Sarà per il fascino del paesaggio, sarà per quell’incredibile mix di antiche tradizioni e high tech fantascientifico, sarà per quella cultura così lontana ma così affascinante, ma qualunque sia il vostro punto di vista il Giappone è uno dei luoghi capaci di stimolare maggiormente la nostra fantasia.
Negli ultimi anni si è parlato molto del Labyrinth Festival, un rave di tre giorni nella foresta di Naeba Greenland, improntato su sonorità ambient e techno.
Queste sue caratteristiche hanno consentito a Donato Dozzy, vero specialista nel mix dei suddetti generi musicali, di imporsi come grande protagonista, invitato ad ogni edizione.
E’ proprio in mezzo a quegli alberi che l’artista romano incontra Chris Madak alias Bee Mask, il quale un mese dopo la manifestazione del 2012 rilascia su Room40 il singolo Vaporware/Scanops.
Si tratta di due lunghe suites, sognanti sinfonie cosmiche che ispirano pura armonia spirituale.
Naturalmente Donato non può che innamorarsi di questo disco, ed ecco allora l’idea di confezionarne un remix che però, una volta entrato in studio, si articola in qualcosa di più complesso, come se la Musica avesse preso il totale controllo e pretendesse di dettare lei tutte le note.
Affascinato dal sorprendente risultato, Madak decide di raccogliere tutto il materiale prodotto.
E arriviamo finalmente ad oggi: la Spectrum Spools stampa Donato Dozzy Plays Bee Mask, una raccolta di sette variazioni sul tema di Vaporware.
Non è certo una novità un album composto da remix dello stesso pezzo, ma stavolta non è il frutto di un calcolo o di un gioco intellettuale quanto piuttosto lo sfogo di un’urgente necessità interiore.
Rispetto alla versione originale Dozzy calca sull’aspetto isolazionista e meditativo (Vaporware 02 e 03), si purifica con il suo elemento preferito, l’acqua (Vaporware 01, 04), affronta il tema del viaggio siderale (Vaporware 05, 06), rende abbaglianti le melodie di partenza (Vaporware 07).
Un disco prezioso da ascoltare tutte le volte che avvertiamo il bisogno di ricordarci cosa vuol dire musica elettronica.
Federico Spadavecchia