Violet Poison “Non Sequitur” (Haunted Air)

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Il cinema horror italico degli anni ’70 e ’80 è una notevole fonte d’ispirazione per i produttori di musica elettronica. Provate a chiedere ai Demdike Stare per esempio da dove vengono le idee dei primi due album. Eppure all’Atonal 2013 gli allora Violetshaped ricevettero pesanti critiche per aver utilizzato scene di famosi film dell’epoca per rendere visivamente un sound oscuro e cerebrale.
Giornalisti e colleghi importanti, per lo più inglesi, si scatenarono nell’accusare i due artisti italiani di un uso eccessivo e compiaciuto di immagini violente, arrivarono persino a indicarli come misogeni perchè le vittime nelle pellicole erano donne.
Vorrei sapere se le stesse osservazioni sono state mosse a gente come Quentin Tarantino che grazie a quei B movies sanguinolenti fattura milioni di Dollari.
In ogni caso nonostante la fine del progetto comune sia Shapednoise che Violet Poison sono andati avanti nel loro percorso artistico riscuotendo il meritato successo.
Oggi Francesco Baudazzi, in un momento di sovrastimolazione creativa che gli ha fatto pubblicare l’album Sovrastrutture (Opal Tapes) a fine estate, torna, possiamo dirlo, sul luogo del delitto ed esce su Haunted Air con un doppio vinile che sembra voler chiudere un capitolo della sua esperienza.
Non sequitur è un titolo a cui va prestata attenzione perchè contiene diversi livelli di significato.
Nella logica infatti è un’espressione usata per indicare un errore di ragionamento, mentre in letteratura si riferisce a un commento umoristicamente assurdo, ed ancora è una tecnica di ipnosi per indurre il paziente alla trance.
Elementi propri di un musicista realmente alternativo nel rapportarsi al concetto di arte, la cui spiccata sensibilità sfocia in un’ironia iperbolica, tanto feroce da essere esilarante.
Il disco è una compilation di main themes di immaginari lungometraggi firmati Bava o Argento, un accompagnamento ossessivo che nasconde un beat omicida sotto l’impermeabile.
You should suffer for truth (mixdown ok) non lascia dubbi: sarà una strada di passione, lungo la quale dolore e lussuria verranno a intrecciarsi in modo tale da non poterli quasi distinguere.
Force Final riprende il gusto per l’EBM mentre il protagonista lotta contro il tempo per trovare l’assassino.
La melodia sinistra di Christ sculpture with blood tears brilla di luce nera e Palace of Mirrors rimanda a quel senso di confusione sensoriale che si prova quando si è in mezzo alla pista bombardati da casse e strobo oppure quando si viene storditi col cloroformio.
Killer widow accellera pulsazioni e suspance; Midnight conversation with beyond, la techno nella sua forma di medium primordiale capta voci provenienti da dimensioni parallele, fantasmi di vite precedenti che non se ne sono mai andati davvero.
Omega Days, il buco nero che tutto risucchia e in cui tutto risuona, siamo sicuri che il Male abbia ovunque la medesima forma?
Pain è un rullo compressore usato come mezzo di sottomissione, un gatto a nove code vibrato da Terminator.
Nylon Mask infierisce sul corpo inerme dell’innocente e la malinconica Like a Pandora’s box (reshape) piange per tutti coloro che sono rimasti vittime dei propri desideri.
Violet Poison ha trovato un’ottima soluzione per interpretare la new wave of techno: plasma una colonna sonora dark incalzata da ritmi aggressivi e armonie stranianti mantenendo sempre il controllo del filo narrativo. Un punto fermo della nuova scuola made in Italy.

Federico Spadavecchia

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