I gemelli Fabrizio e Marco D’Arcangelo sono il punto di contatto tra l’old school rave britannico e la scena mitica della Capitale all’ombra del Colosseo.
Il loro suono che amano definire Braindance mescola techno, acid, breaks e IDM: spontaneo e impetuoso come quello di Lory D, e al tempo stesso cervellotico e ricercato nel segno di Aphex Twin.
La label che li accoglie quasi fosse una seconda casa, pubblicando quasi tutti i loro dischi, è infatti la Rephlex di Richard D. James, dei cui canoni sono perfetti interpreti.
In occasione del podcast in esclusiva per Frequencies abbiamo incontrato Fabrizio:
A distanza di anni dall’esordio siete sempre rimasti fedeli alla linea acid/Intelligent Dance Music, come descrivereste il vostro suono ai ragazzini che scoprono oggi la musica elettronica e che per ragioni anagrafiche si son persi l’era dei rave? Cosa aveva di speciale quel periodo?
I giovanissimi hanno la fortuna di poter effettuare viaggi nel tempo grazie alla rete informatica, che da quando è nata sino a oggi si è riempita di informazioni, musica, notizie al riguardo e siti dedicati. Naturalmente portali dove poter ascoltare qualsiasi genere, spaziando sino davvero all’infinito, ce ne sono tantissimi. Quindi trovo naturale che ogni singolo si faccia un’idea, elaborata o meno. Riguardo quello che posso offrire personalmente ripenso alle fantastiche sensazioni che i primi avvicendamenti elettronici offrivano; spesso sembra di raccontare delle novelle, e quando capita è significativo osservare l’attenzione per un periodo come il nostro, per tanti altri artisti della nostra età che hanno avuto la fortuna di esser stati testimoni della nascita di generi e per artisti famosi, come per tanti già attivi e osservarli all’azione propio prima dell’avvento digitale.
L’anno scorso siete usciti ancora una volta su Rephlex con Audiovisuals Designs confermando la convinzione di questo sodalizio. In cosa consiste la forza di questa label e perché nel tempo avete messo da parte l’idea di una vostra etichetta?
Come spesso mi ripeto da solo quando ho ricordi di tutto ciò che è stata la nostra avventura sino a oggi, la Rephlex è davvero un legame familiare, nessun artista di questa etichetta si mostra da artista navigato o sopra le righe; incontri amici che si rispettano, qualunque sia il grado di anzianità.
Una vera famiglia in cui a nessuno importa fare la star. Questo ti fa stare bene e Grant è davvero un fratello sempre disponibile, gli vogliamo bene questa è una certezza. Invece per la nostra etichetta garantisco che non vuole esser stata una cometa, ma abbiamo dovuto sospendere per molti avvicendamenti anche personali. Un’etichetta propria va seguita e curata come una pianta, ma cio non toglie che sia solo un ricordo, ma non farmi aggiungere altro altrimenti perdiamo una sorpresa.
Sebbene nel mondo la musica dance sia diventata un business enorme in Italia l’opinione pubblica generale/ista sembra rimasta la stessa dei primi anni ’90, come vi spiegate questo blocco? Eppure gli artisti elettronici italiani sono da sempre tra i più apprezzati all’estero.
Ve lo ricordate questo video? volete commentare?
Mi hai fatto ricordare un video che non volevo piu osservare per guasti allo stomaco. Concettualmente credo che ogni era musicale abbia instaurato un legame fra commerciale e underground, e tutte le volte c’è stato chi se ne giovava, salendo su carri facili autoproclamandosi artisti e chi invece magari ci lavorava dentro in maniera underground e professionale ai massimi livelli, senza spesso poter veder riconosciuta la propria bravura. Oggi la cosa mi sembra alquanto amplificata, basti vedere le varie discussioni su sync o no che la fanno da padrone. Internet è stato un vantaggio per l’esposizione personale ma allo stesso tempo ha comportato grossi svantaggi.
Il futuro è una delle ossessioni ricorrenti tra i produttori di musica elettronica, è così anche per voi? Se sì perché avete scelto questo genere musicale per raccontarne la vostra visione?
Sai l’immagine del futuro inteso come nuova era è nell’immaginario legato alla elettronica da sempre, basti pensare alla musica dance degli anni ’80.
Comunque siamo sempre stati affascinati sin da piccoli alla fantascienza, e naturalmente tutto cio si legava alla elettronica, non solo musicalmente, quindi cerchiamo di offrire la nostra visione di timbri e suoni sia personali che influenzati da generi vari, naturlamente elettronici, che a volte si fondono poi in un groove, e che innanzitutto da piacere a noi stessi. Amo giochicchiare con moduli e software nuovi come se fossi sempre in uno showroom con tante cose da provare e registrare.
Quali sono i dischi acid/tech/idm nei quali ritrovate la stessa freschezza di idee del primo ascolto?
Domanda non facile anche perche ascolto(-iamo) tantissimo, spesso faccio fatica a elencare la energia di un brano che ci offre una cosa del genere.
Non sempre le etichette riescono a soddisfare con artisti diversi questa sensazione, comunque per esempio nel ramo idm adoravo la Merck Rec. che trovavo la più idm di tutte e dove davvero c’era una esponenzialità di artisti idm pura.
La Rephlex non la nomino naturalmente perchè sembra fatto apposta, nel campo techno seguivo la Drumcode ma con pochi artisti.
In campo acid ne dovrei elencare troppe, apro un virgolettato per la mia passione per la Electro dove vorrei parlarne per ore.
Tra le nuove leve, c’è qualche nome che vi intriga al momento?
Monolith mi ha impressionato molto, mi ricorda con vigore le cose perfette dell’era Rephlex di AFX ma con più rigore di editing, mi piace molto Boris Divider, e ho una predilizione per un artista completo e mai davvero mai monotono che è Amon Tobin.
Vorrei dirvi che però in Italia stiamo davvero a buon punto ma non vorrei fare un torto a nessuno, però la romana Truckstop 76 mi sembra davvero all’avanguardia nell’electro e sforna professionalità a ogni release!!
Parliamo del podcast realizzato per Frequencies: dove e come l’avete registrato? Vi siete dati un tema particolare o avete agito d’istinto?
Il podcast è generato in maniera istintiva, seleziono ciò che mi offre good vibes al momento o cio che sto ascoltando nel periodo; preferisco evitare un mood uniforme ma cerco sempre di creare una braindance mixata dove lego idm spinta e forme techno acid di buon livello.
Questa volta ho anche lavorato di editing sulla sessione mixata.
Elaborato nel mio corner milanese con vinili e digitale ma con editing finale!
Federico Spadavecchia
Frequencies Podcast #6: D’ARCANGELO by Frequencies_Eu on Mixcloud