Caro Aphex Twin, questa volta mi aspetto una cagata pazzesca

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Sarà per l’imponente campagna di marketing, per la pandemia hipsteriana che ha contagiato buona parte della nostra peggio gioventù  o per i 13 lunghi anni di attesa ma, l’incredibile hype che si sta creando per l’uscita del nuovo album del suddito di sua maestà  Richard David James  ha pochi precedenti.
L’attesa per il nuovo lavoro del ragazzo britannico è tanto spasmodica tanto da sembrare quella per il famigerato iPhone 6; a questo punto, il giorno dell’uscita mi aspetto accampamenti fuori dagli store e squadre di commessi in file come soldatini ad accogliere applaudendo ed incitando l’orda di AFX addicted pronta ad accaparrarsi il nuovo album feticcio.
Sono convinto che tra l’altro, una situazione del genere, a metà strada tra un film di Cronenberg e un video di Chris Cunningham al buon Richard non dispiacerebbe per nulla.
Scene apocalittiche a parte, sembra proprio che questa volta, l’ultima fatica del ragazzo britannico stia entusiasmando veramente tutti: dai fans di vecchia data, ai fondamentalisti ambient (Cit.), dagli hipster che fino a ieri ascoltavano indie rock ai bimbiminkia che con lo stesso ingenuo entusiasmo hanno trepidato per l’uscita del nuovo album dei Daft Punk.
E che dire poi dei vari blogger e degli operatori della stampa (o sedicente tale) che, con una nonchalance invidiabile riescono a passare dall’apologia di Nina Kraviz e Fedez a discorsi pseudo intellettualoidi sul genio AFX, per non parlare poi dei tanti, tantissimi djs attualmente in  fibrillazione che, in tutta la loro carriera mai, hanno avuto il “coraggio” di suonare mezza traccia di Aphex fosse anche la ormai pop Windowlicker.
In tutta questa accozzaglia di umanità varia tenuta insieme dall’artista Rephlex (ma qui nuovamente edito da Warp), manca solo (e vi giuro, lo sto aspettando al varco) qualcuno che si avventuri a fare qualche analogia tra l’innovazione che Aphex Twin ha portato nella musica e la scena degli startuppers italiani che, tra una tazza di Starbucks, un MacBook Pro  e una Action figure di Guerre Stellari,  stanno  (parafrasando il buon Riccardo Luna)  #cambiandotutto.
In virtù di questo come diceva il vecchio Lubrano, la domanda sorge spontanea: “La gente ha improvvisamente maturato il proprio gusto? Siamo finalmente pronti ad un tsunami  IDM?”
Nulla di tutto questo purtroppo; fenomeni come questi, sono già ampiamente studiati in sociologia e non sono niente di nuovo.
La prova che, in fondo certe reazioni del pubblico siano in qualche modo indotte “artificialmente” è che nonostante l’album non sia ancora uscito quasi tutti gridano già al capolavoro.
A questo punto da fan di vecchia data del buon Aphex Twin e da orgoglioso appartenente alla “setta” dei fondamentalisti ambient, paradossalmente spero che il nostro eroe questa volta ci abbia confezionato un pacchetto contenente una vera e propria puttanata.
Qualcosa di osceno, indicibile, tipo un album intero di rutti campionati a 8 bit , o infinite versioni di “Fra Martino campanaro” eseguite con vecchie e difettose diamoniche Bontempi e flauti di plastica da 5 euro (tampone pulisci saliva compreso).
Da lui voglio proprio questo, una nauseabonda e puzzolente merda d’artista (cit. Piero Manzoni) che tutti, turandosi il naso, anzi le orecchie, siano “costretti” a definire un capolavoro.
Se così sarà, alla faccia dei soliti detrattori e bastian contrari  una volta tanto potremo parlare veramente di un capolavoro; l’atto definitivo, monumentale, di Richard David James:una performancedadaista che, inizia con una campagna di marketing non convenzionale e si conclude con una raccolta di tracce audio oscene che, tutti compreranno (o scaricheranno di frodo) ma non avranno il “coraggio” di  ascoltare una seconda volta.
Oltre al nostro AFX, solo Maurizio Cattelan “l’Aphex Twin dell’arte contemporanea” potrebbe concepire una cosa del genere.

Samuele Dalle Ave


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