Her E.R.A.”, un brano funk-disco adatto agli ultimi minuti di festa prima di andare a casa. E ancora una volta colpisce un dettaglio: il finale improvviso, sfumato di colpo, di sicuro non tipico di un mix-CD in cui spesso ci si preoccupa di chiudere con tracce che abbiano un’uscita adeguata.
“Ho mixato questo CD nel salotto di casa mia, con i dischi, un mixer, ed un computer. Le papere fuori dalla mia finestra erano un pubblico difficile da leggere”. Sicuramente avranno avuto modo di farsi una chiara idea di cosa il signor Achim Brandenburg é in grado di fare in un club. Pochi orpelli, molta sostanza, e il movimento come punto fermo.
Quest’uomo é troppo poco spesso citato tra i mostri sacri dell’house music, ma ne incorpora l’essenza come pochi altri sulla scena. (3.5/5)
Luca Schiavoni