Fatima Al Qadiri “Asiatisch” (Hyperdub)

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Ci vogliono parecchi ascolti per trovare la giusta chiave di lettura di Asiatisch.
Per entrarci meglio bisogna intanto spiegare che Fatima Al Qadiri è già di per sè espressione di contaminazione estrema: nasce in Senegal, cresce in Kuwait e si trasferisce a New York, anche se continua a far la spola con il vecchio continente.
Sarete sulla buona strada se notate che il titolo, Asiatisch, gioca tra asiatico in tedesco e la somma di asian + kitsch, quindi cercate il significato del nome della prima traccia mentre la state ascoltando: Shanzhai (For Shanzhai Biennial). Viene in mente nulla?
Esatto, è una cover di Nothing to compare to you di Sinead O’Connor in cinese, o meglio in un cinese taroccato, perchè lo Shanzhai altro non è che la nobile arte dei figli di Mao di contraffare i più famosi marchi occidentali.
La ragazza ha quindi usato la scusa del tema orientale e i relativi riferimenti musicali tradizionali come uno spray per ambiente, del tipo che si respira nelle toilet di ogni ristorante che serve pollo alle mandorle e spaghettini di soia con gamberi e verdure.
Un esotismo plastico per una musica sintetica emotivamente neutrale che sembra fare di tutto per non coinvolgere l’ascoltatore.
Non da fastidio come la voce di Laurel Halo ma non trascina, è un grazioso pop subdolo che lancia il sasso e nasconde la mano. Accenna un riff ma non affonda il colpo, senza tuttavia deludere.
Le melodie post hypnagogic pop di James Ferraro (Far side virtual), che oggi rispondono alla definizione vaporwave, vengono cristallizzate nel gelido andamento neoeski, ultima incarnazione del continuum ravey britannico.
Oneohtrix Point Never da una parte e Logos dall’altra codificano uno stile che descrive un mondo algido, progioniero di un futuro virtuale, alter ego dei sogni proibiti di un presente reale che ha saturato l’immaginazione. Comun denominatore, l’adolescenza trascorsa a ingozzarsi di Mtv e videogames prima e internet dopo.
Ammiriamo un universo dove ciascuna componente è unica ma al contempo sostituibile, una microvariazione che altera lievemente la percezione del ricordo e fa ripartire il loop temporale in cui siamo piacevolemente persi.

Federico Spadavecchia

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