In rete non sciama il clamore causato dalla campagna promozionale della nuova uscita di Aphex Twin.
Si, dalla campagna, perchè sul disco si dice ben poco, forse perchè quasi nessuno lo ha sentito, mentre qualcuno crede magari di averlo fatto, e visti i dubbi sulla presenza di fake nella rete non è autorizzato a giurarlo.
Importa meno, evidentemente, la musica, che è ridotta ad uno spettro, un fattore secondario, mentre in tutta questa faccenda è il brand a fare da protagonista: pura aura anteposta al feticcio…la campagna come opera d’arte? Roba degna di un seminario alla NABA di Milano.
Un vinile in serie limitata compare poco tempo prima sul mercato, quasi a suggerire inconsciamente che sarà meglio accaparrarsi un gran numero di copie per poi poterle vendere a peso d’oro a qualche nerd ritardatario, casomai finissero in fretta.
Un annuncio sul deepweb che rompe il silenzio. Il solito ricorso alla street art già collaudato dalle campagne Nike e ottimale per il contesto americano.
Un dirigibile su Londra degno di una marca di pneumatici, visto che per la città vicina alla Bristol di Banksy ci vuole ben altro che una tag.
Che altro? I soliti adesivi, magliette e cappellini? Una borsa di dischi taggata? Pacchiano. Ecco dunque che spunta una lotteria di ascolti, una cosa singolare che ha a che fare proprio con la fruizione della musica.
Notiamo subito che in America e in Canada l’ascolto è vietato ai minori. Pura pornografia. Che si possa anche fumare dentro?
Ci troviamo nella palestra delle strategie di marketing messe in atto da quando la Warp ha cambiato product manager: con quel bando di mesi fa (http://warp.net/records/general/uk-product-manager) devono aver assunto quello delle trovate delle tute alari della Redbull, mentre tutti ancora si chiedono che fine abbia fatto il gorilla del Crodino, pare sia ostaggio di Chris Cunningham che gli sta apportando qualche modifica.
Tra poco vedremo dunque uscire sigarette, panettoni, ghiaccioli targati con il logo Aphex, poi forse chiederanno a Briatore di entrare in Formula Uno, ma ancora non c’è niente di certo.
Le città designate per il listening tour, oltre che in USA e Canada si trovano in UK, Francia, Belgio, Olanda.
Sorprende l’assenza del Giappone ma soprattutto la grande assenza della Germania, paese trainante nel mercato mondiale della musica elettronica.
Che dire, propabilmente da studi cabalistico-perizomatici è emerso che in Giappone costa troppo organizzare proiezioni olografiche, mentre la Bundesbank conferma che i tedeschi amano più la cassa dritta, ed italiani e spagnoli fanno troppo rumore in sala, poi se non possono fare un selfie con l’artista si sentono a disagio.
Il disco presunto titolato “Syro” che gira su Youtube assomiglia molto ad un FLYCO giapponese di 15 anni fa che probabilmente si ispirava a sua volta a vecchi lavori Warp ma con l’aggiunta di melodie tradizionali giapponesi riadattate per videogame.
Non si tratterebbe dunque di niente di sostanzialmente nuovo. La cosa non ha molta importanza. Potrebbe trattarsi anche di un’altra cosa o del silenzio secondo Aphex Twin. Quello che interessa di più è l’impianto promozionale, la modalità di fruizione del disco, questo Listening tour di cui si fa un gran parlare.
Beh, per esagerare io ne avrei fatta una anche in Nigeria di data per studiarne gli effetti antropologici.
Si vede che non stanno veramente sperimentando ma seguono dei dati di mercato ben precisi. Neanche questo aspetto tutto sommato è molto interessante e suona quasi retorico: stiamo parlando di un prodotto che viene da un background musicale che ha digerito da tempo il motto “only for money” del punk, (i “26 mixes for cash” ne sono una chiara dimostrazione, per chi non conoscesse bene l’artista) e dunque non dovrebbe stupire molto la scelta delle date del tour.
Evidentemente il mercato americano è più goloso di altri.
La cosa più onesta, sulla quale porrei invece l’attenzione, è il fatto che chiamano “ascolto” quello che molti artisti oggi, dotati di archibugi digitali quali Traktor o Ableton che utilizzano in modalità base -ovvero per riprodurre del materiale già fatto- sono indotti a spacciare ancora per “live act” durante un tradizionale tour promozionale.
Prima che questi artefatti venissero alla luce la polemica imperversava per via di chi credeva di andare a vedere un live set e si trovava invece davanti ad uno del gruppo che metteva i dischi, cosa che oggi sarebbe considerata già di per sè un lusso…Qualcuno per queste cose faceva anche casino alla cassa perchè rivoleva i soldi indietro.
Nel volume primo della “Storia universale delle prese per il culo del pubblico” ritroviamo un ampio spazio dedicato a quegli advertisers mascherati da giornalisti, da gente che “fa informazione”. Sono loro che hanno il compito di costruire l’hype dell’evento.
Il loro ruolo è riconducibile a quello di chi fa marketing online, che tra le altre cose si ritrova a dover commentare positivamente un prodotto con falsi profili per indurre la gente a guardarlo con benevolenza, attenzione, a desiderarlo e magari addirittura ad acquistarlo.
I tempi in cui bastava dire “spacca” sono passati, e dunque anche questi soggetti sono costretti ad esprimersi in un modo inconfondibile, utilizzando un vocabolario semplice, “vicino all’utente”, senza rendere nessuna profondità, critica, derivazione, prospettiva, senza disegnare alcun orizzonte.
“Bellissimo concerto”, dunque, senza distinzione di causa. Del resto stanno facendo promozione, come biasimarli, a noi non rimane che verificare l’attendibilità delle fonti.
Ecco, in questo caso bisogna riconoscere che questo outing dell'”ascolto” in luogo del tour “live” rappresenta un grande passo avanti.
Il tour “live” infatti presuppone l’ingombrante e feticistica presenza dell’artista che come secondo le istruzioni date da uno ZX Spectrum si presenta usualmente solo per “press play on tape” – riferimento non casuale visto che Aphex era un utilizzatore dello ZX81, con il quale produceva i primi suoni molesti- ovvero per mandare in play una registrazione.
Abbiamo già visto in proposito Moroder in questa imbarazzante veste papale. Probabilmente in tal caso il genere e il tipo di pubblico da “Bread and butter” richiedeva questo ingombro.
Lo spettro di Aphex aleggia invece già nelle sale di ascolto. E’ quello che si può definire un artista contemporaneo, anche solo per il modo in cui gestisce la sua immagine.
La performance musicale viene così ridimensionata ed inserita in un quadro parrocchiale inedito che contempla l’assenza del profeta. Pregando il grande dio delle gettoniere un giorno riusciremo a riavere addirittura il juke box…Live!…Sperando non ci mangi il gettone.
Giovanni De Donà