Sin dalla loro resurrezione all’inizio di questo millennio, ogni nuova uscita degli Skinny Puppy è stata in grado di stupire per la capacità di mantenersi impermeabile a qualsiasi moda, cambiando le carte in tavola senza mai guardarsi indietro.
Non fa eccezione quest’ultima fatica discografica, uscita sotto le insegne della Metropolis: lasciandosi alle spalle rumore, chitarre campionate e ritmi cadenzati, i nuovi brani ritornano all’elettronica pura delle origini, andando addirittura a ripescare e rimaneggiare una delle prime canzoni del repertorio del duo canadese, quella Solvent apparsa sul mini-LP d’esordio Remission del 1984.
Pura e semplice nostalgia, dunque?
Nemmeno per sogno. Già dall’incipit di Wornin si capisce che Ogre e çevin Key hanno rivisitato in parte il loro passato per attingervi materiale grezzo con cui plasmare il presente: lo dimostrano, con eleganza formale e semplicità, brani eccezionali come Survivalisto e ParagUn, perfino melodici ed accattivanti, mentre Tsudanama suona inquietante e martellante come i migliori classici del repertorio storico, e l’irresistibile IllisIT è un immediato classico da dancefloor.
Non manca il classico momento atmosferico e rallentato, quello della finale Terminal, tutto giocato sugli slittamenti vocali del cantante, su cori sepolcrali e tastiere spettrali.
La produzione dei suoni è eccellente e limpidissima, come da tradizione Skinny Puppy, permettendo all’ascoltatore di immergersi nella varietà di ritmiche e timbri, apprezzandone la complessità ben al di là dell’apparente semplicità compositiva.
Weapon è dunque un album tra i più immediati che i due Kevin di Vancouver abbiano assemblato in trent’anni di carriera, e ci mostra quanta freschezza ancora possiedano questi instancabili veterani dell’elettronica industriale.
Simone Valcauda aka Simon Valky