DOZZY & SABATINI – Journey back to Ithaca (Outis Music)
Due “vecchie” volpi della scena techno italiana –e romana- ci deliziano con un paio tracce spalmate in circa un quarto d’ora, in questa quarta release Outis (label del secondo).
Le due D nazionali già avevano collaborato pochi anni fa, precisamente nel 2010 sotto Prologue con l’ep “In Vaders”, quando Dino rappresentava la metà dell’allora duo di producers e sound designer Modern Heads –facenti parte del nucleo Elettronica Romana, legata al vinyl shop Remix– e Donato, che non aveva ancora fondato i Voices From The Lake con il fido collega Neel, seminava magnifiche tracce incidendo per le più importanti label del settore, tra cui Elettronica Romana (appunto), Curle, Time To Express, Fullpanda, Wagon Repair, Aquaplano e la sua stessa label.
“Penelope” ha la cassa in quattro quarti ma gioca interamente sull’atmosfera cupa e irrequieta, che mette ancor più in risalto le inarrestabili pulsazioni tribali di “Telemacus”, presente sull’altro lato. Questo Ep meriterebbe molte più attenzioni.
TORN HAWK – We burnt time (Valcrond Video)
TORN HAWK – Bad Deadlift (L.I.E.S.)
Non possono passare inosservati questi due magnifici monoliti dell’Hero Luke Wyatt aka Torn Hawk, instancabile e prolifico producer/video-maker della grande mela avvicinato e lanciato nel 2012 dal concittadino Morelli.
Eroe perché da allora non si è più fermato, dando alle stampe ben due album e sette Ep, dimostrando una dedizione rara e una propulsione innata nel creare a ruota libera.
Il suono di Luke denota alcuni imprescindibili particolari: la ricerca del glitch presente nelle vecchie VCRs, l’amore spassionato per ogni mezzo analogico e un’insana passione per il trash. E’ una specie di Nick Zedd versione house, in poche parole…
La title track di “We burnt time” è un ipotetico jingle psych-kraut per la pagina 777 di Televideo.
“Throb & ruin” sul lato B ricorda in parte alcune produzioni Output ma non si dimostra particolarmente incisiva.
“Bad Deadlift” è di gran lunga superiore e mostra davvero di che pasta è fatto il progetto Torn Hawk. I tribalismi futur-afro della traccia che da il nome all’Ep, il kraut psicotico di “Trapdoor”, intrisa di estetica L.I.E.S. fino al midollo, le suggestioni disco-baleariche di “Money Becomes Only Itself” che farebbero impallidire Gatto Fritto e l’agrodolce chiusura di “Put That Crotchless Thing On, Then Save My Life” ci consegnano un’opera stupefacente che nulla ha da invidiare -anzi !- a tanto pattume witch tanto osannato.
KMFH – The Boat Party Bonus (Wild Oats)
Rarissimo vinile bianco sporco per questo Kyle Hall sotto mentite spoglie. It’s Kyle motherfuckin’ Hall at his best con una manciata di tracce bonus tratte dall’edizione giapponese del precedente album. Il vinile in questione viene smezzato con altri due regaz prodigio, ovvero i talenti felsinei Nas1.
Il figlio della motor city che ha avuto come padre e spirito santo Omar S e Rick Wilhite, parte in principo più smaccatamente FXHE house (“Need Sum!”) e successivamente insiste con ruvidità stomp-techny da pista (“Skeeter!”), rimanendo fedele alla linea impostata in “The Boat Party”.
Sul Lato B spiccano i sopracitati Nasoni bolognesi, ancora alle prime esperienze a livello di produzione, anche se non si direbbe: duettano egregiamente con Kyle in “12 doors”, forgiando una gemma di granito che a poco a poco viene modellata da rintocchi degni del miglior Mr.G. NON perdeteli di vista per nessun motivo. Chiude “Flemmenup Mix2”, decisamente Model 500-andante.
AA/VV – 100DSRVAR3 ( Delsin)
Tre producers, tre pezzi, la solita mitica Delsin. Svetta Sawlin, con una sorta di “report in musica” sugli sviluppi raggiunti dalla techno berlinese negli ultimi anni.
Il mastino della cricca Vault Series fa ribollire “Zeitsempel” per poi affilare le unghie, dosando il basso prepotente.
Convextion dipinge affreschi al sapore di moog, involandosi con la sua “Verna”, gioiellino di rara fattura che cattura al primo ascolto. Sembrerebbe che il nativo di Dallas abbia colto in toto gli spunti della Pigna/Nature di Passarani, Francisco e Pierro, visto con che facilità disarmante unisce coloriture da library music ad accenni technoidi. Formidabile, a dir poco.
Ross 154 (altro moniker di Joachim Peteri detto Newworldaquarium) continua su questa china con “Moon FM desire”, pezzo veramente suggestivo, carpenteriano, metafisico. Una scalata verso gli astri, a cavallo tra kosmische musik e Pete Namlook.
OAKE – Vollstreckung (Downwards)
I critici internettiani affiancano spesso e volentieri la musica degli Oake alla 4AD, in particolare alla band di Elizabeth Fraser, i Cocteau Twins. Saranno i lugubri gorgheggi della cantante ad incentivare questo paragone, ma il duo scovato da Regis e Female parrebbe più che altro la versione techno del sodalizio NON / Rose McDowell.
Un’altra loro conclamata influenza sono i Coil e, in effetti, sembra che si siano indebitamente appropriati di certe atmosfere esoteriche rintracciabili nella discografia di Balance & Christopherson.
In questo “Vollstreckung” si trovano comunque episodi buoni, riscontrabili anche nel predecedente “Offenbarung”… perché, per carità, l’Ep in questione è un prodotto ben confezionato, ben suonato e, non da ultimo, uscito per una label sinonimo di garanzia e di infinito rispetto nei confronti degli ascoltatori.
Ma il punto è: ha senso riproporre la versione attualizzata di formule già sperimentate in passato come già certi loro colleghi fanno (Tropic Of Cancer e Dva Damas, nevvero)? Perché qui siamo già all’oltre postmoderno, alla post-retromania.
Francesco Augelli