Commodity Place – Multifrequency Behaviour of High Energy Cosmic Sources EP (Electronique.it)
A sto giro i colleghi di Electronique.it, nella loro seconda veste di discografici, l’hanno fatta davvero grossa.
Hanno infatti chiesto ai Commodity Place, al secolo Massimiliano Loretucci e Riccardo Frosoni, di curare la quinta uscita della label, e questi hanno ben pensato di approfittarne per costruire un portale dimensionale non autorizzato.
Una goccia di acido lisergico nel flusso canalizzatore e via, davanti agli occhi abbiamo Manuel Gottsching che suona assieme a loro negli studi dell’Harthouse con la partecipazione straordinaria di Pete Namlook, insomma tipo il video dei Daft Punk ma con musica figa!
Ahura Mazdà sono 12 minuti di pulsazioni cosmiche che ti fanno sentire leggero come l’aria, quando parte la chitarra stiamo già manifestando per la pace intergalattica. La title track parte invece più oscura e meditativa mentre man mano ascende al cielo con tanto di cori angelici e bagliori celestiali.
Ambient ispirata come non se ne sentiva da un pezzo. Sbrigatevi a comprarne una copia perchè sta andando sold out ovunque.
Artisti Vari – Sulla Giostra Nell’Ombra (Violet Poison)
I più feroci techno-noiser si radunano nel lunapark personale dei Violetshaped.
O/H, Ontario Hospital, è il progetto power electronics di Richard Oddie, già metà degli Orphx, e Dave Foster alias Teste. Delirium tremens ha la forza di un giudzio che non ammette repliche.
L’irlandese Sunil Sharpe con Ground Skull Dust la mette sul piano della guerra totale con granate che esplodono comandate a distanza, e un paio di sprangate in faccia che fanno sempre il loro sporco mestiere.
Da Belgrado gli Ontal portano il respiro di chi ha vissuto nella polvere sollevata durante i bombardamenti (Function).
Chiude un amico dei padroni di casa: Ascion, qui nella parte di CSA, spin off ambient (Overture) dalle trame cyber futuriste.
Voices From The Lake – Velo di Maya (The Bunker New York)
Donato Dozzy e Neel tornano al loro progetto più famoso e pubblicano sull’americana The Bunker New York tre brani volti a celebrare una notte entrata nella leggenda della club culture della Grande Mela.
Nel luglio 2012 i due artisti romani si sono esibiti proprio al Bunker sconvolgendo le menti dei ballerini con due livesets separati e un micidiale back to back.
Velo Di Maya è un’intro ambient angelica che via via si scurisce imboccando la strda dell’ansia paranoica. Sentiero è la danza della guerra di una tribù della foresta pluviale, in cui il ritmo dell’uomo si unisce a quello della natura. Il live edit di Respiro invece è puro futurismo techno: un viaggio interstellare zig-zagando tra gli asteroidi.
Attualmente Dozzy e Neel sono il fiore all’occhiello del made in Italy.
Somewhen – 9 (Sana)
Da Berlino il debutto di un produttore misterioso ma ricco di talento.
Tre tracce techno dal mood anni ’90 che si distinguono per le atmosfere sci-fi e paranoiche, mentre sullo sfondo si rinfrange una di quelle casse che continuano a battere anche quando la musica è finita. Siamo davanti a un possibile culto.
Broken English Club – Jealous God 04 (Jealous God)
Quarto capitolo della label gestita da Regis, Silent Servant e Ruskin.
Protagonista di questa release è Oliver Ho che presenta il suo nuovo moniker, Broken English Club, rivelando un sorprendente lato post punk.
L’EP è composto da quattro tracce di wave scarna e oscura, con il basso a ravanare nella fossa di Ian Curtis e le chitarre ad eccitare i lamenti degli zombie.
Un disco che conferma la decisione di Karl O’Connor di staccarsi almeno un po’ dalla techno da club per tornare alle passioni giovanili, fatte di voglia di sperimentare e giubotti di pelle nera.
SNTS – Horizontal Ground 16 (Horizontal Ground)
Techno esoterica in quattro atti rigorosamente untitled.
La prima traccia è una sinistra bruma di ectoplasmi, la seconda scandisce il tempo di chi scappa via all’alba con l’atroce sospetto di aver scoperto l’assassino, la terza è un combattimento clandestino senza speranza di vittoria. In chiusura l’immagine di chi ancora sogna un futuro dominato da macchine assetate di sangue.
Rico Casazza – Leaving Las Vegas EP (Cartulis Music)
Producer italiano trapiantato da anni a Londra confeziona un EP di finissima deep house.
Leaving Las Vegas è una corsa notturna in macchina con la cappotta abbassata: gli snare ti arrivano in faccia e il sax seduce la biondina sul sedile accanto.
Joel Alter ne da una versione più fisica e club oriented.
Sul lato B si trova la rilassata Departures, che viene declinata in morbidi ed eleganti acid beats da Brendon Moeller.
Luca Bear – Strictly Session EP (Dirty Session Records)
Il giovane Dj toscano Luca Bear si fa prendere un pò dalla nostalgia per gli anni ’90, quando la Techno dominava le piste del Bel Paese, e tira fuori un EP adrenalinico per chi non ha paura di sudare sotto le strobo.
Strictly Forbidden (Reworked) è una pioggia di hit hat sospinta da una marea ritmica che parte subito forte e, quando pare essere calata, eccola risalire ancora più impetuosa con tanto di feroci acidismi.
Una traccia che al momento giusto ribalta il dancefloor.
Kasper preferisce renderla più mentale e deep a scapito di ridurne l’impatto.
Battiti crudi e grassi per Garage Take su cui girano citazioni degli anni d’oro.
Clap! Clap! – Tambacounda EP (Black Acre)
Esperimenti etnocore per Cristiano Crisci meglio conosciuto come Digi G’Alessio.
In un’atmosfera di caotico step-esotismo il nostro intrepido esploratore si confronta con il voodoo e i riti propiziatori, tracciando una rotta nella giungla che unisce textures jazz a slanci Techno e ovviamente a tribalismi assortiti/assordanti.
Federico Spadavecchia