Pochi, ma decisamente buoni. Phonica Records (etichetta appartenente all’omonimo negozio di dischi londinese) é nel suo quinto anno di etá ed é solo alla sua nona release (anche se, ad onor del vero, ha altre labels “sorelle” come le serie Phonica White, Phonica Specials e Resista, che potrebbero anche essere incluse nel conto).
In cinque anni e nove release, ció che sicuramente quest’etichetta ha saputo fare é diversificarsi pur mantenendo dritta la barra della qualitá e della ricerca.
É davvero difficile cercare di indovinare come suonerá una nuova release, finché non hai messo la puntina sul disco, anche perché spesso si tratta di artisti dei quali avevi a stento sentito nominare prima (come l’ottimo Lord Of The Isles, autore dell’ottava release uscita l’anno scorso).
Il nono titolo segna invece un ritorno, quello dello statunitense North Lake, che era apparso su Resista nel 2012.
Ed é un ritorno che, dopo aver ascoltato le tre tracce, possiamo solo definire gradito, data la qualitá dell’intero disco. Tre brani di segno differente l’uno dall’altro, ciascuno dei quali a sua volta difficilmente inquadrabile in uno stile definito.
Sul lato A, “Marlborol Noir” ricorda alcune vecchie release della Border Community di James Holden, con un beat lento ma incalzante (intorno ai 122 bpm), sfondo di un crescendo di synth man mano sempre piú arioso ed avvolgente.
Ben piú veloce, ma sottile e sognante, la B-1 “Moonwalker”, in cui atmosfere eteree e quasi malinconiche si intrecciano ad un beat deciso e intricato, e sfociano in un’evoluzione psichedelica nella seconda metá della traccia.
Si rallenta di nuovo con “Suomi Kutsuu”, in cui ritmiche house un po’ piú canoniche accompagnano, ancora una volta, un riff di synth accompagnato, in alcuni momenti, da un basso imponente.
La difficoltá che ti creano dischi del genere nello scrivere una recensione é forse proprio il loro punto di forza.
Se si fa fatica a descrivere o definire la musica, questo é spesso dovuto all’originalitá, oggi sempre piú rara e per questo preziosa. E sembra difficile negare che l’originalitá in questo disco sia ben presente, e che le tre tracce costituiscano ottimo materiale per teste ed orecchie molto aperte ed amanti del rischio e della sperimentazione. Diventerá piú bello ad ogni ascolto. (4.5/5)
Luca Schiavoni