Ora che la Techno è tornata sul trono della dance alternativa abbiamo, oltre ai grandi classici del genere, una serie di nuovi talenti da seguire con molta attenzione.
Tra questi c’è sicuramente Bruno Sacco, siciliano doc ma emigrato da tempo a Parigi, amante del sound dalle tinte scure ed industriali ma allo stesso tempo produttivamente futuriste, fondatore di una delle label new Tech più interessanti del momento: la Gravite records.
Lo abbiamo incontrato per conoscerlo meglio:
Ciao Bruno che ne dici di iniziare raccontandoci qualcosa di te? Quando hai iniziato a dedicarti alla musica elettronica e quali sono state le tue prime fonti d’ispirazione?
Innazitutto volevo ringraziare Frequencies per questa intervista concessami e cogliere l’occasione per salutare tutti i suoi fedeli lettori.
Tutto ebbe inizio a Palermo in Italia nel 1992 , dove sono nato e dove ho trascorso la mia adolescenza.
All’età di 15 componevo musica essenzialmente Pop, devo dire un bel po’ alternativa per l’epoca con la mia chitarra ed il mio basso.
Cominciai quindi piano piano ad entrare a far parte di alcuni gruppi a Palermo di musica rock/grunge , sia come bassita che chitarrista, ma non trovai mai veramente lo spazio in questi collettivi che mi serviva per esprimere pienamente le mie idee e le mie voglie musicali.
Palermo é una città bellissima che già all’epoca era stata una grande fonte d’ispirazione continua con i suoi grandi contrasti.
Essendo una città che vivi pienamente di giorno e notte, sempre per strada, visto il suo fantastico clima dove splende il sole per quasi tutto l’anno.
Fu cosi che poco tempo dopo nel ’94 capii subito di dovermi concentrare su me stesso , per poter infine esprimere tutti i miei deliri musicali. Aquistai quindi il mio primo computer, l’Atari, con il primo cubase in versione monocromatica verde e nera.
Fu subito uno spasso potersi registrare su un multi-pista e poter creare la propria musica da solo nella propria stanza senza dover dare conto e ragione a nessuno. Nel luglio del 1998 stabilitomi a Parigi fondai con mio fratello Lorenzo Sacco oggi Lolho, il duo Saccobros che all’epoca prese subito campo nell’ambito dell’elettronica minimale, SaccoBros ci portó infatti in giro per l’Europa con bel susseguirsi di date.
Da molti anni vivi a Parigi, cosa ti ha spinto a trasferirti in Francia e che differenze hai trovato rispetto all’Italia? Viene incentivata la carriera artistica o è come da noi?
Come detto prima Palermo é una citta veramente bellissima e brulica tantissimo talento musicalmente e artisticamente parlando. Peró la mia grande curiosità mi spinse subito a vedere cosa succedeva altrove.
Scelsi Parigi veramente per caso dopo aver trascorso un mese d’estate , la città mi ha letteralmente inghiottito nel suo meltinpot di colori odori e suoni.
Oggi sono passati ben 15 anni vissuti qui, potrei osare dire che sono quasi metà parigino visto che sono arrivato a 21 anni ed oggi ne ho 36.
Qui a differenza dell’italia qualsiasi attività artistica viene incentivata molto. Addirittura dandoti quasi uno stipendio pagato dallo stato se dichiari un tot di ore al mese come attività artistica. Però la scena elettronica essendo molto ristretta per essere una delle maggiori capitali europee rispetto a città come Berlino che alla fine non é poi cosi lontana, é molto chiusa, specialmente se non sei francese.
Sopratutto all’inizio ho quindi passato molto tempo in studio piu che sulla scena, visto che se non hai i buoni contatti e se non sei un minimo conosciuto sempre musicalmente parlando qui proprio non suoni, visto anche la concorrenza con dei line-up di tutto rispetto.
Diciamo che qui sono diventato un vero “Topo da Studio”, che peró in compenso mi ha aiutato ad acquisire fino in fondo tutte le conoscenze per la produzione e post-produzione in tutti questi anni.
Un giovane di talento per emergere deve per forza emigrare?
La situazione attuale in Italia per adesso non é delle migliori, quindi ti risponderei di “Sì” peró non voglio essere cosi negativo.
In effetti penso che il contesto chiaramente influisca tanto, sia per l‘influenza musicale che una capitale europea come Parigi puó apportare alla tua musica ed al tuo modo di vedere le cose. Molto importante anche l’interesse della gente per un mestiere artistico come dj o produttore di musica elettronica che in italia devo dire non é ancora al massimo.
