Mathew Jonson “Her Blurry Pictures” (Crosstown Rebels)

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Mathew Jonson è un vero specialista nell’aiutare etichette in piena crisi creativa.
Era già successo con la M_nus nel 2011 quando gli fece dono della progressiva Learning to Fly, anche se, visto lo stato in cui si trovava il paziente, è stato come cercare di debellare un’epidemia di vaiolo con una flebo di vitamina C.
Questa volta tocca alla Crosstown Rebels di Damian Lazarus (con cui aveva già collaborato), che ormai non riesce ad andare oltre a quella patina Pop house passata in breve tempo dall’essere sexy e luccicante a spenta e sovrappeso.
La situazione comunque pare essere grave se serve addirittura un album per provare a mettere a sistemare le cose.
A dispetto di una buona quantità di singoli ed Ep pubblicati, infatti, si tratta soltanto del secondo Lp in solitaria per l’artista canadese (e se contiamo i progetti di gruppo come The Modern Deep Left Quartet o Cobblestone Jazz non superiamo nemmeno i cinque).
Come sempre a lasciare il segno è la tecnica di produzione sopraffina di Jonson, capace di trovarsi costantemente a suo agio nonostante il variare di obiettivi e approcci.
Her Blurry Pictures punta al dancefloor ma è probabilmente l’opera più intimista rilasciata da Mathew, che gioca con la densità del suono per stabilire un legame più profondo con l’ascoltatore.
Di base resta tuttavia l’idea di un impianto future jazz in slow motion ridotto all’osso e senza spigoli, ma con melodie ipnotiche da viaggio e soprattutto un basso rotolone che non ti molla mai.

Federico Spadavecchia

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