Laibach “Spectre” (Mute Records)

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I Laibach ritornano sulle scene ad otto anni di distanza da Volk, e lo fanno in grande stile, con un album che sta già facendo discutere molto gli estimatori dello storico gruppo sloveno.
Spectre
suona, sin dal ritmo a marcetta dell’iniziale The Whistleblowers, come una vera chiamata alle armi, contro l’Europa che cade a pezzi, contro lo smarrimento e la disperazione dei suoi cittadini, un invito ad unire le forze ed a far sentire la propria voce con veemenza, “occupare Wall Street e giudicare le intenzione di coloro di cui non ci fidiamo”, come recita il testo della straordinaria No History, autentico inno di epica bellezza.
Resistance Is Futile
e We Are Millions And Millions Are One, invece, ci invitano a non combattere contro di loro, ma con loro, marciare uniti verso la vittoria.
Proprio a causa di questa vena rivoluzionaria espressa con grande chiarezza, recentemente i Laibach sono stati celebrati addirittura dal Manifesto in Italia e dal Guardian in Inghilterra come “gli inverosimili progenitori di Anonymous e Occupy Wall Street”.
Non male per coloro che, vent’anni fa, furono invece stigmatizzati da La Stampa con un articolo intitolato “Inquietante nazi-rock”!
In realtà, sembrerebbe che ultimamente vi sia un tentativo di assimilare il gruppo sloveno a posizioni che, per cultura storica e politica, non gli sono mai appartenute, rendendolo così, potremmo dire, “rassicurante”.
La risposta forte e chiara a questo genere di atteggiamenti intellettuali arriva da Resistance Is Futile, che mette in chiaro il concetto: “Noi siamo Laibach, e voi sarete assimilati. Resistere è vano”.
Mai parole furono più veritiere, dal momento che è davvero difficile resistere all’orecchiabilità di  Spectre, le cui canzoni sono una più accattivante dell’altra, epiche e melodiche, capaci d’inserirsi nelle vostre sinapsi al primissimo ascolto.
Le sonorità richiamano l’electropop di band come i teutonici Propaganda, oltre alle ritmiche campionate, squadrate e marziali degli enigmatici Art Of Noise, tutte creature della storica ZTT Records e del suo deus ex machina Trevor Horn.
Lo stile Laibach, comunque, rimane sempre identificabile nei passaggi orchestrali, nei ritmi militareschi di Eat Liver! e Bossanova, oltre che, ovviamente, nella voce gutturale di Milan Fras.
La grande novità è rappresentata dalla bravissima Mina Špiler, già leader e cantante dei Melodrom, gruppo synthpop molto popolare in Slovenia, la cui voce femminile fa brillare l’album di nuova luce e, forse, di inedite potenzialità commerciali. Il carisma e le capacità della ragazza erano già state ampiamente testate in sede live sin dal tour di Volk e, negli anni successivi, il suo integramento nell’organico stabile dei Laibach è sembrato un passo naturale.
Mina
, ad ogni modo, si destreggia non soltanto con la melodia, ma anche con un cantato potente e stentoreo che fa da perfetta controparte a quello dello stesso Milan Fras: si ascoltino le succitate Eat Liver! e Bossanova per credere.
Spectre
è dunque un album di electropop d’avanguardia che non mancherà di far storcere il naso ai fans di vecchia data, ma ne conquisterà al tempo stesso molti nuovi. Ad apprezzarlo senza riserve saranno soprattutto coloro che si sono lasciati sedurre dalla svolta techno di Kapital, altra opera controversa e bistrattata all’epoca, di cui Spectre potrebbe rappresentare un’ideale continuazione.
La versione CD contiene quattro bonus track, tra le quali vi sono due immancabili cover: a venire stravolte sono state Love On The Beat di Serge Gainsbourg e perfino l’antico classico jazz See That My Grave Is Kept Clean di Blind Lemon Jefferson.

Simone Valcauda

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