Per concludere direi che é pure vero che oggi con una buona connessione internet puoi promuovere il tuo talento da qualsiasi parte del mondo e senza nessun limite. Quindi alla fine potrei rispondere alla domanda: “per emergere si deve per forza emigrare?“. No, la prova sono tanti talenti italiani della scena elettronica residenti in italia.
Cosa ci puoi raccontare della scena techno parigina? E’ facile entrare a farne parte?
La scena techno parigina per me é una delle piu chiuse d’europa, che riflette l’aspetto socio-culturale del popolo francese. E’ quindi molto difficile entrare a farne parte. Ci sono moltissimi talenti orbitanti su questa scena, anche se la città ha una reputazione piuttosto romantica.
Qui la scena te la devi veramente quadagnare a forza di buone produzioni e perseveranza. Questo é anche uno dei motivi che mi hanno spinto e convinto fondare Gravite, la mia etichetta.
C’è qualche locale su cui ci consigli di posare gli occhi?
Di locali non ce ne sono tantissimi, ma sicuramente quei pochi sono importanti e con delle programmazioni che fanno veramente paura.
Un must che funziona da anni direi che é il Rex sempre con dei line-up importanti e vari quindi non per forza sempre orbitanti sulla scena techno.
Poi c’è anche il Social Club che non é proprio niente male, ed uno dei miei preferiti é il Nouveau Casino, un club che mi ricorda Blade Runner nel design futuristico tutto in metallo, che pero’ ad oggi dopo tanti anni di buon sound techno, non ha piu una buona programmazione.
Questi però rimangono dei cosi detti veri e propri clubs.
Oggi invece qui a Paris la forte tendenza non é piu il Club, ma il posto fuori mano o strano come fabbriche abbandonate in periferia e capannoni in pieno centro città che organizzano delle vere e proprie maratone techno di altissima qualità sia nella scelta del Line-Up sia nel sound system, come per esempio il party Concrete o ancora Weather che da qualche tempo hanno nettamente risvegliato tutta la scena parigina con i loro all day long parties domenicali dalle sette del mattino fino alle due del lunedi mattina, con un enorme susseguirsi di after-hours sparsi qui e la per tutta la città, fino al martedi. Facendo cosi nascere a Parigi una scena techno tutta sua, anche nelle sonorità.
Il tuo sound molto scuro ed aggressivo sembra interpretare benissimo questo particolare momento storico e gli scontri che sono scoppiati nelle banlieu, non trovi?
In verita in questo momento compongo solamente il sound che avrei sempre voluto comporre sin dall’inizio, probabilmente dovuto ad un fatto di contesto dell’epoca che quasi mi frenava, non mi sono mai lasciato andare musicalmente come avrei dovuto. In questo momento di grande crisi la scena elettronica sembra quasi sia rinata ed é veramente il momento di lasciarsi andare e fare in modo che esca il meglio anche quello piu’ oscuro che tenevo chiuso in me. Oggi posso dire di non scendere a nessun compromesso.
Siamo solamente io, i miei syntetizzatori e le mie macchine, la musica “Techno” mi ha permesso di aprire un’altra porta, quella della libertà musicale, di non dover per forza seguire degli schemi, strutture o delle mode, in poche parole canalizzo nel mio sound tutti i miei stati d’animo senza bisogno di guardare a quello che succede fuori.
Per rispondere alla tua domanda, direi che in questo momento le banlieu si siano molto calmate rispetto a quello che é stato il periodo politico del 2007, quando uscire di casa era veramente rischioso. Direi quindi che le due cose sono indipendenti l’una dall’altra.
Parliamo un pò di Gravite, la tua label, quando è nata e qual è il concept che c’è dietro?
Il concept é molto semplice e ne dà il nome alla stessa, infatti la gravità é praticamente l’unica forza fisica a cui niente può sfuggire.
Gravite nasce nell’aprile del 2012 a Parigi, da una mia idea lungamente meditata, con l’aiuto di Giovanni Paris ovvero Coal.
Ho scelto di stampare le releases in vinile prima di tutto perché é un supporto che ho sempre adorato sia per l’oggetto in se stesso che per la qualità del suono che esso rilascia, molto calda é analogica. Tutto ciò é frutto di tanto lavoro, sia in studio dietro le macchine che di organizzazione tra fabbriche di vinile e distributori. Oggi dopo un anno dalla sua nascita Gravite ha una sua immaggine ben precisa anche nel sound. La grafica dei vinili é strettamente disegnata a matita su un bianco latte puro che contrasta fortemente con il suono che ogni release contiene.
