Esattamente vent’anni fa vedeva la luce l’ultimo lavoro in studio dei Clock DVA, Sign, che precedette di poco la scomparsa nel nulla della formazione di Sheffield, consegnandola definitivamente alle pagine di storia dell’elettronica. Nelle due decadi successive nulla si seppe circa i destini di Adi Newton, leader carismatico e mente del progetto britannico, ma non si erano perse le speranze di vederlo un giorno ritornare in pista.
Infine, dopo alcuni criptici messaggi sull’allora in voga Myspace, i Clock DVA riemersero dal passato, proiettati nel futuro e pronti a stupire i visitatori del Wave Gotik Treffen di Lipsia, in occasione del ventennale del prestigioso festival, con una performance fulminante, realizzata in forma di installazione audio-video e comprendente quasi soltanto materiale inedito registrato nei lunghi anni di assenza dalle scene.
L’attesa per poter mettere le mani sul suddetto materiale è stata oltremodo lunga, ma finalmente la rinata Anterior Research ha pubblicato Post-Sign, un album interamente inedito realizzato dal solo Adi Newton tra il 1994 ed il ’95, inizialmente pensato come gemello di Sign.
A causa del fallimento della Contempo Records, con cui il gruppo di Sheffield era sotto contratto all’epoca, queste registrazioni sono rimaste nel cassetto sino da oggi.
Le dodici tracce che compongono Post-Sign sono interamente strumentali e trasportano l’ascoltatore nel profondo dello spazio siderale, molto più in là di quanto non facesse già il precedente album.
Non si tratta di ambient puro e semplice, ma di composizioni che spaziano dalla colonna sonora di stampo cinematografico (è il caso del capolavoro Memories of Kelvin [For Era] e della lovecraftiana ed assai inquietante At The Mountains of Madness) all’electro minimale dell’iniziale Phase IV e della martellane Sigma 7, per poi perdersi definitivamente nelle splendide distese cosmiche di The Jet Lab JPL e Zero Module.
Il termine di paragone più calzante nella discografia storica dei Clock DVA è certamente Digital Soundtracks, ma, laddove quell’altra raccolta di tracce strumentali lasciava spesso trasparire un senso d’incompiutezza, Post-Sign riesce nel non facile compito di coinvolgere l’ascoltatore per quasi tutti i 78:13 minuti di durata.
Nonostante queste registrazioni risalgano a quasi vent’anni fa, il fascino retrò dell’elettronica di Adi Newton non sconfina mai nel nostalgico o nel già sentito. Attendiamo ora di ascoltare la prima delle nuove produzioni in studio, l’annunciato The Future Begins – Clock 2.