Progetto molto interessante questo Zeitgeber, in cui un veterano della Rave Culture come Speedy J si trova a collaborare con una giovane realtà (lo status di promessa l’ha superato da mo’) della Techno odierna, Lucy.
In realtà questi due artisti hanno in comune più di quanto si possa immaginare: entrambi scultori di beats granitici e oscuri, ricercano l’armonia interiore in melodie sospese e dimensioni dilatate (gli esperimenti ambient dell’Olandese su Warp nei primi ’90 e gli studi di sound design dell’Italiano).
Il nome Zeitgeber è stato preso in prestito dall’etologia, dove viene usato per indicare un fattore esterno ad un organismo capace di sincronizzare l’orologio biologico di quest’ultimo con una mutata situazione ambientale (fonte wikipedia n.d.g.).
L’album, composto da otto tracce, si muove in una Techno trasformata, in cui si avverte l’urgenza di individuare nuovi percorsi evolutivi che possano portare avanti l’eredità genetica quando anche il filone post punk sarà estinto.
Pur essendo presente una forte componente ritmica, di cui godranno parecchi clubbers, il dancefloor non è l’obiettivo principale sul radar degli autori, che gli preferiscono asettici laboratori di ricerca dove potersi confrontare sull’idea di futuro.
L’esplorazione della galassia post Techno esige che non vi siano dogmi in merito ai mezzi e alle influenze: largo quindi alla tecnologia, qui magnificamente domata e vibrante, navicella indispensabile per solcare l’oceano dei generi di riferimento (industrial, dub, electronica…).
Il ciclo vitale della prossima generazione elettronica sarà sincronizzato dall’ignoto.
Federico Spadavecchia