Le releases escono quindi prima in vinile e solamente un mese dopo vengono distribuite in formato digitale, dando così una sorta di escusività a chi predilige il supporto in vinile. Personalmente però non sono d’accordo per la release in Vinyl Only solamente perché penso che nel 2013 non possiamo ignorare i nuovi formati dematerializzati che tanti buoni dj e produttori usano, sarebbe un pò come escluderli. Ma questa resta fondamentalmente una mia idea.
Una cosa che mi tocca veramente é che da un po cominciamo a ricevere un’infinità di demo da tanti artisti nel mondo, penso proprio sia un buon segno per la label. Gravite é distribuita in tutto il mondo da Straight.
Da chi è composto attualmente il roster?
Gravite rimane un circolo molto chiuso con la chiara intenzione di continuare ad avere un rooster molto contenuto nel numero di artisti, ma cercando in tutti i modi di ricercare e preservare la massima qualità.
Il nostro rooster é quindi composto per il momento da solamente cinque artisti: Danilo Rispoli (It), Lolho (It), Franck Valat (Fr), Coal (Fr) e me stesso Bruno Sacco (Fr).
La Gravite si colloca nella c.d. new school techno dove il sound design è un elemento fondamentale. Quali sono i tuoi parametri di ricerca?
L’impronta che volevo dare con Gravite é prorio una Techno con una prevalenza sul sound-design, che mi sono quindi permesso di definire Future techno – cinematica diversa da tutto il resto. Cinematica perché giustamente nelle produzioni Gravite prevalgono tutte queste materie sonore industriali che sembrano quasi lamenti di macchine per lavorare i metalli a volte molto violente ed introspettive che ricordano molto lo score del cinema.
Specialmente nelle mie produzioni mi piace anche far prevalere delle componenti sonore quasi venute dallo spazi , con ultrasuoni o frequenze provenienti da comunicazioni satellitari lontane e Lo-Fi. I beats di Gravite sono prevalentemente chiusi, potenti, introversi ed a volte distorti, quasi provenienti dai riverberi delle mura di un hangar in cemento grezzo. Sperando con tutto ció di apportare al sound techno qualcosa di nuovo e fresco.
A proposito avete inaugurato una serie speciale di release che vanno oltre il dancefloor, Anomalie, ci vuoi dire qualcosa di più?
Anomalie come il nome stesso dice, sono delle esplorazioni sonore anormali senza nessuna meta precisa che vanno al di là della pista da ballo.
La serie é strettamente realizzata dalla nostra scuderia a cui abbiamo voluto dare totale libertà di espressione del suono.
Oggi siamo alla seconda releases della serie che non si può veramente posizionare in uno stile musicale. Personalmente le definirei profonde e anormali radiazioni sonore piene di rumore ed energia, pesantemente coinvolgenti. L’unica maniera per scoprire questa serie penso sia ascoltarla, preparatevi perche la terza arriverà presto e sarà incisiva.
Ci puoi dare qualche anticipazione sulle tue prossime mosse?
Sono tante le novità a venire, anche se vorrei soffermarmi un’istante sulla release vinile di Coal, la 004, Ontology, appena uscita, a cui ho realizzato il remix presente nel lato B. Con quest’ultima uscita abbiamo suscitato l’interesse di quasi tutta la scena techno internazionale. Usciranno a breve i remixes della prima release prodotta da me stesso Deformed che ho voluto rimettere in gioco questa volta con 2 guests in più al nostro roster, che per il momento non voglio svelare per non rovinarvi la sorpresa, Deformed Remixes uscirà in 2 parti e molto presto ne conoscerete la data.
Un’altra grande novità di cui veramente vi dirò molto poco, é l’arrivo di una serie di date in europa e non solo.
Stiamo infatti contrattando con un’importante agenzia di booking che ci permetterà di far conoscere il suono ed il concept di Gravite a chi ancora non lo conosce. Per il resto dovrete solo aver un po di pazienza e vi possso assicurare che ci saranno tante novità in futuro.
Per approfondire potete andare su:
www.gravite-records.com www.bruno-sacco.com
Federico Spadavecchia
[…] era già stato ospite sulle nostre pagine per un’ampia intervista (che potete leggere qui) ed ora ecco che alle parole segue la […]