Da diversi anni, tra i professionisti del marketing e della comunicazione è in corso un dibattito su quale sia la definizione più adatta per descrivere il mestiere del P.R.
“Le relazioni pubbliche sono una disciplina della comunicazione d’impresa e fanno parte della scienza del management, che si occupa della gestione delle organizzazioni complesse.
La funzione delle relazioni pubbliche è di contribuire al raggiungimento degli obiettivi di un’organizzazione con un’attività continuativa, consapevole e programmata di gestione e di coordinamento dei sistemi di relazione che si attivano tra la stessa organizzazione e i suoi diversi segmenti di pubblico influente.
Un’attività che deve essere sempre trasparente, corretta, a due vie. In particolare, compito specifico delle relazioni pubbliche è quello di orientare opinioni, atteggiamenti, comportamenti e decisioni – anche di consumo – degli stakeholders-influenti: soggetti che possono ostacolare o agevolare il raggiungimento degli obiettivi di un’organizzazione perchè dotati di specifici poteri decisionali o perchè ritenuti in grado di influenzare i primi.” (Toni Muzi Falconi – 2005)
“Per relazioni pubbliche si intende la gestione strategica delle relazioni che esistono fra una organizzazione e i suoi diversi pubblici,attraverso la comunicazione, per raggiungere la comprensione reciproca, gli obiettivi organizzativi e servire l’interesse pubblico”.
(Flynn, Gregory & Valin, – 2008)
“L’attività professionale di Relazioni Pubbliche, unica o preminente, è definita dalla finalità di creare, di sviluppare e di gestire sistemi di relazione con i pubblici influenti sul raggiungimento degli obiettivi perseguiti da singoli, da imprese, da enti, da associazioni, da amministrazioni pubbliche e da altre organizzazioni.Le Relazioni Pubbliche comportano attività di analisi, di ricerca e di ascolto, di progettazione e pianificazione di programmi specifici di relazione e comunicazione con i pubblici influenti nonché attività di valutazione dei risultati conseguiti.” (art. 1 dello statuto F.E.R.P.I)
Anche se stiamo parlando più o meno di sfumature non si è ancora riusciti a trovare una sintesi condivisa da tutti.
Per arrivarci, propongo di percorrere la strada contraria e cominciare a definire cosa NON è un P.R.
In realtà il rischio polemica anche in questo caso è dietro l’angolo, tuttavia su una cosa, una soltanto, tutta la comunità di professionisti sembra essere dello stesso parere:
“Il P.R. non fa volantinaggio, non passa giornate intere a incollare in maniera compulsiva in centinaia di profili social, inviti a serate in discoteche scritti in un italiano discutibile. Il P.R non passa le serate a segnare su un foglio la lista dei suoi conoscenti entrati in un locale.”
In fondo, come dichiarò qualche anno fa il guru del settore Giampietro Vecchiato, “faccio il pr ma non ballo sui cubi”
Samuele Dalle Ave