Novembre è stato un mese a dir poco prolifico per le due label di cui Dominick Fernow è detentore: su Hospital sono usciti “Remember your black day” a nome Vatican Shadow e l’eccellente “Spit” di Ron Morelli (di cui abbiamo parlato qui). Ma oltre all’attesissima coppia di album attira pre-order, ci si aspettavano grandi cose anche dal secondo Lp di Shifted, stampato –invece- sulla parallela Bed Of Nails.
Il producer britannico non ci aveva certamente fatto sentire la sua mancanza, dato che solo poco più di un anno e mezzo fa era uscito con la sua prima prova “Crossed paths” targata Mote Evolver, dopo aver seminato dal 2011 in poi una sequela di Ep, sia per l’etichetta stessa di Luke Slater, che per Our Circula Sound e -la scorsa primavera- per Blackest Ever Black, svelando in quest’ultimo caso il suo vero nome (ma bisognerà credergli?), ovvero Alexander Lewis, rimasto sconosciuto per un paio d’anni.
Egli, inoltre, è proprietario e co-fondatore (insieme a Ventress) della granitica Avian, casa discografica divenuta in poco tempo punto di riferimento per l’intero popolo techno, e della sub-label Mira ad essa collegata (vi dice qualcosa “Heaven’s Gate Suicides”?!).
Conoscendo il sound di Shifted, diventa automatico approcciarsi a “Under A Single Banner” aspettandosi oscura techno industriale satura di droni ‘vaporosi’, in perfetta linea con l’estetica techno predominante. Ma l’album in questione è tutt’altra cosa.
Come ha sostenuto lo stesso artista in recenti interviste, con questa release ha cercato di staccarsi il più possibile dai cliché del genere, concependo nove tracce più astratte e visionarie rispetto all’Lp passato -musicalmente equiparabile a certe produzioni Ostgut Ton. In questo caso la componente cruda rimane in profondità, a scapito di atmosfere più indecifrabili.
“Suspended inside” è tachicardia Drexciyana errante, “Pulse incoplete” è una marcia alla Polar Inertia, “Contact 0” è verbo Downwardsiano studiato e messo in pratica alla perfezione, i sibili della title-track rappresentano il degno continuum del catalogo Bed of Nails – penso ad “Awakening Messiah” di Violet Poison e al progetto Bronze Age di Kris Lapke aka Alberich. La chiusura “Wash over me” non è da meno e strizza l’occhiolino a Vatican Shadow.
Complessivamente “Under a single banner” è un buon disco, unica nota stonata da segnalare a margine è la tendenza di Shifted a persistere diabolicamente nell’errore già commesso in “Crossed paths”: la produzione che sta dietro ai suoi album, fino ad ora, ha influenzato troppo il risultato finale.
Ieri Luke Slater, oggi Fernow, sembra quasi che Lewis si sia conformato ogni volta al sound di chi gli stampa i dischi.
In futuro dovrà cercare di imporre la sua impronta musicale, tracciando in modo più marcato la sua particolare direzione artistica, per risultare meno camaleontico possibile.
Francesco Augelli